UN DOSSIER DI PARTECIPAGIRE.NET
IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA O CONTENIMENTO
L’idea di un Piano Marshall per l’immigrazione appare una buona alternativa, un escamotage per attenuare le tensioni tra immigranti e cittadini, riducendo la pressione migratoria sempre più intensa, ed evitando il ricorso esclusivo al respingimento diretto. Lo slogan “aiutiamoli a casa loro” costa qualche milione di euro per finanziare programmi che permettano ai migranti di restare “a casa loro”, offrendo prospettive di lavoro nel paese di origine. La tesi è la seguente: meglio un programa di aiuti che affrontare costosi programmi di accoglienza e di integrazione per incontrollabili flussi migratori, anche se nessuno può assicurare che i soldi spesi nei programmi di aiuto produrranno risultati concreti sull’immigrazione, ma vale la pena rischiare, visti i benefici attesi (riduzione dei flussi migratori). Un Piano simile sarebbe un modo per “salvare capre e cavoli”: ridurre le frizioni causate dall’immigrazione dilagante e aiutare i potenziali emigranti (però a casa loro).
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Caramella CAFFE' A SORPRESA L'avevo sentito dire, ma adesso m'è capitato di sperimentarlo.
Andando nel solito caffè sotto l'ufficio a Vicenza, al momento di pagare mi hanno detto che era già stato pagato da uno sconosciuto che, a sua volta, lo aveva bevuto gratis perché un altro sconosciuto aveva anticipato i soldi, e così via.
In fondo, può succedere che, colpito favorevolmente dalla sorpresa, ognuno paga un caffè.
Ma comunque resta simpatica la catena di cortesia e il fatto di ringraziare un "senza volto" misterioso.
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E allora mi hanno anche detto che esiste un'altra catena, via internet e telefonini vari. Consiste nel segnalare ad un certo indirizzo telematico che il tal giorno offri un pranzo in casa tua. Un "senza volto" controlla via internet le varie disponibilità e sceglie: chi arriva primo, mangia. Immagino, però, a volto scoperto. Cosa non si fa pur di tentare di acchiappare qualcosa! L. Carpo |
THE DAY AFTER
Aaron Benjamin Sorkin, è uno dei più popolari scrittori americani autore di libri e sceneggiature televisive di grande successo. La lettera che segue è stata scritta il giorno dopo le elezioni dell’8 novembre e pubblicata su Vanity Fair dove può essere letta per intero nella sua versione originale.
Che nel 2016 finiscano le guerre (gli auguri sono sempre un po’ utopici)
Que en el 2016 terminen las guerras (los deseos siempre son un poco utopicos)
May all wars end in 2016 (wishes are always a bit utopic)
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