ITALY n° 5 - da Gabriella Ruscellanti
La giovane voce mi risponde al citofono e mi indica il piano. Salgo le scale incuriosita perché la figlia di Andrea, al telefono, quando ha chiesto aiuto per suo padre ottantenne alla nostra Associazione, mi ha detto che lui è temporaneamente ospite della madre, da cui ha divorziato molti anni fa, che ha accettato di ospitarlo temporaneamente, nonostante lei stessa abbia seri problemi di salute. Quando la ragazza apre la porta, dietro di lei scorgo una testa coperta di folti capelli bianchi: è la madre, che in questo appartamento vive sola. La figlia ci presenta: la signora è piccola e magra, mi sorride gentilmente e subito scompare in un’altra stanza. La figlia mi introduce in una camera da pranzo, ma lungo una parete è stato sistemato un letto singolo, accanto al quale sta una grossa bombola di ossigeno pronta per essere usata. Vicino al tavolo Andrea, seduto su una sedia a rotelle, mi invita a sedermi vicino a lui, ma è la figlia a parlare, raccontandomi che il padre ha seri problemi di deambulazione dovuti a un problema alla spina dorsale, sta facendo delle terapie al vicino ospedale San Camillo e i medici sperano di risolvere il problema con un’operazione. Solo che il padre sopporta molto male questa situazione, è depresso, ha bisogno di parlare, di sfogare un’angoscia che diventa ogni giorno più grande. Mi giro verso di lui e mi accorgo che Andrea piange, in silenzio, aspettando che la figlia dia a lui il modo di descrivere il suo stato. Poi mi racconta, per più di un’ora, continuando a piangere, la sua vita, quella bella e quella brutta, quella piena di facce e di voci e quella della solitudine e dei silenzi. Eccola.