DOPO LO SHOCK
di Gisella Evangelisti
Sono scorsi fiumi di tinta nei giornali del pianeta, da quando nella mappa della votazione dei grandi elettori, la notte dell '8 novembre, si son visti poco a poco marcare del rosso repubblicano gli stati post-industriali una volta bastione dei democratici, segnando la sconfitta di Hillary Clinton, nonostante che avesse ricevuto piú voti popolari. Ci ricorda il rosso della volgare cravatta di Trump, ben piú lunga del normale, o il rosso della vergogna di cui si sentono coperti tanti amici americani di fronte al mondo, per aver eletto un presidente cosí ignorante, razzista, arrogante, misogino, omofobo, e molti altri eccetera, come pochi se ne vedono in giro. Con l'aggravante di farlo diventare l'uomo piú potente del mondo, padrone di pace e guerra, trattati dicibili e indicibili tra nazioni, con una gran responsabilitá sul nostro destino, il mio, tuo, suo, vostro e loro, includendo quello del nostro splendido pianeta azzurro, (giá sull'orlo della catastrofe climatica), che nel suo giro fuori pista fotografó con rispetto e meraviglia l'astronauta Samantha Cristofoletti. (Un donna che non rientra per appeal nei desiderata di un Trump o Berlusconi ma di cui andiamo maledettamente fieri). Adesso, basta solo una spallata dei petrolieri e produttori di carbone amici di Trump contro le fastidiose e troppo pulite energie rinnovabili, (che potrebbero dar lavoro a centinaia di migliaia di persone, come in Germania), o giochi di guerra con pesanti fuochi d'artificio all'uranio, e il danno potrebbe essere irreparabile per la stessa specie umana. Amen e cosí sia.