SIRIA: FU VERA PRIMAVERA?

Aleppo sta per ricadere nelle mani di Assad. Una guerra civile lunga e sanguinosa potrebbe essere vicina ad una conclusione: la sconfitta dei Ribelli e la vittoria del Dittatore. Un'altra Primavera araba, insomma, finita malamente nella tragedia. Ma non è un modo di vedere le cose condiviso da tutti. Nella nostra epoca dove le informazioni corrono alla velocità della luce, sembra incredibile, nemmeno su questa guerra che dura da anni appare facile farsi un'idea chiara di quanto sia avvenuto e stia avvenendo.

Suggeriamo di riascoltare la trasmissione di Tutta la Città ne parla di Radio3 dell'8 dicembre, come sempre interessante e ricca di analisi acute (link) e ben informate. Ma suggeriamo anche, fortemente,
di vedere il video di Guadalupe Rodrigo, monaca missionaria dell'Istituto del Verbo incarnato, che dalla sua missione proprio ad Aleppo, ha visto e vissuto il conflitto dalla sua nascita e descrive il suo punto di vista in modo eloquente e, forse, inaspettato.

 

HO VOTATO SI'

di Paolo Basurto

5 dicembre; Lunedì. Gli italiani hanno già votato per riformare la Costituzione e la proposta del Parlamento, che l‘aveva approvata con meno dei due terzi necessari, è stata bocciata. Grande partecipazione di popolo; più del 65% degli aventi diritto al voto. Risultato indiscutibile: quasi il 60% ha detto no.
Sono in treno per Parigi. Sei ore da Barcellona; ho tutto il tempo per pensare. Gli opinionisti non si risparmiano; le interpretazioni serie sono ricche di ipotesi intelligenti per capire il comportamento degli italiani. Non spieghiamo tutto con il populismo, dicono alcuni. Anzi, gli italiani hanno fatto capire proprio questo: non vogliono cambiare per cambiare; e nemmeno vogliono mischiare la politichetta dei partiti con le decisioni maggiori; la Costituzione è una Legge troppo importante per il piccolo cabotaggio di una classe dirigente sempre tentata dalla manipolazione. Insomma gli italiani ci tengono alla Costituzione; per loro è una difesa contro le aberrazioni del potere. Finora ha fatto bene il suo servizio. Per modificarla bisogna dimostrare che vale la pena, e per questa volta le prove non erano sufficienti.

CHI HA VOLUTO DONALD TRUMP ?

di Marco Borsotti

 Il carosello della campagna elettorale

Per circa un anno, il mondo ha seguito lo snocciolarsi di una strana novella dal titolo accattivante, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che si é appena conclusa lo scorso 9 novembre con il grande finale che ha dato il responso del voto: eletto é stato un miliardario americano, per noi italiani nulla di straordinario abituati come siamo stati ad avere un miliardario al potere per circa vent'anni, di nome Donald Trump.

Gran parte del sistema informativo gli é stato praticamente sempre contro. Le previsioni elettorali lo davano quasi tutte perdente. I commentatori non pensavano ce la potesse fare fatta eccezione per una voce fuori dal coro. Quindi il risultato é giunto al pubblico, soprattutto quello estero, come una sorpresa.

Ovviamente, alcuni, come il regista Michael Moore avevano previsto da tempo il suo successo, ma per quasi tutti gli altri la sua ultima opponente sembrava imbattibile. A dire il vero, anche in casa repubblicana quando vi erano ben nove contendenti per la nomina ufficiale del partito, il suo nome era certamente quello di un esterno, molto noto nelle cronache per certi suoi atteggiamenti diciamo irriverenti, ma non considerato con troppo peso per poter raccogliere consenso dal momento che l'apparato del partito sarebbe stato a favore di altri candidati. Invece, forse proprio perché osteggiato dal partito, in breve Trump iniziò ad accumulare una vittoria dietro l'altra superando i suoi avversari con margini imprevisti. Dopo poche settimane dall'inizio del processo, la maggior parte dei candidati avevano dovuto gettare la spugna ed a primavera inoltrata anche l'ultimo dovette riconoscere la sconfitta aprendo la strada alla sua nomina.

“SPERARE PER IL MEGLIO E PREPARARSI AL PEGGIO”

James Himes, deputato democratico rieletto, nonostante il controllo quasi totale del Congresso e del Senato sia rimasto repubblicano, ha inviato questa lettera a noi e ai suoi sostenitori. E’ interessante. E’ una lettera dal Fronte, nella quale la tenace speranza di recupero del consenso popolare non riesce a nascondere né la sorpresa e la delusione, né la preoccupazione seria di una grave involuzione istituzionale.
La più grande democrazia del mondo non è meno fragile delle altre. L’Europa potrebbe trarne qualche insegnamento. Perlomeno dovrebbe avere l’intelligenza di non farsi rappresentare dall’esultanza di una Le Pen, di un Grillo o di un Orban, orribilmente in sintonia con i peggiori sentimenti di un Trump.           [Orig. ingl. qui]

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   "Mentre rifletto sulla mia rielezione della scorsa notte, voglio ringraziarvi per gli sforzi incredibili che avete fatto per me. Il vostro aiuto e la vostra fede in me mi commuovono.

Come ognuno di voi, anche io sono sbalordito dal fatto che Hillary Clinton abbia perso. Tutti noi avevamo un enorme investimento emotivo nel vederla diventare presidente. E' difficile pensare a questo momento attraverso la foschia di shock e stanchezza che stiamo sentendo tutti, ma voglio condividere alcune cose di cui sono certo.

Qualunque sia il risultato e quello che verrà dopo, non possiamo abbandonarci alla disperazione e amarezza. Questa è stata una campagna elettorale orribile in cui Donald Trump ha interpretato i peggiori istinti degli americani ansiosi. Dobbiamo essere forti contro la retorica divisionista scatenata dalla sua campagna, rimanere fedeli ai nostri valori pluralistici, e dobbiamo comunicare con coloro che temono veramente per la loro sicurezza dopo una campagna demagogica - le comunità di immigrati, musulmani, persone di colore, le donne, chiunque abbia sentito l'oppressione - per far loro sapere che ci batteremo per difendere i loro diritti e le loro libertà, e che noi li consideriamo come americani.

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