Il M5S E' ANCORA UN'ALTERNATIVA?

conversazione di Silvano Bonfirraro

Non sono un fanatico di Grillo. E spero di non essere mai considerato fanatico né di Grillo né di nessun'altra persona o ideologia. Però penso che il Movimento 5 Stelle sia la cosa più nuova interessante e credibile che esista oggi nel panorama politico italiano.  Credo e continuo a credere nel M5S. Questo non significa che non sappia esercitare il mio senso critico e non ascolti con interesse le critiche altrui, in particolare quelle fatte da persone intelligenti e capaci (come i giornalisti del Fatto, per es., che pur essendo dei sostenitori di Grillo, quando lo ritengono necessario non gli risparmiano nulla). Le convinzioni fine a se stesse non mi piacciono perché sono sterili e capaci solo di creare incomprensione.

LE ELEZIONI -  A chi mi avesse chiesto che cosa mi aspettavo dalle elezioni avrei detto che mi sarei arrabbiato con gli italiani se il M5S non avesse preso almeno un 16%. Non tanto per il Movimento e la sua proposta ma per quello che in quel momento significava; cioè, l'unico modo democratico di dimostrare la propria rabbia e il proprio scontento.

Ma poi è arrivato questo sorprendente 25%. Un risultato clamoroso ma imbarazzante. Se il M5S avesse vinto sufficientemente da formare un Governo sarebbe cominciata un'esperienza nuovissima le cui conseguenze è veramente difficile da immaginare. Certo l'inesperienza dei parlamentari 5stelle avrebbe rappresentato un problema più grave di quello che già oggi appare. Ma non sarebbe stato un prezzo grande da pagare se davvero fosse cominciata l'opera di smantellamento del vecchio sistema e si fosse cominciato a creare qualcosa di nuovo. E' per questo che non credo che sia stato un atto di incoscienza partecipare alle elezioni pur sapendo di non essere completamente pronti.

Sono un sostenitore del Movimento e cerco di dedicare il mio tempo come posso  anche se nella vita ho altro da fare. Sono un grafico. Progetto la grafica per un’importante azienda televisiva nazionale. Ho cominciato a Catania, in una piccola impresa di stile e dimensione quasi familiare (meno di venti persone), quando ancora studiavo all’Accademia di Belle Arti. In quella piccola realtà televisiva locale si lavorava bene e ho potuto costruire la mia struttura professionale. Ringrazio sempre i cari vecchi amici, “colleghi” che mi hanno dato la possibilità di imparare e di sperimentare tantissimo. La retribuzione era quello che era e ci sono stati momenti di incomprensione reciproca con i titolari,  ma in generale a quei tempi per me andava bene.  E’ stato il mio stesso datore di lavoro nel 1997, a indicarmi la possibilità di venire a lavorare a Roma in quella che allora sarebbe dovuta diventare la più importante società televisiva via cavo. Dopo qualche anno, a seguito di varie vicende non sempre positive, sono finalmente arrivati degli investitori stranieri e la realtà nella quale ho la possibilità di lavorare è migliorata notevolmente. Anche oggi sono molto soddisfatto di quello che faccio. Certo si può sempre migliorare e per fortuna questa voglia mi rimane, ma la mia situazione professionale attualmente è buona e la frustrazione non è certo la motivazione principale per il mio avvicinamento alla politica.

DEMOCRAZIA DIRETTA -  Si fa un gran parlare (soprattutto all'interno del Movimento) della mancanza di democrazia. Francamente non vedo il problema. Credo che ci sia un grosso malinteso sulla natura del Movimento. Ognuno lo prende lo considera e lo definisce un po' come gli pare. E se un giorno gli sembra che non è come gli pare allora c'è il grande scandalo. Com'è possibile -dicono alcuni- che il Movimento ha promesso la democrazia diretta e poi non c'è nemmeno l'ombra di democrazia di nessun tipo proprio al suo interno? Personalmente penso che la mia partecipazione non debba andare più in là delle mie reali possibilità e dei miei desideri anche. Io voglio fare bene il mio lavoro, voglio pagare le giuste tasse e voglio che qualcuno che abbia la vocazione e le capacità per farlo faccia quel lavoro politico che io non posso fare al suo posto. Alla fine penso che volere questo sia anche un mio diritto.

Quando Grillo proclamava nei Vdays che Uno vale Uno ancora una volta buttava lì una frase ad effetto che fondamentalmente si riferiva alla necessità di non lasciare che un gruppo di persone incontrollabili decidessero su cose importanti come l'acqua pubblica o il nucleare. Era insomma la necessità di poter fare dei referendum senza troppe complicazioni di quorum o altro. Ma è ovvio che la vita politica di routine richiede una delega da parte degli elettori altrimenti noi tutti non staremmo a fare altro. Inoltre temo che molti non vedano i rischi di una democrazia diretta ad ogni costo, cosa che potrebbe portare ad una vera e propria dittatura della maggioranza.

In un gruppo l'idea che si decida sempre e solo a maggioranza può anche funzionare perché quelli che non sono d'accordo, al limite, se ne possono sempre andare. Ma quando sei in una comunità chiusa e non ti rimane che accettare quello che dice la maggioranza questo sistema può rivelarsi ingiusto e al limite pericolosamente conflittivo. Insomma la democrazia è equilibrio. Equilibrio istituzionale e equilibrio tra maggioranza e minoranza. Equilibrio non significa necessariamente compromesso o, peggio ancora, accordo sottobanco, inciucio, come si dice oggi.

LA PRIORITA' DELLA SPALLATA -  Può darsi che con il tempo e la maggiore sperimentazione questa benedetta democrazia diretta diventi praticabile. Non vedo perché la si debba squalificare come non vedo perché la si debba mitizzare, ma sento che oggi il vero problema, quello che più urgentemente deve essere affrontato, è riuscire a dare una spallata definitiva a questo sistema politico corrotto che ci sta annientando. E' questione di priorità: misuriamoci con quello che c'è, con quello che abbiamo. Lasciamo stare le disquisizioni concettuali se siamo un Movimento, un Partito o quello che sia. Usiamo gli strumenti che ci sono e puntiamo verso l'obbiettivo: dare la spallata al sistema. In questa prospettiva il M5S è quello che si trova nella posizione migliore perché ha raccolto un incredibile favore popolare e non ha attuato nessuna collusione con nessun'altra forza politica che lo possa condizionare. E' un tremendo cuneo che deve solo non perdere l'occasione.

IL 100% -  Quando Grillo ha detto che ormai i tempi erano maturi e che il M5S era pronto a conquistare il 100%, tutti si sono scandalizzati. Nessuno ha davvero capito qual era il senso compiuto delle sue affermazioni . E' ovvio che pretendere di conquistare la totalità del Parlamento in un regime democratico sarebbe la fine della democrazia. Talmente ovvio che la frase è certamente stata poco felice perché si è prestata a un brutto malinteso. Ma il punto di Grillo, per me era chiaro. I Partiti tradizionali devono approfittare dello scossone profondo che ha saputo dare il M5S e se vogliono sopravvivere devono rinnovarsi. Devono cogliere l'occasione per scuotersi di dosso i vecchi condizionamenti che ne hanno fatto ostaggio di lobby potenti e corrotte, e devono finalmente presentare un volto nuovo e una capacità di trasparenza che non hanno mai avuto prima. Il 100% è il 100% di parlamentari onesti, di qualunque partito siano. Questo è il senso che io ho dato alla pretesa di Grillo. Pretesa che faccio pienamente mia.

L'APPOGGIO A BERSANI -  In condizioni diverse da quelle che sperimentiamo oggi in Italia, non appoggiare il Governo che Bersani proponeva sarebbe stato un non-sense. Ma, obbiettivamente, dopo che per anni il M5S ha schernito la vecchia classe dirigente, mettendo in evidenza tutta la sua responsabilità per la situazione disastrosa nella quale ci troviamo, sarebbe stato incomprensibile a molti sostenere Bersani che, piaccia o no, a quella classe politica appartiene pienamente.

Non nascondo che nel passato anch'io ho dato il mio voto ai partiti di sinistra. Quindi non sono stato affatto insensibile al dilemma politico che si è posto il Movimento 5Stelle quando Bersani ha fatto la sua proposta. Però non ho difficoltà a dire che l'idea di un appoggio ad un partito che non ha saputo dare spiegazioni attendibili su quanto è accaduto al Monte dei Paschi di Siena; che non sa spiegarmi bene perché sia ancora in piedi l'ipotesi del nucleare in Italia; che non ha mosso un dito per applicare i risultati del referendum sull'acqua pubblica (referendum al quale era inizialmente addirittura contrario); beh, francamente la sola idea di quest'appoggio mi faceva venire la pelle d'oca. Senza parlare, poi, degli scandali di varia natura che hanno colpito molte personalità dell'apparato di questo partito. Scandali che sono stati liquidati con un'ipocrisia inaccettabile, affermando l'impossibile, e cioè che nessuno ne era a conoscenza. Eppure il PD è da sempre organizzato gerarchicamente e bisogna essere molto ingenui per credere che queste non siano bugie dette per opportunismo politico se non per vera e propria complicità.

LA POLITICA E I SOLDI -  Mi domando davvero su quale terreno mai avrebbero potuto coincidere il M5S e il PD. Prendiamo il caso dei costi della politica. Dicono di aver eliminato il rimborso ai partiti e invece sembrerebbe che lo vogliano sostituire con un sistema che, al limite potrebbe addirittura aumentare quello che fino ad oggi hanno preso. Lo stesso per gli emolumenti dei ministri. E che dire degli stipendi dei parlamentari?  Il PD non ci rinuncerà mai perché non sopravviverebbe. Intendiamoci, quando Grillo dice che la politica non ha bisogno di soldi fa, una volta di più, una di quelle sue battute ad effetto ma non sempre positivo. La politica ha bisogno di soldi, è ovvio. Ma non si vede perché debbano essere obbligatori e incontrollabili. Basterebbe che fossero piccoli contributi volontari e trasparenti. E una volta di più quello che dice Grillo va interpretato cogliendone lo spirito e alla luce delle sue tante affermazioni sul tema già fatte nel passato. I soldi e la sete di potere corrompono la politica, questo è il punto. Perciò bisogna evitare che la condizionino fino a farla diventare ostaggio. Questo significa 'farne a meno'.

I TERREMOTATI -  Vogliamo prendere un altro caso di inconciliabilità PD-M5S? Il Governo presenta un decreto nel quale i provvedimenti per le popolazioni emiliane colpite dal terremoto sono finanziati attraverso il solito aumento delle tasse indirette (cioè quelle che colpiscono tutti in forma indiscriminata). Il M5S presenta un emendamento per finanziare quegli stessi provvedimenti utilizzando fondi destinati alla famosa TAV e agli altrettanto famosi F35. Apriti cielo. Quei fondi sono intoccabili e a scanso di sorprese il Governo blinda il decreto e pone la fiducia. E allora l'Unità titola: il M5S blocca gli aiuti ai terremotati. Come avrebbero fatto a trovare un accordo? Impossibile. Il PD non è in buona fede; non è credibile, e in questo non ci vedo nessuna differenza con il PDL.

OSTRUZIONISMO E IMPLOSIONE DEL GOVERNO -  A questo punto , al M5S altro non rimane che fare ostruzionismo.  Capisco che fa rabbia essere il partito più rappresentato in Parlamento e non avere di fatto alcuna capacità di influire se non quella di un ostruzionismo tutto sommato sterile. Ma forse non andrebbe trascurato il fatto che tanto sterile potrebbe anche non essere contribuire a quel logorìo al quale il Governo è sottoposto dal momento in cui è nato. Un logorìo che potrebbe giungere a una fase decisiva di implosione prima di quanto non si immagini, grazie a due bombe a tempo poste sul suo cammino: quella delle sentenze di condanna, che rischiano di diventare pericolosamente definitive, per Berlusconi, e quella dell'economia che, lungi dall'essere disinnescata, si carica sempre più di esplosivo a causa della politica di austerità e di difesa ad oltranza degli interessi dei poteri forti, senza reale concentrazione sugli obbiettivi primari del deterioramento sociale. Anche qui Grillo lo va ripetendo a voce sempre più urlata anche a costo, come dice lui stesso, di sembrare un portatore di sfiga. Comunque, sfiga o no, spesso Grillo c'azzecca. Magari non sarà la catastrofe come è stato in Argentina o in Grecia, ma sarà una crisi ben più grave di quella che stiamo sperimentando adesso. Mi domando come la si potrà affrontare se i partiti tradizionali non si dànno una smossa e preparano il terreno ad un rinnovamento profondo della politica. Allora anche il M5S potrà finalmente fare la sua parte costruttiva. Però, sia chiaro, non voglio dire che Grillo aspetta con ansia la catastrofe per saltare sul cadavere del nemico come un avvoltoio; sarebbe ingiusto nei suoi confronti. La catastrofe sarà un fatto obbiettivamente attribuibile a questa incosciente classe politica tradizionale.

RODOTÀ -  Insomma, non condivido per niente la tesi che, rifiutando di appoggiare Bersani, il M5S sia in qualche modo il colpevole della situazione attuale. Anche perché l'occasione di consentire all'elettorato del M5S di accettare l'appoggio al PD c'era stata eccome. Al momento delle elezioni del Presidente della Repubblica Grillo ha ripetutamente invitato il PD a votare per Rodotà. Una persona non solo rispettabilissima ma chiaramente sostenitore storico del PD. Se davvero il PD fosse stato in buona fede avrebbe colto al balzo quest'occasione dando una prova di responsabilità e mettendo lo stesso Grillo spalle al muro. Impossibile spiegarsi la decisione negativa del PD se non con l'inaffidabilità totale di questo partito fatto di faide interne di potere e basta. L'obbiettivo immediato del M5S deve rimanere la spallata definitiva; l'annullamento del potere avvelenato di questa classe politica.

LA PROPOSTA -  Si potrebbe pensare a questo punto che una volta fatte cadere le colonne del tempio, Sansone morirà con tutti i Filistei. Ebbene non credo. Perché sin dalle sue origini il M5S ha sposato un programma o almeno delle linee di azione che  a me sembrano coerenti e di tutto rispetto. Quindi non è che data la spallata si dovrà poi rimanere a contemplare le rovine. Ci sono mille cose da fare e tutte interessanti. Sono scritte e costituiscono la piattaforma comune nella quale tutti i militanti dovrebbero riconoscersi. Questo, ripeto, non esclude che parallelamente si sviluppi un processo rivoluzionario a livello di sistema costituzionale e si inauguri qualche buona formula di democrazia diretta. Ma non c'è il tempo di aspettare che le cose avvengano al contrario. La partecipazione va benissimo ma non è che una componente del programma e certo non è a breve termine realizzarla perché ancora non si sa come. Invece non può essere trascurato il fatto urgente: i bisogni immediati della gente. Sono convinto che la maggior parte delle persone che hanno votato per Grillo gli hanno voluto, in questo modo, soprattutto delegare la propria rabbia. Questo non lo si può trascurare semplicemente decidendo altre priorità che, per quanto legittime, si avvertono assai meno in questo momento.

IL MIO GRUPPO - La sede del mio lavoro è sulla Salaria a pochi chilometri da Monterotondo. Volendo acquistare casa (naturalmente con mutuo a tasso fisso!), anche in considerazione dei prezzi per me proibitivi di Roma,  la scelta è inevitabilmente ricaduta su questa cittadina della provincia romana dove mi trovo tutto sommato a mio agio. In fondo sono nato a Piazza Armerina e non posso dirmi estraneo alla vita di provincia.

Quando ho preso la residenza a Monterotondo, la prima cosa che ho fatto è stata richiedere il Certificato elettorale. Prima non riuscivo a mai votare perché sarei dovuto andare in Sicilia e con il mio lavoro non era facile. Francamente assurdo. Ho incontrato le persone del M5S per strada mentre si davano da fare per sostenere il referendum a favore dell'acqua pubblica. Ho cominciato a frequentarli, mi è sembrato un ambiente di persone serie e con voglia di fare e ho deciso, nei limiti del possibile, di dare una mano anch'io. Certo non mi nascondo i limiti di questo gruppo ancora poco numeroso e in fase di formazione su quelle competenze particolari che sono sempre utilissime quando si vuole fare politica. Il livello locale non va confuso con quello nazionale. Le dinamiche sono diverse, se non altro perché le interazioni sono molto più personali e meno mediate dalla rete. Quindi si può parlare e cercare di capirsi. In fondo, che piaccia o no, tutti ci riconosciamo in Grillo e nelle cose che ha detto e continua a dire, anche quando non le si condivide.

IL DISSENSO -  Naturalmente il problema del dissenso esiste ormai a tutti i livelli. Dunque anche nel nostro piccolo Gruppo. Credo che tutto si stia concentrando in modo fortemente emotivo sulla figura di Grillo. Per molti, Grillo è una figura eccezionale che il Movimento l'ha creato ed è l'unico che riesce a tenerlo in piedi e con grande successo. Per altri è la pietra di inciampo, il Capo autoritario del quale bisognerebbe liberarsi al più presto prima che soffochi la sua stessa creatura. Personalmente penso che Grillo è indispensabile, altrimenti anche il M5S farebbe la stessa fine di tutti gli altri movimenti cosiddetti di base per i quali anch'io mi sono entusiasmato, ma la cui durata e incisività è stata assai limitata finora. Certo gli interventi di Grillo quando si tratta di affrontare il dissenso interno possono anche non piacere, in particolare per le modalità con le quali avvengono. Però quando il dissenso si esprime come si è espressa la Gambaro, qualcosa bisogna pur fare. Per il mio lavoro ho seguito l'intervista integralmente e in diretta; mi è subito sembrata una cosa insensata che avrebbe avuto come unico risultato quello di danneggiare gravemente il Movimento.  In sostanza la Gambaro l’11 giugno 2013 asseriva che il risultato delle amministrative fosse stata esclusiva responsabilità  del linguaggio di Grillo che nel post "La scatola di tonno è vuota", pubblicato on line il 7 giugno 2013, a elezioni effettivamente già avvenute, aveva duramente attaccato  la condizione di impossibilità del Parlamento a rappresentare la voce dei cittadini. Secondo la senatrice Gambaro dunque, Grillo parlando male delle istituzioni aveva fatto perdere le amministrative al Movimento. La Gambaro ha commesso un grave errore di valutazione e pregiudicato la stessa immagine del Movimento e per me andava allontanata. Ho votato per l'espulsione anche se mi sono sentito molto combattuto dal fatto di dover essere giudice di una persona che aveva sbagliato ma che forse non era in cattiva fede e sembrava sinceramente convinta. Molti hanno avuto da ridire anche sul processo che a quella espulsione ha portato. Invece tutto sommato, penso che, al contrario di quanto accade in tutti gli altri partiti, l'operazione si è svolta in modo trasparente e collettivo. Certo, tutto può migliorare, io stesso mi sono stupito che la votazione durasse così poco tempo, ma a pensarci bene, nei limiti delle risorse disponibili, era probabilmente un ottimo modo per tenere a bada possibili hackers ed evitare così altri eterni dibattiti.

IL CAPO POLITICO -  Molti si domandano perché Grillo si è autonominato Capo politico e se un Movimento che si dice di base ne abbia veramente bisogno. Ebbene io non ho dubbi. Grillo è una fortuna, perché ha dato al Movimento una capacità di farsi ascoltare incredibile e questo senza giornali né televisioni. Basterebbe questo per fare capire quanto la sua funzione sia essenziale. Non nego che a volte le sue idee siano discutibili. Non nego che un rischio di autoritarismo ci sia, ma guardiamo qual è la situazione nel Paese e negli altri partiti.  Nel Movimento 5 Stelle chi vuole si esprime sul Blog e sui Meet Up  e a volte gliene hanno dette di tutti i colori anche a Grillo. Varrà quello che varrà ma è comunque più di quello che le altre forze politiche offrono. Ma poi, perché non sperare che il Movimento sappia maturare, magari anche in tempi brevi, e gradualmente riuscire a dotarsi delle strutture adeguate a questa tanto sospirata e mitica democrazia diretta. Per ora le cose stanno così e le occasioni non vanno perse. Nulla autorizza chi ritiene che il Movimento debba acquistare più autonomia anche rispetto a Grillo, a disperare che ciò non possa avvenire attraverso una sana e controllata crescita interna.

(a cura di P.B.){jcomments on}

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