DOPO LO SHOCK

di Gisella Evangelisti

Sono scorsi fiumi di tinta nei giornali del pianeta, da quando nella mappa della votazione dei grandi elettori, la notte dell '8 novembre,  si son visti poco a poco  marcare del rosso repubblicano gli stati post-industriali una volta bastione dei democratici, segnando la sconfitta di Hillary Clinton, nonostante che avesse ricevuto piú voti popolari.  Ci ricorda il rosso della volgare cravatta di Trump, ben piú lunga del normale, o il rosso della vergogna di cui si sentono coperti tanti amici americani di fronte al mondo, per aver eletto un presidente cosí ignorante, razzista, arrogante, misogino, omofobo, e molti altri eccetera, come pochi se ne vedono in giro. Con l'aggravante di farlo diventare l'uomo piú potente del mondo, padrone di pace e guerra, trattati dicibili e indicibili tra nazioni, con una gran responsabilitá sul nostro destino, il mio, tuo, suo, vostro e loro,  includendo quello del nostro splendido pianeta azzurro, (giá sull'orlo della catastrofe climatica), che nel suo giro fuori pista  fotografó con rispetto e meraviglia l'astronauta Samantha Cristofoletti. (Un donna che non rientra per appeal nei desiderata di un Trump o Berlusconi ma di cui andiamo maledettamente fieri). Adesso, basta solo una spallata dei petrolieri e produttori di carbone amici di Trump contro le fastidiose e troppo pulite energie rinnovabili,  (che potrebbero dar lavoro a centinaia di migliaia di persone, come in Germania), o giochi di guerra con pesanti  fuochi d'artificio all'uranio, e il danno potrebbe essere irreparabile per la stessa specie umana. Amen e cosí sia.

Tra gli innumerevoli analisti che cercano di spiegare il disastro, una buona sintesi la fa il documentalista extralarge Michael Moore, uno che conosce come pochi le viscere dell'America profonda, dopo averla scrutata e interrogata in lungo e largo nei suoi pregevoli lavori sulle armi o la sanitá. Giá a giugno Moore aveva detto e scritto: Attenti! Ci sono almeno cinque ragioni per cui potrá vincere Trump. Leggendolo, ti davano i brividi da quanto suonava plausibili.  

  1. la frustrazione degli ex operai bianchi dei quattro stati dei Grandi Laghi, che avevano visto i loro posti di lavoro spostati in Messico o Cina, la loro vita precarizzata e sconvolta. A loro Trump prometteva di riportargli le fabbriche sotto casa, di sbattere fuori 11 milioni di lavoratori indocumentati messicani, di ripristinare il protezionismo, di modernizzare le infrastrutture pubbliche e altre magie. Un campanello d'allarme: i quattro stati postindustriali della “cintura della ruggine”, tradizionalmente nell'orbita del Partito democratico, che peró non aveva saputo proporre soddisfacenti alternative ai loro problemi, erano passati ai repubblicani nelle ultime elezioni statali.
  2. Il dominio sancito dai sacri testi (e pochi paesi nel mondo sono cosí attaccati alla Bibbia come gli Stati Uniti) all'uomo maschio stava chiaramente declinando nel paese, da quando Nixon permise alle studentesse di praticare sport, e poi, una concessione dietro  l'altra, eccole a pilotare aerei, a fare le soldatesse, a candidarsi per la Casa Bianca, ma dove si voleva arrivare? E' importante che chi si sente debole e frustrato abbia qualcun altro da dominare a casa sua per sentirsi qualcuno, ma adesso?......
  3. Parlandoci chiaro, il problema é Hillary, che il 70% degli elettori considera una politica ambigua, che non crede veramente in quel che dice. Votó a favore della guerra in Iraq e sarebbe capace di iniziarne altre. Non entusiasma i Millenials come ha fatto Obama.
  4. I votatori depressi di Sanders. Secondo i sondaggi, gli elettori di Sanders passeranno  (ricordiamo che Moore scriveva in giugno) a Hillary, ma non faranno propaganda per apportare cinque altri voti ciascuno, come successe per Obama. Quando sei giovane, hai bisogno di qualche sfida eccitante, per esempio avesse messo un'altra donna come vice, invece di scegliere uno scialbo moderato.
  5. L'effetto Jesse Ventura. C'é un curioso effetto che produce in molti la cabina elettorale, uno dei pochi posti dove non ci sono videocamera, mogli e figli, apparati elettronici a cui stare attaccato. Puoi votare Paperino o Topolino, nessuno puó dirti niente, puoi sentirti un anarchico, un rivoluzionario. Negli anni 90 in Minnesota votarono un pugile, Jesse Ventura, giusto per dare un messaggio alla classe politica che si meritava essere presa a pugni.  Succede anche con Trump.
Naomi Klein, la famosa ricercatrice canadese che ha messo allo scoperto fatti e  misfatti  delle imprese globalizzate, crede che la gente abbia ragione ad essere arrabbiata con l'élite, le imprese e la finanza che per la loro aviditá hanno lasciato gli altri sul lastrico. Hillary e Bill (appoggiando la deregulation del sistema finanziario) sono quelli che hanno organizzato la festa dei ricchi, a cui la gente é stata lasciata fuori. Si sa, Hillary ha rassicurato la Goldman Sachs che in politica si puó fare “un discorso per il pubblico e uno tra noi”, ci siamo capiti?  E ha ricevuto un cospicuo assegno per quella conferenza. Ah, non dimentichiamo che la Fondazione Clinton riceve finanziamenti da Arabia Saudita e Qatar, che non sono certo dei fanatici del rispetto dei diritti umani.
La gente non é cosí stupida come si crede. “Occorre un partito democratico serio, che lotti contro il razzismo istituzionale, la disuguaglianza economica e il cambio climatico”, é il parere di Naomi Klein e Michael Moore, due  tra gli intellettuali piú in vista nell'ambiente americano. “Potrebbe rivedere i cattivi accordi commerciali e la violenza politica, e rispettare i popoli indigeni come i protettori originali  del territorio, l'acqua e l'aria. Un programma intersettoriale puó canalizzare positivamente questa rabbia. In Canadá abbiamo cominciato a costruire un'agenda popolare chiamata  Il Manifesto  Dare il Salto,   sottoscritto  da piú di  220 organizaciones, da Greenpeace Canadá a Le Vite dei Negri Importano-Toronto e alcuni dei nostri maggiori sindacati”, continua Naomi Klein.
“L'imponente campagna di Bernie Sanders ha spostato in avanti la costruzione di una coalizione di questo tipo,... ma per iniziare la campagna non è riuscito a connettersi con gli elettori latinos e neri più anziani, che sono il settore che soffre di più con il nostro modello economico attuale. Questi errori possono essere corretti.
Il Partito Democratico dev'essere strappato dalle mani dei neoliberisti pro-business o dev'essere abbandonato. Da Elizabeth Warren a Nina Turner, dai laureati della campagna di Occupy  che ha portato a scala supernova Bernie, questo è l'insieme piú forte di leader progressisti. Siamo pieni di leaders, come dicono molti nel Movimento per le Vite nere.Quindi cerchiamo di uscire di shock il più rapidamente possibile e costruiamo  un movimento radicale che sia una vera risposta all'odio e la paura che suscitano  i “trionfatori” di questo mondo. Lasciate da parte ciò che ci divide e iniziamo subito”.

(segue)

 

 

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