{jcomments on}LEGGE ELETTORALE

alla ricerca del menopeggio

di Roberto Villani

Su giornali e televisioni vengono presentate proposte di sistemi elettorali complicatissimi e spesso ispirati a esperienze di altri paesi che mai avremmo pensato di prendere a modello (p.es. Irlanda, Turchia) .

Credo che pochi siano in grado e abbiano la costanza di seguire calcoli e meccanismi contorti esposti con una terminologia di difficile comprensione.

Eppure la legge elettorale è la base della democrazia, perché fissa le regole attraverso le quali il cittadino può esprimere la propria volontà, scegliendo chi delegare a rappresentarlo in parlamento.

Mi sembra intuitivo che il sistema elettorale più comprensibile e che meglio rispecchia la volontà dei cittadini è quello proporzionale, dove ogni forza politica presenta delle liste di candidati e ha la forza parlamentare corrispondente ai voti presi.

Poiché il sistema può comportare il rischio di una frammentazione del parlamento in molti partiti, con conseguente instabilità del quadro politico e difficile governabilità del paese, sono state apportate, in molte democrazie, dei correttivi al proporzionale o sono stati introdotti altri sistemi che premiano, al di là della percentuale di voti ottenuta, il partito che in ogni collegio elettorale ha avuto la maggioranza (c.d. maggioritario, con diverse varianti).

A mio parere più ci si discosta dal principio di equivalenza fra numero dei voti e numero dei rappresentanti parlamentari, più si altera la volontà popolare e si rende di difficile comprensione il meccanismo.

Il sistema che abbiamo in vigore in Italia è misto, maggioritario – proporzionale, ma ha introdotto delle

UN FUTURO PER LE DONNE AFGHANE

di Massimo D’Angelo

Due funzionarie misteriose

Vestite di nero e silenziose, assomigliavano alle nostre suorine di qualche decennio or sono. Le due funzionarie governative erano venute al mio seminario a Kabul per sentire quello che le istituzioni pubbliche e i rappresentanti della comunità internazionale avevano da dire sulle direzioni strategiche della cooperazione internazionale nel settore agricolo.  Durante la mattinata, una direttrice generale del Ministero dell’energia e dell’acqua aveva ribadito ripetuti attacchi ai rappresentanti del Ministero dell’agricultura per i consueti contrasti istituzionali tra i due enti, spesso rivali nella spartizione della torta, cioè nell’accesso alle scarse risorse nazionali disponibili per lo sviluppo. Ma le due funzionarie silenziose erano rimaste in disparte, non accennando a nessuna espressione di consenso o di sostegno. Solo alla mia presentazione con il PowerPoint, quando feci riferimento alla strategia nazionale per il Gender Mainstreaming (vedi il mio ultimo intervento La condizione della donna – Afghanistan: la sfida dei processi di cambiamento del 24 giugno 2012), i volti delle due funzionarie si illuminarono ed espressero un interesse più vivo, sorridendomi, confermandomi così silenziosamente, con un lievo cenno con il capo, il loro assenso a quanto stavo affermando.  Così, alla fine del seminario, mi avvicinai per sapere chi fossero.  Vincendo la loro riservatezza si presentarono con le formalità d’uso, evitando di darmi la mano, com’è tradizione da queste parti. Mi dissero che erano rappresentanti del Ministero per gli affari femminili.  Non mi aspettavo la loro presenza, perché non avevo ricevuto conferma della loro partecipazione.  Dopo pochi scambi di convenevoli, chiesi loro di poterle visitare presso i loro Uffici.

Quante Stelle per il Movimento di Grillo ?

Purghe  delusioni e aspettative politiche

di Paolo Basurto

Un’altra purga di Grillo ha afflitto il Movimento 5 Stelle. Per chi non segue il Movimento da vicino la notizia è passata inosservata. Solo qualche giornale regionale o locale dell’Emilia-Romagna ne ha parlato. La lista civica del piccolo comune di Cento, vicino Ferrara, è stata sconfessata da Grillo il cui avvocato ha inviato regolare diffida per impedire che venga ulteriormente utilizzato il logo e il nome del Movimento. Le motivazioni ufficiali non ci sono, ma il gruppo di Cento aveva appassionatamente sostenuto il Consigliere di Ferrara Valentino Tavolazzi, espulso anch’egli qualche mese fa e anche in quel caso per delle ragioni finora mai chiarite.

Questa volta la reazione è stata singolare: è stato creato un nuovo logo nel quale le stelle non sono più cinque ma bensì sei. La sesta, si afferma, è quella della coerenza. Una componente importante che sembra fare difetto

E se l’Europa non fosse solo Business?

di Roberto Villani{jcomments on}

Nessuno vede più l’unione europea come  unione di ideali,  di culture e di popoli, ma solo come associazione di interessi economici, che dura finché gli interessi convergono. Per altro mi pare che questo fenomeno lo stiamo da tempo vivendo in ambito nazionale dove sono sempre più forti le spinte a perseguire solo il proprio utile a scapito di ogni vincolo unitario. Così nacque la Lega per difendere il nord ricco contro il sud povero e così varie forze politiche da tempo cavalcano gli interessi di talune categorie di cittadini contro altre (dipendenti contro lavoratori autonomi, imprenditori contro statali, residenti contro immigrati), mascherando la volontà disgregatrice  sotto  gli ideali più disparati (liberismo, garantismo, difesa della tradizione e della religione), ma che possono essere tutti racchiusi nella paura di perdere qualcosa ( soldi,  privilegi, status sociale ecc.), il tutto con buona pace del patto sociale.

Sperando che nel futuro le aspirazioni e i comportamenti delle nazioni non siano ispirate ai soli interessi economici, mi sembra molto corretta l’osservazione che, anche tralasciando gli ideali europeistici e badando solo all’utile economico, l’abbandono della moneta europea non  porterebbe alcun beneficio.

Non mi pare infatti valida la tesi dei fautori dell’uscita dall’euro che ripetutamente la paragonano al fallimento dell’impresa commerciale: “ ho tanti debiti, non posso pagarli, quindi fallisco e il creditore si sobbarcherà il danno”. Peccato che nel campo commerciale l’impresa che fallisce viene liquidata poi scompare, muore; non

Nulla si aggiusta - Tutto si Distrugge

Anche Loretta Napoleoni vuole gettar via l'Europa.

di Paolo Basurto

Ultimamente è diventata una moda voler far fuori l'Europa. Quindici anni fa, in piena auge di consenso popolare, la destra berlusconista e bossiana sparava a man salva contro l'Euro e su chi aveva ottenuto che ci entrassimo anche noi. Il cambio con la Lira -si diceva- era stato mal negoziato e il risultato aveva dato una lievitazione dei prezzi del 100%. Gli altri rispondevano, con scarsa presa sulla pubblica opinione, che quel rialzo era del tutto ingiustificato e che era stato frutto di speculazione commerciale di piccolo cabotaggio. Un governo meno disattento avrebbe potuto facilmente controllare il fenomeno (come infatti era avvenuto in tutti i Paesi che contano). Ma si trattava, piuttosto, di bordate a salve. La prospettiva di uscire dall'Euro -e quindi dall'Europa- non era lontanamente realistica, mentre sparare e far rumore qualche consenso mal informato lo faceva sempre guadagnare. Un po' come avviene oggi con il Governo Monti. Parlarne male è sempre conveniente, ma quanto a farlo cadere... la sola prospettiva è suicidio. Ecco perché quelli che si dànno il lusso di stare all'opposizione sono quelli che non avrebbero alcuna responsabilità in una futura crisi di governo, perché di fatto non hanno i numeri per

La condizione della donna

Afghanistan: la sfida dei processi di cambiamento

di Massimo D’Angelo{jcomments on}

Era uno degli ultimi giorni della mia prima visita a Kabul.  Un pomeriggio d’estate, con un caldo  afoso ma secco, tipico di questo paese semidesertico. Stavo lì per occuparmi di sviluppo economico, anzi agricolo, ed in particolare di nuovi strumenti di programmazione.  Però, non potevo mancare di indagare su temi che vanno al di là del mio orticello quotidiano, visto che lo “sviluppo” non può essere limitato alla crescita economica ma investe dimensioni sociali ben più ampie. Come ho osservato nelle mie impressioni già apparse in questo sito (vedi Donna in Afghanistan—Appunti di viaggio, 18 aprile), non potevo evitare di rimarcare la dimensione eclatante della condizione costrittiva in cui si trova la donna in quel paese.

Decisi così di chiedere un appuntamento col consigliere per questioni femminili del Ministero dell’agricoltura.  Si

IL PROBLEMA E' LA FIDUCIA

un commento schietto sul Movimento 5 Stelle{jcomments on}

di Roberto V.

Ecco la mia valutazione sintetica sul Movimento 5 Stelle: ho ancora molti dubbi sulla sua affidabilità  e al momento, ne condivido solo l’avversione per l’attuale modo d’agire dei politici. Mi sembra troppo poco per ritenere che il movimento utilizzerebbe il mio eventuale voto  diversamente da come è stato finora usato e soprattutto in modo affine al mio pensiero, considerato che ho letto da parte dei sostenitori e del maggiore rappresentante affermazioni spesso di pura rabbia. .

Per me sinistra, destra e centro non sono categorie inutili perché sono l’unico modo per aggregare le idee di cittadini che sentono e pensano in modo simile, servono inoltre a dare una indicazione sulle decisioni che prenderà il nostro rappresentante politico; se pure con un certa approssimazione, data dalla comune ideologia, le categorie politiche dovrebbero anticipare il comportamento che terrà il  nostro rappresentante anche fuori da quanto dichiarato nel programma elettorale.

Per me non tutti i politici sono stati dannosi e comunque non tutti in modo uguale; le differenze fra Napolitano e Berlusconi, fra Monti e Brunetta fra Cacciari e Santanché ecc.. sono determinanti e usare per tutti  le stesse violenti critiche premia quelli che ( a mio parere) sono di gran lunga i peggiori.

Per me anche il modo di esprimersi ha un suo valore ed è indicativo non solo del carattere ( che pure conta) ma anche del pensiero e delle intenzioni. Così in passato non ho mai creduto che le affermazioni razziste della lega fossero delle semplificazioni

Pirati in Germania

vento in poppa per il giovane movimento. Meglio del Movimento 5 Stelle?

di Andreina Russo{jcomments on}

Partiamo dai numeri, che ci mostrano con pochi segni una realtà articolata. La Germania, con i suoi 82 milioni di abitanti, è oggi il paese più popoloso d’Europa e molti dei  sedici stati[1] che la compongono hanno una popolazione paragonabile a quella di numerose nazioni europee. Qualche esempio:

Stati  Europa

Popolazione

Stati  Germania Federale

Popolazione

Svizzera

7.500.000

Berlino

3.400.000

Austria, Bulgaria

8.000.000

Saarland

1.000.000

Svezia

9.000.000

Schleswig - Holstein

2.800.000

Grecia, Portogallo

11.000.000

Nordreno - Westfalia

18.000.000

Paesi Bassi

16.500.000

Bassa Sassonia

8.000.000

Tale realtà[2] incide ovviamente anche sulla composizione del parlamento europeo che, eletto dal 1979 a

{jcomments on}QUALE ORIZZONTE PER IL MOVIMENTO 5 STELLE

di Paolo Basurto

Che piaccia o no a Napolitano, il boom del M5s c'è stato. Anzi, la sua affermazione elettorale, inaspettata per tutti nelle dimensioni in cui si è poi realizzata, è il fatto più importante di questa fase politica.

Dopo averlo ignorato, considerato con sufficienza, derisione o anche benevolenza romantica e compassionevole, oggi tutto il mondo dell'intellighenzia mediatica cerca di accaparrarsi  interviste di esponenti del Movimento e teorizza spiegazioni, disegna profili, vaticina futuri (per lo più catastrofici). La verità è che pochi hanno capito che cosa sia veramente questo Movimento. I più, dopo averlo confuso costantemente con Grillo, cominciano adesso a sospettare che ci sia dell'altro e notano, con meraviglia, che quello che appare è quasi sempre assai diverso da Grillo; almeno nei modi. Il caso più evidente è anche quello più eclatante: il neo Sindaco di Parma, Pizzarotti. Grillo è normalmente scatenato, furioso, irridente, strilla e spara a zero senza riguardi. Pizzarotti è sereno, sobrio, sorridente; argomenta in modo lucido e costruttivo. Quello che dice è pieno di senso e di poche parole. All'intervistatore che gli chiede se la frase di Napolitano lo ha fatto arrabbiare, lui risponde pacato: "arrabbiare? No! Mi ha addolorato" Molto più efficace di qualsiasi invettiva. E ad un altro che gli chiedeva se la protesta sarebbe continuata anche dopo aver conquistato la poltrona di sindaco, risponde stupito: "ma noi non siamo mai stati un movimento di protesta, noi siamo un movimento di proposta". Diventeranno frasi storiche.

Lo stesso Pizzarotti ha colto più di un'occasione per marcare differenze significative. "Grillo è Grillo e senza di lui

{jcomments on}È possibile soffrire la fame solo perché sei donna?

di Massimo D’Angelo

Il concetto sembra assurdo, ma non in Afghanistan.

Visto che su di una popolazione di 29 milioni, circa un terzo vive al di sotto della linea della povertà assoluta, non è una sorpresa che la denutrizione sia molto diffusa e colpisca in modo cronico il 54% della popolazione.  Né mi meraviglia che tra i gruppi sociali più vulnerabili a fenomeni di denutrizione ci siano le donne e i bambini.  Per chi come me si è occupato di paesi in via di sviluppo per tanti anni, immagini crudeli di mancanza di nutrimento non sono nuove. Le cause sono prevalentemente legate alla povertà, ma anche ad emergenze straordinarie, legate a siccità e a carestie, a guerre e ad emigrazioni forzate. Tutto ciò non è una novità, anche se non ci si abitua mai a vedere scene strazianti di persone prive dei mezzi più  elementari di sussistenza quali l’acqua e il cibo.

Ciò di cui non mi capacito è come mai gli indicatori sulla condizione femminile in Afghanistan rivelino che il fenomeno della malnutrizione colpisca le donne non solo nelle famiglie povere, ma anche in quei nuclei familiari che in teoria non soffrono di scarso accesso al cibo. Controllo i miei appunti, faccio verifiche incrociate con diverse fonti di documentazione al fine di verificare che non mi sia sbagliato. No, non ho letto male. Tutte le fonti concordano con questa conclusione. La denutrizione colpisce le donne in Afghanistan anche in famiglie che non sono affette da carenza di cibo. Ovviamente non in tutte, ma il fatto che questo fenomeno esista e riesca ad essere

DONNA IN AFGHANISTAN

Appunti di viaggio

di Massimo D'Angelo 

Portava una tanica pesante d’acqua, arrampicandosi a fatica sulla stradina che si snodava sul dosso delle montagne che penetrano fin quasi al centro di Kabul, costeggiando le casette che sono sparse lungo il percorso, appoggiate lì quasi come per miracolo.  La roccia sabbiosa di queste montagne che d’estate offre lo spettacolo, allo stesso tempo desolante e terrificante, d’un terreno arido e impervio, di un colore uniforme di polvere, d’inverno assume toni più piacevoli. Le casette si vestono di un aspetto nuovo che mi ricorda i presepi della mia infanzia, con i tetti coperti di neve che abbelliscono il paesaggio con un calore umano inaspettato. Ma la giovane donna che si trascina sul sentiero con la tanica d’acqua  turba bruscamente quest’immagine piacevole con una nota dura che mi riporta alla realtà.  Non è un presepio. Questa è una delle parti più  povere di Kabul.

Chiedo al mio autista perché la ragazza si debba trascinare il peso della tanica, vista la ripidità del pendio.

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