Partiti ed istituzioni continuano a pretendere di agire per mandato popolare anche se godono del favore e del voto solo di frazioni sempre minori della popolazione. Ma quando la moltitudine non partecipa, tutto il sistema della democrazia si sta erodendo e non potrà che crollare perché sta perdendo legittimità.

I MOVIMENTI POPOLARI NUOVA ESPRESSIONE POLITICA

di Marco Borsotti

Il sorgere dei movimenti

Nell'evolvere degli anni grandi movimenti di massa hanno sempre avuto un ruolo nell'evoluzione della storia umana, a volte determinando il successo di certe iniziative, in altre generando false speranze di vittoria per l'una o l'altra rivolta che contro-riforme riuscivano poi a liquidare. La presenza delle masse, anche quando risolutiva, rimaneva pur sempre marginale rispetto all'evolversi degli avvenimenti. Presto, il corso della storia tornava in binari più ordinari e le masse tornavano ad essere fondale nel proscenio dell'evolversi delle vicende umane lasciando a pochi la gestione degli eventi. I politici romani dell'antichità, ma non solo, sapevano dell'importanza delle masse soprattuto in momenti di crisi e si confrontavano tra loro cercando di blandire il popolo per averlo dalla loro parte in caso di necessità.

 

Fin tanto che le grandi moltitudini erano soltanto preoccupate dall'oggi, era relativamente facile controllarle assicurando loro un minimo di sostentamento e distrazioni; panem et circenses. Quando invece queste pratiche di controllo delle masse venivano ignorate per protervia dei governanti o per carenze obiettive di mezzi, il popolo poteva con sommosse, violente quanto imprevedibili, annientare gli oppressori del momento per poi tornare rapidamente allo stato che aveva preceduto la tempesta.

Questo stato delle cose si mantenne inalterato attraverso i secoli sino quasi ai giorni nostri  quando i cambiamenti sociali apportati dalla rivoluzione industriale ed oggi post-industriale hanno cambiato la situazione in modo radicale e probabilmente definitivo. Infatti, le necessità di base sono divenute progressivamente meno pressanti, le condizioni di vita sono migliorate in modo stupefacente, ma, fatto ancora più rilevante, il livello d'educazione generale di gran parte della popolazione mondiale ha raggiunto livelli che non hanno paragone con quelli conosciuti in nessuna delle epoche storiche precedenti. La popolazione non é più massa, un popolo che si riconosce in una identità collettiva senza individualità, ma é sempre più un insieme di molteplici individualità che stanno imparando a lavorare in comune pur preservando il nocciolo della loro individualità, non sono più massa, ma moltitudine di individui.

Non nego che esistano ancora esplosioni di rabbia irrazionale e violenta che si possano esaurire in un breve arco di tempo. Tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, al di fuori dei canali prestabiliti della politica tradizionale sono germogliate iniziative che hanno portato a volte persino milioni d'individui a riconoscersi in una lotta o in una parola d'ordine. Questi fatti stanno succedendo sia nel mondo occidentale, ma anche in altri contesti politici, sociali ed economici. Rivolte per certo fallite sono avvenute in paesi che avevano un alto grado di repressione, come quelle in Cina del 1989. Rivolte sono successe in quasi tutte le grandi metropoli ed anche quando sono state represse hanno sempre lottato, come avvenne anche in Cina, perché cambiamenti anche radicali del modo di vivere si facessero strada. Personalmente sono convinto che senza gli studenti di piazza Tienanmen le riforme di Deng Xiaoping non avrebbero potuto superare l'opposizione interna al PCC. Questi successi nel tempo stanno consolidando la consapevolezza che queste moltitudini d'individui hanno della loro forza e continuano a generare nuove rivolte in altre parti del mondo o nelle stesse aree dove erano già avvenute in precedenza.

Le Moltitudini si riconoscono anche quando non ci siano rivolte

Importante per il discorso che sto cercando di portare avanti é il fatto che queste moltitudini trovano espressione anche in episodi che non sono di rivolta violenta, ma come aggregazioni di individui che iniziano ad operare congiuntamente contro il sistema di potere esistente. Il movimento delle Pantere Nere, negli Stati Uniti, per esempio, fu un predecessore di quanto scrivo. Il movimento Zapatista in Messico ne é un altro esempio, così sono i movimenti degli indignati o le varie primavere. I movimenti ecologisti sono un'altra di queste realtà, lo stesso vale per certi partiti dai nomi fantasiosi come quello dei pirati. In breve, le persone stanno acquistando la capacità di rispondere collettivamente senza per questo entrare nei meccanismi politici sin ora conosciuti. Individui condividono interessi e preoccupazioni che sorgono dal grande serbatoio dei beni comuni, da non confondere con i beni pubblici.

Un bene comune é la conoscenza, un bene comune é la bio-diversità, un bene comune é il patrimonio genetico del genoma umano e di qualunque altra specie, bene comune sono i diritti. La lista é lunghissima, tutti questi beni sono o potenzialmente diventeranno occasione d'aggregazione e di resistenza contro i tentativi di negarli o di appropriarsene. Nel diciannovesimo secolo Marx aveva individuato nel valore generato dal libero lavoro un tema aggregante per il proletariato industriale perché si organizzasse per lottare contro il capitale. Pur se l'esperienza nei paesi a socialismo reale é tutto sommato fallita, é impossibile negare che i lavoratori dipendenti siano riusciti a portare avanti un'agenda politica in tutto il mondo che ha modificato, in meglio, il modo in cui vivevano e lavoravano. Il processo non é mai stato lineare, ma cogliendo gli eventi su di un arco maggiore di tempo risulta evidente che progressi siano stati ottenuti anche se vittorie consolidate abbiano ricevuto risposte che spostano su altri livelli i termini del contenzioso. A mio giudizio, la globalizzazione é un esempio di questa risposta che trasferisce i termini del conflitto su di una piano differente da quello in cui si era originato. Il tema é complesso e esula dallo scopo del mio scritto, per cui non continuo ad argomentarlo nella convinzione di averne reso il senso.

La presenza della Cosa Comune nella nostra vita

Questa nuova sensibilità verso temi comuni e comuni obiettivi si manifesta in una crescente domanda di partecipazione nelle scelte, nella gestione, nella politica. Esempi di comunità autogestite continuano a moltiplicarsi anche se l'informazione istituzionale ne parla poco. In Italia, vi sono state eccezioni interessanti come servizi giornalistici messi in onda da Reporter sui sistemi di autogestione. L'autogestione può comportare spazi comuni come giardinetti, occupazione di edifici vuoti e sfitti per dare albergo a senza tetto, gestione da parte degli addetti di strutture produttive fallite, risorgere di forme di riappropriazione di zone rurali abbandonate per impiantarvi attività economiche spesso a gestione comunitaria. I movimenti a difesa del territorio e delle risorse naturali sono altro esempio di come queste entità comuni stiano diventando parte sostanziale del fare politica e del vivere delle persone. In tutti questi casi, individui decidono di partecipare, di non delegare ad altri, d'essere primi e soli artefici del loro destino. Nel farlo, riconoscono anche che la chiave del loro possibile successo la tengono tutti gli altri che condividono i loro stessi problemi o visioni.

Queste iniziative partono sempre dal basso e crescono e si sviluppano in condizioni rese non agevoli dalla resistenza opposta dalle istituzioni pubbliche o dai gruppi d'interesse privato che vorrebbero contrastare queste appropriazioni della cosa comune.

Questa sensibilità per ciò che è comune in Italia ha portato al successo i referendum per la difesa dell'acqua pubblica o contro il nucleare che trionfarono pur se ostacolati dalle istituzioni e da quasi tutti i partiti.

Queste considerazioni aprono il quesito sul senso che oggi possa avere una delega che sino a ieri era interpretata come l'essenza della manifestazioni democratiche. I partiti, tutte le istituzioni dello Stato fondano la loro legittimità sul principio della delega, affermando di agire in nome e nell'interesse del popolo, inteso però come massa informe e non come insieme d'individualità pensanti e con la capacità di decidere da sè che cosa realizzare. Quindi, di quale popolo parlano? Di una massa informe che si identifica in parole d'ordine svuotandosi della propria individualità. Ormai anche in Italia siamo arrivati all'assurdo che più della metà degli aventi diritto non trovi nessuna ragione per andare a votare perché non si sente rappresentata nei partiti e nelle istituzioni.

Partiti ed istituzioni continuano a pretendere di agire per mandato popolare anche se godono del favore e del voto solo di frazioni sempre minori della popolazione. Si afferma che chi non vota delega ad altri l'onere di decidere anche per loro. L'argomento, non regge perché, quando la moltitudine non partecipa, tutto il sistema della democrazia si sta erodendo e non potrà che crollare perché sta perdendo legittimità. Istituzioni senza seguito sono giganti con i piedi d'argilla o le tigri di carta del racconto di Dario Fo. Resistono un certo tempo per inerzia, ma finiranno per crollare.

Il problema del sistema della delega é principalmente nella debolezza dei meccanismi di controllo che chiamano l'eletto a rispondere del proprio operato. Per decenni ormai in Italia, per esempio, la classe politica vive di corruzione e privilegi. La gente lo sa, ma i politici sembrano pensare che non si farà mai nulla per cambiare le cose. In fondo sin ad ora hanno avuto ragione perché sono passati decenni e nulla di sostantivo é successo, fatta eccezione per pochi casi isolati. La fuga dal voto e la nascita di movimenti di base di cui il M5S rappresenta certamente l'espressione sin ora più forte, stanno dimostrando che chi pensa che nulla cambierà mai sta commettendo lo stesso errore della monarchia e nobiltà francese prima della rivoluzione del 1789.

Molti governi nella sponda meridionale del Mediterraneo sono caduti per aver ignorato le forze che esigevano cambiamenti. Forme di protesta si stanno organizzando in molti altri contesti e non vi sono dubbi che la pressione stia crescendo ovunque.

Di nuovo in Italia

In Italia, la Lega Nord fu un primo esempio di movimento che sorgendo dal basso riuscì a raccogliere molti consensi. Il fatto che quest'esperienza sia tutto sommato fallita non mi pare infici l'argomento tra l'altro perché, pur dopo tutti gli scandali, alle ultime elezioni la Lega Nord é ancora riuscita a raccogliere un notevole numero di consensi.

In parallelo con la parabola discendente della Lega Nord, tutti gli altri partiti stanno vivendo una situazione simile con scandali che mettono in luce come tutti abbiano perso la loro dirittura sia ideologica che morale per trasformarsi in meccanismi di potere, spesso basati su personalismi, preoccupati soltanto della loro sopravvivenza come centri di potere e di raccolta di fondi per i pochi privilegiati che li controllano.

Prima la Lega Nord e più recentemente il M5S hanno dimostrato che esistono ampi margine d'aggregazione, quando si riesce a mettere in atto una proposta convincente. Le persone sono disposte a dare fiducia al nuovo.

Il M5S é nuovo arrivato. Non ha storia politica alle spalle e quindi per ora sarebbe prematuro giudicarne con troppa severità l'operato. Rimane soltanto da osservarlo notando come in certi aspetti abbiano preso da altre esperienze  che si ispiravano ai principi della partecipazione attiva degli aderenti alla gestione  della politica.

L'anomalia maggiore del M5S é certamente data dalla struttura a gestione direi quasi patriarcale che ha caratterizzato in questi mesi la relazione tra gli eletti del M5S e Grillo e Casaleggio che, attraverso proclami messi in rete hanno di fatto condizionato quasi tutto quanto realizzato dal movimento in Parlamento e non solo.

Comunque, osservando gli eventi del mondo si nota che esempi di movimenti si stanno susseguendo con frequenza sempre maggiore. Non si vedono risultati chiari o l'emergere di nuove maniere di fare politica che siano del tutto staccati da quanto si realizzava in passato, ma é certo che questi movimenti pur se lontani tra loro sia in termini di spazio che di tempo stanno comunque portando avanti un agenda comune e, stanno anche ottenendo vittorie anche se forse é prematuro valutarne la solidità.

Comunque, un risultato é certamente stato ottenuto. E' ormai evidente che nessuno Stato, neppure l'unica super potenza é in grado di controllare il sistema mondo globale. Paradossalmente, nella loro mancanza di coordinazione e struttura i movimenti si stanno dimostrando molto più efficaci nel portare avanti le loro richieste di quanto siano capaci di realizzare gli Stati che, a parte una retorica di facciata, continuano ad essere divisi tra di loro quasi su tutto.

Per questo, mi sembra importante guardare con attenzione quanto i movimenti stanno ottenendo e partecipare nel loro progredire nei luoghi in cui ci troviamo. Per questo, pur se critico con il M5S continuo a seguirlo e a tentare di stimolare il dibattito interno perché ci si confronti con quanto deve essere migliorato o cambiato continuando a portare avanti le battaglie per la difesa della cosa comune.

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