A cura di P.B.

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libri

ROMANZO DI FRONTIERA

di Azzurra Carpo - ed. Feltrinelli

Chi conosce Azzurra, sa che è socialmente impegnata. Un impegno appassionato ma lucido; sempre informato e ben documentato. Ma quello che può sfuggire, anche a chi conosce Azzura, fino a quando non abbia letto questo suo romanzo di Frontiera, è la forza comunicativa ed emozionante della sua Poesia. La poesia in prosa è sempre stata una cosa difficile e rara a trovarsi. Azzurra la produce naturalmente. Produce immagini e suoni, idee e sentimenti, nostalgie melodiose e rabbie tumultuose, tutto con le sue parole scritte. Parole generate dalla compassione e dalla protesta; dalla voglia di scuotere e di amare. Insomma, una Musica; una bella

Musica. Come quella per la quale lavora, nella Storia, l’Angelo Ben, accordando i nostri pianoforti.

 

Il suo romanzo è un tessuto filigranato. Una trama a luminosità variabile a seconda della concentrazione e dell’immaginazione, di personaggi, di citazioni dirette, indirette, create, suggerite, rielaborate, attraverso richiami storici miti ed emblemi della letteratura e della musica. Il tutto in una cornice latinoamericana inesauribile di aneddoti, di apparenti curiosità antropologiche e folcloriche, cariche invece di simbolismi e metafore capaci di rompere, a tratti, il pretesto geografico culturale per aspirare legittimamente a qualcosa di più universale.

Eppoi nella prosa, aderente ad uno schema narrativo esplicitamente musicale, quello che più emoziona è il prorompere della sua vena poetica (di cui è facile riconoscere l’appartenenza genetica; Azzurra è la figlia di Gisella Evangelisti), mai sacrificata né tenuta a freno.   Al contrario, liberata, come un sollievo creativo e consolotario.
Finalmente, il condimento di una fine ironia che, simulando leggerezza, insinua progressivamente la sensazione del dramma e la paura della tragedia.

P.B.

Da LEGGERE

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Azzurra Carpo è nata a Vicenza. Si è laureata a Bologna con una tesi sulle organizzazioni indigene dell’Amazzonia. Ha lavorato nelle comunità del Rio Ucayali (Amazzonia peruviana) in un progetto di cooperazione internazionale per la promozione dei diritti delle donne Shipibo. Nel 2003 il suo réportage sull’Amazzonia ha vinto il premio dell’associazione Italo Calvino intitolato a Paola Biocca. Autrice anche di "In Amazzonia" (Milano, Feltrinelli, 2006); "La Ternura y el Poder" (Quito, Abya Yala, 2006); "Una canoa sul rio delle Amazzoni: conflitti, etnosviluppo e globalizzazione nell'Amazzonia peruviana" (Gabrielli Editore, Verona, 2002); co-autrice di "Prove di futuro" (Migrantes, Vicenza, 2010).

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