PROVE DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA E DISSIDENZA

ANDAMENTI E SBANDAMENTI NEL M5S

di Paolo Basurto

Il M5S ha perduto tre milioni di voti alle ultime elezioni europee e tutti ne hanno proclamato la sonora sconfitta e vaticinato lo sgonfiamento progressivo. Due settimane dopo, il candidato grillino di Livorno, che aveva raggiunto a fatica il 12 %, mentre il funzionario PD, ancora una volta riproposto contro il parere della base, aveva ottenuto più del 40%, riesce a diventare sindaco con la bella percentuale del 53%. Macchina indietro tutta nei principali media italiani. Grande frenata del PD e nuove prospettive di strategia politica per quelli di Grillo. A Livorno, ex roccaforte comunista a lungo ritenuta inespugnabile, hanno votato per il sindaco 5stelle tutte le destre e tutte le sinistre estreme. 'Questo significa essere oltre', starà sicuramente pensando Grillo, fregandosi le mani, felice di non avere più il mal di stomaco e felice di avere dimostrato come è possibile raccogliere i voti degli scontenti gridando la loro scontentezza ma senza dire molto di come  farli contenti. Come farà a governare il neo sindaco di Livorno, senza alleanze, come da sempre impone Grillo perseguendo le sue fantasie totalitarie del tutto o niente, nessuno può saperlo ora. Ma presto la realtà ci dirà se Grillo cambierà strategia e, visti gli ottimi risultati ottenuti abbracciandosi con Farage, non comincerà a fare l'occhiolino ai leghisti, almeno a quelli che sembrano divertenti perché le sparano più grosse degli altri.

 

Ambiguità, cambi di rotta improvvisi spiegati alle masse con slogans suggestivi, chi non ha simpatia per il M5S vorrebbe tanto considerare questi sbandamenti come la grande occasione per far emergere il malcontento che da sempre starebbe covando nel Movimento di Grillo. Ma poco, pochissimo cambia, anche dopo le migliori litigate, ultima quella con Pizzarotti, sindaco grillino di Parma, prima coperto di gloria ora di fango per avere osato dire quello che pensa quando il grande capo politico, secondo lui, non c'azzecca e dice e fa quello che non dovrebbe.

Se ne potrebbe dedurre che il M5S è granitico e ormai non si smuove e commuove più di nulla. Fa quello che dice Grillo e basta. Eppure le sorprese potrebbero non mancare. Una prima novità viene dai dissidenti noti, quelli che sono fuori dal M5S per essere stati espulsi o per aver deciso di uscirne per raggiunti limiti di sopportazione. Immediatamente dopo i risultati della prima tornata elettorale delle europee, quando lo stesso Grillo ammetteva una sonora sconfitta, Favia, Campanella e altri della prima ora e che poi avevano dovuto abbandonare, si sono finalmente riuniti e hanno cominciato a pensare seriamente di costituire un'istanza di richiamo per tutti quelli che, come loro, sentono tradito, nell'attuale M5S, il valore primario per il quale era stato creato, e cioè la democrazia partecipata.  L'8 giugno un gruppo non numeroso di persone, si è riunito al Fusolab di Roma e ha discusso per la prima volta e seriamente la possibilità di dar vita a un nuovo Movimento politico che faccia leva soprattutto sull'obbiettivo mancato dei 5stelle: l'ampliamento della base decisionale nella società a un numero sempre maggiore di cittadini. Il nuovo soggetto politico si chiamerà DiM (Democrazia in Movimento). Consiglio un video del Fatto Quotidiano, che potete trovare qui, per avere maggiori dettagli sull'incontro. La maggioranza dei partecipanti era costituita da ex militanti ma tra i presenti si contavano anche parecchie persone che avevano simpatizzato per il M5S e che erano state poi deluse. Tra queste una persona ben nota come Ingroia che, già durante la campagna per le scorse politiche, aveva più volte cercato un'intesa con il grillismo senza peraltro averne ottenuto positive reazioni. Quali che siano le reali prospettive di successo di questa iniziativa, l'averla promossa è di per sé una cosa assai significativa. Finalmente i dissidenti del M5S avranno uno spazio per esprimere le loro ragioni, confrontarsi e contarsi. Anche coloro che hanno semplicemente sperato in una possibilità di cambiare la natura del sistema politico e uscire da questa democrazia così difettosa corrotta e corrompente, e si sono invece sentiti completamente traditi dall'autoritarismo di Grillo, avranno la possibilità di sostenere nuovamente un'azione in cui credono e che ritengono l'unica possibile per uscire dallo storico impasse nel quale ci troviamo.

Nello stesso tempo Deputati e Senatori  5Stelle cercano di mantenere un contatto con quella che loro chiamano base, alimentando attivamente la partecipazione degli iscritti al Movimento, alla confezione e alla discussione interna dei progetti di Legge.  Entrando nella piattaforma elettronica del M5S, essendo naturalmente in possesso dei necessari requisiti e di valide passwords, si può accedere ad una speciale sezione che si chiama: LEX – Proposte di Leggi parlamentari.  A questo punto si apre un archivio interattivo indiscutibilmente interessante. Tutte le proposte di Legge dei parlamentari  5Stelle sono catalogate, divise nelle due categorie, in discussione o pubblicate; ordinate cronologicamente e per nome del relatore.   E’ possibile, cliccandone il titolo, leggere il testo della proposta e vedere un breve video nel quale il relatore riassume motivi e contenuti dell’iniziativa. A questo punto viene la parte migliore. Un apposito spazio permette di inserire un proprio commento.  I commenti sono suddivisi  in 5 categorie: integrazione, modifica, obiezione, suggerimento e vizio di forma. Sono visibili tutti i commenti fino a quel momento inseriti.

Lo spirito dell’iniziativa è evidente. Recuperare in qualche modo lo spirito originario del M5S tentando di  legittimare le sue iniziative legislative attraverso un meccanismo che di fatto consente agli iscritti di essere informati e di dire la loro. Che si vuole di più! E’ un tentativo serio di partecipazione aperta.

Certo è difficile dire che fine facciano tutti i commenti e come i promotori delle proposte riescano a tenerne conto (se vogliono). E’ difficile sapere se il sito sia correttamente amministrato. E’ impossibile, allo stato attuale, prevedere che cosa potrebbe accadere se i  commenti aumentassero dalle poche decine o centinaia attuali alle migliaia o centinaia di migliaia come sarebbe da augurarsi se la partecipazione aumentasse. Comunque sia, l’iniziativa va considerata con attenzione e valorizzata per quello che è: un interessante esperimento di democrazia partecipata. Le perplessità che legittimamente crea sono legate non tanto alla sua speri mentalità (peraltro non esplicitamente ammessa da Grillo), quanto alla strumentalizzazione facile che gli esponenti del Movimento ne fanno, pretendendo che le loro proposte vengano davvero dal basso e che la mancanza di democrazia sia semplicemente un’ odiosa leggenda.

Può darsi che il M5S approdi ad uno stadio di schizofrenia conclamata e allora le cose saranno più chiare. Nel frattempo tocca solo registrare segni evidenti di incoerenza sempre più impressionanti per la loro gravità. Il matrimonio tra il M5S e il partito di Farage svela purtroppo un’involuzione verso l’estrema destra ormai incontestabile. Molte proteste si sono sollevate all’interno del Movimento e Grillo ha pensato bene di sottoporre l’incredibile scelta al ‘voto democratico della base’.  La decisione di Grillo è stata approvata a schiacciante maggioranza da quel terzo degli iscritti che ha voluto o potuto votare.  La votazione è avvenuta solo dalle 10,45 alle 19 di giovedì 12 giugno.  La scelta era consentita solo tra l’EFD (il partito di Farage) e l’ECR (il gruppo dei conservatori). Un video casalingo, contenuto nell’invito a votare, diceva bellamente che se si voleva contare qualcosa nel Parlamento europeo, ricevendo un po’ di finanziamenti, e acquisendo il diritto di partecipare nelle commissioni, l’unico modo era allearsi con qualcuno e gli unici che avevano preso contatto con il M5S erano stati l’EFD e l’ECR. Tralasciando se ciò sia vero o meno ( sospetto fondato, vista la reazione stupita del Gruppo dei Verdi), l’intento di influire sui votanti era palese. Una volta di più il ricorso alla partecipazione attraverso il voto web sembra fatto in modo tale da togliere qualsiasi credibilità a questo metodo di partecipazione democratica, così evidentemente suscettibile di manipolazione.  Vengono in mente i dubbi e le resistenze dei grandi costituzionalisti storici, per le decisioni plebiscitarie. Molti dittatori hanno utilizzato questo strumento, il plebiscito, cioè il voto referendario senza regole, per legittimare il loro potere autoritario. Grillo sembra incamminato sulla buona strada.

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