La solitaria protesta pacifista di una "indignata" ante litteram

LA CASA BIANCA E LA TENDA BIANCA

di Gisella Evangelisti

Al numero 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington , c'è la Casa Bianca . Sul marciapiede opposto , che dà sul Lafayette Park c'è una tenda bianca . In mezzo , tra le due, ci sono tre auto bianche , con una linea gialla e alcune parole in nero : Polizia .
Dal parco , scoiattoli che mangiano noci cadute dagli alberi si fermano a curiosare nella tenda bianca . Una donna strana, alta poco più di un metro e cinquanta, di una certa età e con il viso cotto dal sole e dal freddo, porta un casco sopra una parrucca per proteggersi dai colpi dei teppisti , e sta in piedi piantata accanto a due grandi cartelli che dicono: "Bandire tutte le armi nucleari ". A volte scambia chiacchiere con un turista cinese o olandese , che dopo aver scattato una foto davanti alla Casa Bianca da mostrare con orgoglio agli amici , si ferma a leggere i cartelli posti accanto alla tenda . In una foto c'è una bomba nucleare enorme che potrebbe ridurre in polvere milioni di noi in un solo giorno , e, se siamo abbastanza fortunati, potrebbe avviarsi una simpatica reazione a catena che distruggerebbe tutta l'umanità . Tutto qui. Fine della storia nel pianeta delle scimmie vestite.
Chi ha il coraggio di sopportare lo sgradevole messaggio (oggi c'è un bel sole, perché dovremmo rovinarci la giornata? Oppure, oggi fa un cazzo di freddo, e non abbiamo alcuna voglia di intristirci )  può anche fermarsi e mettersi a parlare un po' con questa strana signora, che dice di chiamarsi Connie o Conchita, per la sua origine galiziana, anche se ci tiene a chiarire che lei si sente cittadina del mondo, e, in effetti, parla un sacco di lingue. Vi riempirà di opuscoli pieni di drammatici quanto ignorati messaggi alle autorità del pianeta contro la povertà , il traffico di armi, l'ingiustizia. Il turista perplesso starà a guardare un po ', per poi riprendere il suo cammino. Così , fino a sera , ogni santo giorno.

LA MARCIA DI MARTIN LUTHER KING 50 ANNI DOPO.

MA CHI CI PARTECIPA NEGLI USA DI OGGI?

di Gisella Evangelisti

Gli afroamericani erano arrivati in 250mila da tutte le parti del Paese. Avevano viaggiato in bus, in treno, in auto e avevano raggiunto Washington, il cuore del potere, quel 28 di agosto 1963, sfidando le autorità. S'erano vestiti a festa, come il Reverendo Martin Luther King aveva raccomandato di fare. Chiedevano un lavoro dignitoso e la libertà: "Jobs and Freedom" era scritto nei loro grandi cartelli. Ma come era possibile che una donna guadagnasse solo 5 dollari a settimana per le pulizie in casa di una famiglia che guadagnava almeno 100mila dollari l'anno? Arrivano i comunisti! Uffici pubblici e alberghi sprangarono le porte e 4000 militari della base aeronavale, della polizia locale, più agenti dell'FBI e del controspionaggio dell'esercito, travestiti da contadini, erano in stato di allerta in attesa che arrivassero i manifestanti.

RIFORME COSTITUZIONALI E CITTADINI SPETTATORI

di Paolo Basurto

Sono coscienti gli italiani che una riforma costituzionale è stata seriamente messa in cantiere e, se rimane l'attuale Governo con l'attuale maggioranza, rischia di essere effettivamente realizzata?  Il Fatto Quotidiano ha lanciato già da qualche tempo una raccolta di firme per scongiurare che questo avvenga e non mancano firmatari illustri come Zagrebelsky  Rodotà , Dacia Maraini e altri del mondo letterario e dell'arte, tra i quali anche Barbara Spinelli, che ha rilasciato una tagliente intervista a quel giornale (che vale davvero la pena leggere, per chi non l'avesse ancora fatto), nella quale afferma, tra l'altro. " Siamo nella continuità di un progetto che nella sostanza non è mai stato meditato né condannato. Tanto che quasi abbiamo realizzato il Piano di rinascita nazionale della P2 di Gelli. Siamo prigionieri di un’idea malata che incolpa la Costituzione d’ogni nostra stortura. Non si vuol vedere che invece siamo prigionieri di una cosiddetta classe dirigente prima compromessa col fascismo, poi coi clericali, poi con l’America, poi con la mafia, poi con Berlusconi."

Quello che più preoccupa è il completo scavalcamento dell'opinione pubblica. La riforma è stata avviata in fretta, promessa da un Governo a scadenza (entro 18 mesi ha detto Letta) utilizzando una maggioranza parlamentare a dir poco precaria e certamente singolare. Inoltre proprio in questi giorni l'iniziativa ha subìto una sorprendente accelerazione. La Commissione di Saggi, nominati dal Governo e sulla cui rappresentatività si è molto discusso (una Costituente nominata e non eletta) ha concluso i suoi lavori a tempo di record, vantandosi di aver consegnato con un mese di anticipo, il 18 settembre, il suo Rapporto. Tutti gli attori in scena sembrano pienamente soddisfatti. La via del Presidenzialismo è scongiurata mentre si dovrebbe imboccare quella del premierato forte, come ha sintetizzato Violante. Di dare maggiore spazio alla partecipazione dei cittadini non si parla proprio e l'idea di dare quella forza al Presidente del Consiglio che Berlusconi ha più volte lamentato di non avere, si è fatta strada, sembra all'unanimità.

Ma quello che lascia perplessi è la pubblicità (anche se è sempre stata timida) che invita gli italiani a partecipare con il loro parere a un grande sondaggio on line promosso dalla Presidenza del Consiglio. Chi è andato sul sito partecipa.gov.it e ha riempito i questionari proposti, avrà ricevuto i ringraziamenti dei promotori e le felicitazioni per aver contribuito ad una iniziativa tanto importante. E' così che partecipa attivamente il popolo.  Ma nel Forum aperto sullo stesso sito si potrebbe constatare che coloro che hanno partecipato (pochi mi sembra) hanno seri dubbi su chi e come dovrebbe utilizzare i dati del sondaggio. Del resto era logico immaginare che il primo utilizzatore sarebbe stata la Commissione. Ma questa probabilmente non ha ritenuto rilevante informarsi sui risultati del sondaggio che avrebbe dovuto concludersi l'8 ottobre e, sicura delle sue conclusioni, ha terminato ben in anticipo il suo lavoro. Insomma una significativa messa in scena, che maschera assai male la natura malsana di un'iniziativa che avrà enormi conseguenze sulla vita della società italiana e che viene cucinata del tutto all'interno dell'attuale classe politica pure così squalificata e poco rappresentativa. E' vero! Non siamo mai contenti.{jcomments on}

Il M5S grazie ai risultati inaspettati delle ultime elezioni costituisce una formazione politica di tutto rispetto. Ma qual'è la sua vera forza a causa delle sue intrinseche debolezze organizzative? Il dibattito aperto dai contributi di Salvatore Mazzeo e Silvano Bonfirraro ha interessato molti lettori e ha suscitato questa attenta analisi orientata ad una migliore comprensione del fenomeno che avrebbe potuto, e potrebbe ancora, cambiare radicalmente lo scenario della politica italiana.

IL M5S UNA FORZA DEBOLE

PARTECIPAZIONE, DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E ALLEANZE POLITICHE

di Massimo D’Angelo

Posizioni diverse sul Movimento 5 Stelle

I recenti interventi di Salvatore Mazzeo e di Silvano Bonfirraro su Partecipagire offrono un’occasione per fare una riflessione critica strettamente legata all’esperienza parlamentare del Movimento 5 Stelle.  Sia Mazzeo ('Frammenti di Stelle') che Bonfirraro ('Il M5S è ancora un'alternativa?') provengono da un’esperienza diretta di militanza nel M5S, ma evidentemente le loro posizioni differiscono in modo sostanziale rispetto al ruolo futuro del movimento.  Bonfirraro non sembra tanto interessato ad entrare in profondità sui temi della partecipazione e della democrazia diretta/democrazia rappresentativa. Nel suo contributo, il punto centrale è il seguente: “oggi il vero problema, quello che più urgentemente deve essere affrontato, è riuscire a dare una spallata definitiva a questo sistema politico corrotto che ci sta annientando”). Le modalità per raggiungere quest’obiettivo sono illustrate solo en passant, perché Bonfirraro preferisce mettere l’accento sui motivi per cui, secondo lui, una collaborazione tra PD e M5S era ed è improponibile.  Ciò non di meno, è proprio in quel contesto che lui accenna alle tematiche della partecipazione e della democrazia diretta, a volte ridimensionandone l’importanza, forse in risposta ai critici del M5S, che riconoscono in quei temi contraddizioni profonde. Ma, Bonfirraro ribadisce, non è questo il tema centrale: non si deve esagerare parlando di democrazia diretta. L’importante è scuotere il sistema di interessi e di corruzione che domina gli attuali partiti al potere.

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