Recensione di Aurelia Porvenir

libri - INCIPIT MON AMOUR

“Zero Gravity” (Ed. La Nave di Teseo, 2022)

               di Woody Allen

“Chiunque abbia gettato un fiammifero acceso nella stiva di una nave carica di munizioni può confermare che da un gesto insignificante possono scatenarsi decine di migliaia di decibel. Di fatto, per innescare lo tsunami che ha travolto la mia vita poche settimana fa è bastato un sintetico bigliettino fatto scivolare sotto la porta di casa nostra…”

Poche settimana fa? Ma come, Nave di Teseo! Un refuso dopo appena cinque righe dall’inizio? Proprio nell’incipit?

Hmm….. Ok, andiamo avanti. È l’inizio del primo dei 19 brevi racconti raccolti in Zero Gravity, l’ultima fatica letteraria di Woody Allen per ingannare il tempo mentre cerca di trovare (ma incredibilmente non li trova) i soldi per girare il suo cinquantesimo e pare ultimo film.

 

Recensione di Luciano Carpo

libri

"C'ero anch'io su quel treno" (Ed. Solferino, 2021)

La vera storia dei bambini che unirono l'Italia

Com’era l’Italia appena uscita dalla catastrofe del fascismo e della seconda guerra mondiale, ma anche con tanti valori e capacità organizzativa per inventarsi una ricostruzione democratica e solidale?

Giovanni Rinaldi cerca una risposta viaggiando dalle Puglie per l’Italia, raccogliendo le testimonianze dirette di ottantenni che, quando erano bambini nell’Italia postbellica, hanno vissuto una singolare esperienza.

Bambini soprattutto del Centro-Sud povero( Napoli, Sardegna) o segnato da bombardamenti (Cassino) o da violenze sociali (San Severo).

Un’Italia in povertà assoluta. Fame nera. Infanzia abbandonata o in precarie condizioni.

“I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro”.

COMMENTI IN SERIE

LA PILOTO [LA NARCO PILOTA]VISIBILE se non c’è altro: 5/10 – Su Netflix – Messicana – Due stagioni 80-82 episodi. Commento di P.B.

Serie messicana. Infinita: due stagioni di 80 e 82 episodi rispettivamente. La storia è nel filone tipico del narcotraffico. Abbondanza di dettagli su questo particolare fenomeno di organizzazione criminale, proprio di alcuni paesi latinoamericani. Forse è qui l’aspetto più interessante dell’opera: come questo tipo di delinquenza si interpreta in quanto fenomeno sociale del quale fanno parte ricchi poveri e borghesi. Nessuna classe sociale si salva. Si cerca di captare l’interesse dello spettatore diluendo una storia lunghissima e nutrendola di colpi di scena dovuti all’uso smodato e incoerente della metamorfosi morale dei vari personaggi. Anche la protagonista

COMMENTI IN SERIE

LA REGINA DEL FLOW VALE LA PENA: 7/10 - Su Netflix – Colombiana, 2018, 82 epis. Stagione 1°, commento di P.B.

"FENIX

Cada herida que yo llevo del pasado [ogni ferita che porto dal passato]// Es un arma nueva que yo voy preparando [è un'arma nuova che sto preparando]// Yo soy candela, de la que quema [io sono candela, di quella che brucia] // Ave de fuego nacida en la pena [uccello di fuoco nato nella pena] ."

Fenix è la canzone che più ritorna nella serie ‘LA REGINA DEL FLOW’. Fenix è il leggendario simbolo di cui idealisticamente si impadronisce la protagonista per rappresentarsi nel suo ruolo di vendicatrice, che risorge sempre dalle sue ceneri e che non si lascia mai annientare prima di aver conseguito il suo obbiettivo. I pochi versi iniziali già racchiudono l’essenziale della storia. Un drammone di vendetta e d’amore.

Recensione di Luciano Carpo

libri

“ L’animale che mi porto dentro” (Einaudi,2018)

 

Mi è venuta nostalgia di un buon dialogo tra due uomini o, meglio(per usare un termine alla moda) tra due maschi, dopo aver finito di leggere l’ultimo successo editoriale di Francesco Piccolo “ L’animale che mi porto dentro” (Einaudi,2018). Non perché lo consideri chissà che capolavoro originale (molti altri hanno trattato il tema con un valore letterario certamente superiore), ma solo perché potrebbe essere una scusa per parlare di noi, in quanto nati, culturalmente e socialmente educati come maschi, bianchi europei.  Con le nostre debolezze, sensibilità, rituali di branco, bisogno inespresso di tenerezza, romanticismi, aspettative, metamorfosi, meschinità, perversioni, grandezze, senso del potere, desiderio di erotismo sempre. Anzi, con esibizione del desiderio ( “los deseos”) anche quando il corpo è ormai stonato.

Un dialogo capace di offrire momenti di crudele lucidità. Un dialogo fatto con un linguaggio talora molto crudo, percepito normalmente come volgare o tutt’al più prosaico legato alla fisiologia del maschio e della femmina, eppure “vero” attorno al quale ( lo si ammetta o no) s’incaglia l’identità di genere e la vita sociale. Ed è proprio quando il linguaggio si libera dal convenzionale e dalla “poesia” e diventa scarno di orpelli, essenziale, che può far affiorare il profondo, la nudità. La verità.

Recensione di Aurelia Porvenir

libri - INCIPIT MON AMOUR

"Annientare" (Ed. La Nave di Teseo, 2022)

                                        di Michel Houellebecq

 

Certi lunedì di fine novembre o di inizio dicembre, soprattutto se sei scapolo, hai la sensazione di essere nel braccio della morte. Le vacanze estive non sono che un ricordo sbiadito, l’anno nuovo è ancora lontano; la prossimità del nulla è insolita.

Lunedì 23 novembre  Bastien Doutremont decise di andare al lavoro in metropolitana…

Inizia così l’ultimo romanzo di Michel Houellebecq, un poderoso volume edito in Italia da La nave di Teseo.

Sono molto sensibile agli incipit. Da quelle poche righe iniziali capisco, o credo di capire, se il libro mi piacerà o meno. Certo mi è capitato di ricredermi. E un libro che pensavo mi sarebbe piaciuto poi mi ha deluso. O un altro che all’inizio mi respingeva tanto da abbandonarlo dopo poche righe poi, ripreso in mano dietro la spinta di amici o di abili recensori, ha finito per catturarmi. Ma queste sono le eccezioni.

Un incipit per essere accattivante non deve essere frettoloso ma neanche prolisso; deve essere  ben scritto ma non pedante; non deve essere astruso ma, sì, un po’ misterioso.

Come va con l’incipit di “Annientare”?

COMMENTI IN SERIE

KATLA- Niente male: 7/10 - Netflix- 1 stagione – 8 episodi - Produzione Islanda - Commento di P.B.

Se voleste andare in Islanda ma non avete vacanze o soldi sufficienti, guardatevi questa serie. La prima che vedo di produzione islandese. Devo dire che mi è parsa niente male nel suo genere. Già; il suo genere. Non è tanto facile classificarla. Certamente ha una trama poliziesca intricata e inaspettata. Certo è una fiction con molta fantasia (improbabile com’è giusto che sia).

COMMENTI IN SERIE

BLACK MONEY - VALE LA PENA questa serie terapeutica: 9/10.  Viva li turchi.

  • Su Netflix - Turca, 2014, 164 epis. Stagioni 2. Commento di G.Evangelisti.

Gente, se per qualche giorno avete la fortuna di qualche leggera molestia, tipo mal di schiena o raffreddore, se fuori il nevischio taglia la faccia e i lupi ululano, il dottor Zivago non risponde al telefono, George Clooney è indaffarato coi figli che gli danno dello stronzo in italiano, non sentitevi in colpa se vi fiondate a sorbirvi in Netflix l'ultima sorprendente serie turca. Perché Turca? A me è successo che dopo aver visto un buon film turco, molto intenso, Chiaroscuro, sono incappata in questa serie, Black Money. Incuriosisce il fatto che all'inizio avvisino che eventi e personaggi siano puramente casuali...ah sì? Quindi significa che probabilmente si tratta della ricostruzione di casi fin troppo conosciuti dagli abitanti del Bosforo e della Cappadocia, dandogli stavolta il finale che segretamente speravamo, e quasi mai succede nella realtà. Catarsi, a questo serve l'Arte. Rivivere, riflettere, risolvere.

Recensione di Luciano Carpo

libri

"Il suonatore di nuvole"

di Alì Bader (Argo Editore, 2018)

Quello che si vive nell’Irak post Saddam. Quello che può vivere un giovane artista nella sua odissea di migrante e nella sua esperienza in Europa. La narrazione di Ali Bader è lineare. Fluido il suo stile, chiaro, impattante e originale il suo messaggio.

“Essere musicista in Irak non è per niente una cosa facile”. E non lo è per niente neppure in Belgio, in particolare se, come il protagonista del libro, Nabil, sei un musicista emigrato che vagheggia l’Europa come Città ideale:

“ Andremo laggiù, nella Città ideale

oltremare.

Un paradiso sognato dove i musicisti vivono

suonando tra le nuvole”.

Secondo il filosofo arabo Al-Farabi, la musica dovrebbe consentire di penetrare il senso della vita, di

Recensione di Gisella Evangelisti                                                        cinema                                                                                                                                                                      

A BETTER MAN

PER CAPIRSI SPIEGARSI

Un documentario presentato  il 15 novembre a New York al festival DOC NYC ha attirato in modo particolare l'attenzione dei media. Si tratta di  “A Better Man”, un'opera  che affronta in modo originale il tema della violenza domestica, in quanto i due protagonisti sono ex partners in cui l'uomo é stato un maltrattatore della sua compagna nei due anni della loro relazione.Attiya e Steve, di Ottawa, si conobbero  giovanissimi. Lei, bella e romantica, aveva 16 anni e frequentava le superiori, lui con un anno di piú, era considerato simpatico e sveglio. Si misero a vivere insieme, mantenendo pochi contatti con le famiglie.

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