a cura di Elena Basurto

cinema

AMERICAN HUSTLE

Un film di David O. Russell. Con Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence

David O. Russell aveva già firmato “Il Lato Positivo” in cui un sorprendente Bradley Cooper  riusciva a dare spessore e umanità ad un personaggio affetto da bipolarismo, senza per questo lasciarci un senso di pesantezza opprimente.

“American Hustle” avanza di una considerevole spanna, riuscendo a giostrare un coro di personaggi, intrecciati da una vicenda spassosa nonché rischiosa, con altrettanta attenzione.

E’ proprio vero che la riuscita dei personaggi dipende dalla perfetta sintonia tra sceneggiatura, regìa ed il talento dell’attore. In questo film troviamo attori dalle capacità  consolidate (Christian Bale, Amy Adams e lo stesso Bradley Cooper) che il regista è stato capace di plasmare e far piroettare lungo i confini tra la commedia e il dramma.

Sono rimasta particolarmente colpita dalla giovane Jennifer Lawrence che risulta perfetta in un ruolo nervoso tanto quanto in uno epico(Hunger Games).

Anche Christian Bale è qui nei panni di un personaggio insolito rispetto a quanto ci aveva abituato. La sua solennità si ammorbidisce (insieme al suo fisico! con l’aggiunta di svariati chili) per diventare un uomo furbo ma cauto, serio ma ironico. Se devo trovare un pelo nell’uovo (e non mi riferisco alla sua testa…), mi sconcerta quanto Christian Bale sia capace di martoriare il suo corpo per adattarsi al personaggio (vedasi ad es. “L’uomo senza sonno”). Ad alcuni ispira ammirazione, io sono molto critica del fatto che l’industria del cinema esiga questo, veicolando un messaggio di mancanza di rispetto del proprio corpo.

Evidentemente questo regista è affascinato dai profili psicologici disfunzionali, tipo il bipolare, l’aggressivo/passivo, il codipendente… Ma il bello è che riesce a renderli senza cadere in grottesche imitazioni, o drammi strappalacrime. I suoi sono film in cui si parla di cose serie ma si ride. E questo film lo ritengo particolarmente riuscito perché il regista ha saputo giostrare ogni personaggio con uguale sapienza. Nello stesso tempo ha mantenuto il ritmo di una storia divertente, che diventa accattivante non tanto per la sua complessità (quanti film su truffatori mi fanno perdere il filo dopo pochi minuti!), quanto perché è condita con una varietà di sentimenti, che rendono il sapore del film estremamente realistico ed umano. Amore, ambizione, dolore, attaccamento, insicurezza… tutte emozioni dipinte con l’acquerello piuttosto che con l’acrilico. E in più: una spruzzata di umorismo.

Una cosa risulta chiara dopo aver visto questo film: gli anni ’70 sono stati la decade della tragedia personale dell’acconciatura…{jcomments on}

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