AFFARI DI CUORE 2

dal Blog di Gisella Evangelisti

Il barelliere mi mette una cuffietta verde e mi rimbocca le coperte come un buon papá, lasciandomi davanti alla porta blu, con qualche parola affettuosa. Dalla porta esce una donna dagli occhi vivaci, con un grembiule di plastica a fiori, e in testa un berretto colorato, annodato dietro come un fazzoletto da pirati. Insieme a lei, esce un giovane con lo stesso fazzoletto e tre anellini alle orecchie. Mi sembra di trovarmi alla Scuola Materna “Capitan Uncino” piuttosto che in una severa UOC (Unitá Operativa della Complessitá Cardiologica) di una cittá del Nordest. “Ehi, che bei grembiuli avete!”, commento, “ci sta bene un po' di colore in sala operatoria”.

“E lei che ci fa qui, cosí giovane e bella?”, chiede la donna.

“E´perché sono fortunata a finire nelle vostre mani, invece che restarci secca prima”, rispondo.

“Meno male che qualcuno se ne accorge!...”, ribatte lei, ridendo. E cosí, con un questo scambio di cordialitá, l'operazione alle mie coronarie (disastrate come poche), a cui si dirigono solerti due medici muniti di occhialoni di plastica, (come quelli che si usano per la fiamma ossidrica), non potrebbe cominciare meglio.

Blog di Gisella Evangelisti
                                                                        AFFARI DI CUORE

Da qualche tempo  l'organo prezioso che palpitando instancabile  giorno e notte mi ha permesso di godere di una vita intensa e colorata, fa un po' i fatti suoi: a volte scavalla imbizzarrito, e poi prosegue zitto per non farsi notare. Embé? Che succede, mi dico.
Cosí, un giorno di due anni fa,  decido di fare un controllo nell'ambulatorio piú vicino, nel centro storico di Barcelona. Dopo l'elettrocardiogranma, ecco che la dottoressa salta su agitata.
“Lei ha al massimo un quarto d'ora di vita!!!” mi grida. “Angina pectoris acuta!!!!!”
Un quarto d'ora di vita? Guardo l'orologio. Accidenti, non posso salutare nessuno...  Mi vengono due lacrimoni agli occhi. Poi ho  uno scatto di luciditá. Ehi, mi dico, se devo morire in un quarto d'ora dovrei  sentire un dolore forte da qualche parte, no? Invece niente di niente.

ESCLAVAS O “HEROINAS”, MUJERES EN EL ESTADO ISLÁMICO

di Gisella Evangelisti

Loretta Napoleoni
Loretta Napoleoni es una economista y politóloga italiana, autora de bestsellers como
SCHIAVE O EROINE
Le Donne nello Stato
Islamico
Il 9 ottobre Loretta Napoleoni ha tenuto una conferenza a Barcellona
sul tema 'L'Europa e la sfida del terrorismo'. Ispirata da quanto ha detto, ho scritto questo articolo sulla condizione delle donne nello Stato Islamico. L'articolo è stato pubblicato in spagnolo su La Independent
del 15 ottobre 2015.
"Economia Canalla" y el reciente "El Fénix islamico. El Estado Islámico y el rediseño del Oriente Próximo", ediciones Paidós, un libro inicialmente rechazado por una editorial de New York, y traducido después en 20 idiomas.
El dia 9 de octubre dió una conferencia en el CC del Born en Barcelona, tratando el tema "Europa frente al desafío terrorista".
En la conferencia, Loretta Napoleoni recordó cómo, a diferencia de Al Qaeda y otros movimientos terroristas, el EI se plantea construir un estado que va de Siria e Iraq hasta Israel, tomando el control de sus recursos (petróleo y agua) y, buscando el reconocimiento de toda la Umma, la comunidad islámica.

Paradiso e inferno

 

Il sabato passo un paio d'ore in un locale con pianoforte, libri e candele, e molte tavole pulcramente apparecchiate con tovaglie a fiori.   La sala, gotica, ha i muri di pietra a vista e il soffitto a volta, e in passato potrebbe essere stata sede di un convento che raccoglieva trovatelli, o un postribolo, o un ritrovo di cavalieri che preparavano cospirazioni.  Adesso un paio di volte alla settimana si trasforma in un luogo d'incontro, cibo e chiacchere per un'umanitá che piú varia non si puó. Alla spicciolata, arrivano due russe elegantissime (badanti precarie) , un vecchio dai baffi di pirata, un'anziana carica di bigiotterie sparluccicanti, che trascina, come una lumaca, la sua casa-carrello, un afroamericano gigantesco che ascolta il rap in due grossi auricolari, piú qualche ceffo con una cicatrice in faccia, una ragazza spaesata, un giovane con codino e zaino. Tutti solidamente o temporaneamente precari.

Per due ore volontari ed  ospiti siamo soggetti di scambio gratuito di cibo e parole, fuori dalla dittatura del mercato, le casse e le tasse.  É una mensa della comunita di Sant'Egidio di Barcelona, una di quelle mandate avanti, si diceva una volta, dalla Provvidenza, ossia quelle in cui, tra quattro pacchetti di riso donati qua, qualche biglietto da cento arrivato lá, ed ecco che si riesce a scodellare come dal niente sui 130 pasti caldi nutrizionalmente  bilanciati, con tanto di cioccolatini e torrone finale. E qualcuno degli ospiti ricambia, a volte, con una lezione di vita, come oggi. Anche quella, gratis.

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