IL PROBLEMA E' LA FIDUCIA

un commento schietto sul Movimento 5 Stelle{jcomments on}

di Roberto V.

Ecco la mia valutazione sintetica sul Movimento 5 Stelle: ho ancora molti dubbi sulla sua affidabilità  e al momento, ne condivido solo l’avversione per l’attuale modo d’agire dei politici. Mi sembra troppo poco per ritenere che il movimento utilizzerebbe il mio eventuale voto  diversamente da come è stato finora usato e soprattutto in modo affine al mio pensiero, considerato che ho letto da parte dei sostenitori e del maggiore rappresentante affermazioni spesso di pura rabbia. .

Per me sinistra, destra e centro non sono categorie inutili perché sono l’unico modo per aggregare le idee di cittadini che sentono e pensano in modo simile, servono inoltre a dare una indicazione sulle decisioni che prenderà il nostro rappresentante politico; se pure con un certa approssimazione, data dalla comune ideologia, le categorie politiche dovrebbero anticipare il comportamento che terrà il  nostro rappresentante anche fuori da quanto dichiarato nel programma elettorale.

Per me non tutti i politici sono stati dannosi e comunque non tutti in modo uguale; le differenze fra Napolitano e Berlusconi, fra Monti e Brunetta fra Cacciari e Santanché ecc.. sono determinanti e usare per tutti  le stesse violenti critiche premia quelli che ( a mio parere) sono di gran lunga i peggiori.

Per me anche il modo di esprimersi ha un suo valore ed è indicativo non solo del carattere ( che pure conta) ma anche del pensiero e delle intenzioni. Così in passato non ho mai creduto che le affermazioni razziste della lega fossero delle semplificazioni

elettoralistiche né che  l’intolleranza e gli insulti di Berlusconi delle simpatiche battute da salotto.

 

Ciò non toglie che a livello locale siano un bene il successo di Grillo e  l’elezione di persone che sono conosciute e apprezzate dai propri concittadini ( vedi Parma). Ma per  trasferire il fenomeno a livello nazionale con un peso previsto fino al 20%  manca ancora troppo in termini di chiarezza, omogeneità di pensiero, completezza di programma, regole interne,  disciplina nel comportamento, conoscenza dei candidati (in pratica un partito serio).

In conclusione non vorrei cadere nell’errore, nel quale finora non sono caduto, di credere in movimenti politici solo perché avversano tutto e si presentano come nuovi. Così si presentava la Lega quando nacque dopo tangentopoli e anche Berlusconi si presentò come il “non politico” che avrebbe introdotto un nuovo modo di fare politica. Abbiamo impiegato vent’anni per liberarci (?) da questo “nuovo” che forse era peggio del vecchio.

Tutti questi  sforzi per creare nuovi indefiniti movimenti non potrebbero essere impiegati dai nostri concittadini per modificare i partiti esistenti e mandare gente onesta a rappresentarci ?

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