LA PANDEMIA DI TRUMP

COMPORTAMENTO CRIMINALE O CONSUETA POLITICA ?

 di Paolo Basurto

Gli Usa hanno ormai contabilizzato il numero più alto di morti a causa della pandemia del coronavirus. Come in Inghilterra, solo poche settimane fa, il pericolo di un’ondata contagiosa del virus, veniva considerata trascurabile, anzi risibile. Meglio non fare niente. Non c’è niente da fare. Pensa solo che si tratta di un raffreddore; diceva Trump. Mentre Boris Jonson, già in quarantena e, in questo momento, in ospedale, ironizzava sulle molte mani che gli toccava di stringere per la sua funzione. Le preoccupazioni dei due uomini di Stato erano chiaramente di ordine economico. Non fermare la macchina produttiva e commerciale valeva il rischio di qualche danno collaterale come la morte di alcune migliaia di persone.

A me pare un modo di pensare cinico e crudele. Quando Boris Jonson si è ammalato mi ha fatto quasi piacere. Così impara a giocare con la salute della gente, ho pensato. Poi mi sono pentito quando è venuto fuori che stava così male da farsi ospitalizzare con urgenza. Ma non sono tanto pochi quelli che hanno pensato –e continuano a pensare nonostante tutto- che perdere miliardi di dollari e far cadere il mondo intero in una crisi economica senza precedenti solo per salvare un po’ di vite umane, può non valere la pena. E c’è chi dice chiaramente che non c’è da farsi illusioni: la ripresa, se ci sarà, avverrà sulla pelle dei più poveri e la speculazione e lo sfruttamento non avranno limiti. Meglio un po’ di darwiniano svecchiamento che la condanna alla miseria di milioni di persone. Perché questo sarà il prezzo della crisi economica mondiale.

Ma qualcuno non solo non condivide questo modo di veder le cose ma lo ritiene irresponsabile e frutto di grossolana incompetenza. Se dei politici hanno preso delle decisioni in funzione di quelle tesi, ebbene, questi politici sono colpevoli. Una colpevolezza non dolosa ma certamente omicida. Riconoscerla e castigarla è un fatto di giustizia e, in nessun modo, si dovrebbe trascurare di perseguirla. Se almeno avessero guardato questo semplice e breve video.

E’ questa la posizione di Glen Kirschner, Pubblico ministero federale con circa trent’anni di servizio, Procuratore del Distretto della Columbia  e Capo della Sezione Omicidi, con almeno cinquanta processi di cui si è occupato nella sua notevole carriera. Attualmente in pensione, insegna e presta la sua esperienza in alcune trasmissioni televisive che si occupano di giustizia e casi processuali. 

In una intervista a lui fatta da Mehdi Hasan, giornalista di The Intercept [link], Kirschner afferma senza mezzi termini che Trump è responsabile e dovrebbe rispondere della scomparsa di tutte quelle persone che sono morte a causa della sua superficialità e negligenza. Per questo Trump dovrebbe andare sotto processo. L’intervista è interessante sotto molto aspetti. Il giornalista non è certo un simpatizzante di Trump ed è difficile leggere in un solo articolo tanti epiteti nei confronti del Presidente: un narcisista, egomaniaco e megalomane, amorale, cinico, senz’anima, ossessionato dalle sue pretese presidenziali. Una persona che sin dall’inizio del suo mandato ha preposto i propri interessi personali e politici al di sopra di quelli della Nazione. Ma quanti americani condividono questa rabbia nei confronti del Presidente? Quanti sono consapevoli delle bugie che dice e dei danni che sta provocando? Non è facile a dirsi. I sondaggi dicono che c’è ancora un 47,8 per cento di americani a suo favore. Ma quella di Trump è un’epoca di manipolazioni occulte che ben poca credibilità possono dare ai sondaggi. 

Tuttavia i fatti sono fatti. Trump ha esplicitamente e intenzionalmente sottovalutato i ripetuti allarmi sulla violenza dell’epidemia. Si è mosso con colpevole ritardo. Si è preoccupato di mobilitare aiuti più per l’economia che per i bisogni di una struttura sanitaria palesemente insufficiente e impreparata ad affrontare un’emergenza di così gravi proporzioni.  La sua mancanza di solidarietà nelle relazioni internazionali ha lasciato tutti allibiti quando ha di fatto consentito veri e propri atti di pirateria volti a rubare ingenti quantità di materiale sanitario già acquistato da altre nazioni e pronto ad essere spedito. 

Si può dire a questo punto che Trump ha le mani sporche di sangue? Hasan si pone la domanda forse in modo retorico, ma di fronte a lui c’è un rispettato epidemiologo il Dr. Eric Feigl-Ding, di Harward. E la risposta è : I think so 

Ma è davvero pensabile che Trump possa andare sotto processo? Il Presidente degli Stati Uniti gode di totale immunità. Lo si potrebbe cogliere in flagrante assassinio e tuttavia non ne risponderebbe. Però una volta scaduto il suo mandato, allora sì lo si potrebbe processare e condannare. Intanto questa possibilità potrebbe essere manifestata e minacciata. Ciò servirebbe almeno a rendere il Presidente meno pericoloso e più accorto con la vita degli americani. I Democratici non dovrebbero perdere questa occasione. Ma quale Democratico sarebbe pronto ad esporsi?  Lo hanno domandato a Joe Biden il quasi certo candidato democratico alle prossime presidenziali. La sua è stata una risposta inequivoca: sarebbe eccessivo.  

Eccessivo. Anche a causa dei tempi che corrono. Non è questo il momento per litigare così aspramente. La gente non deve perdere fiducia nelle istituzioni. Bisogna rimanere uniti e l’unico modo è rispettare la leadership del Capo. E il Capo è Trump. 

D’altro canto, non è poi così sicuro che una giuria condannerebbe Trump, perché non sarebbe per niente facile provare il nesso di causalità tra il comportamento del Presidente e i tanti morti che l’epidemia ha già procurato e che sicuramente provocherà ancora. Su questo Kirschner ha un suo chiarissimo punto di vista: la giustizia va perseguita e non è un valore statistico. Gli elementi per un processo ci sono tutti e in abbondanza. Giuria e Giudice avranno l’ultima parola. Così dovrebbe essere sempre. Anche se ad essere processato fosse Obama per i morti che si sono avuti a Bengasi? Domanda, maliziosamente, Hasan. Certo! Risponde Kirschner. Qui si tratta di un sistema che si basa sulla ricerca della Giustizia. Se questa ricerca viene ostacolata o trascurata è il sistema stesso che si suicida. 

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