ITALIA O MORTE! BARATRI ELETTORALI
INCOLPIAMO I VOTANTI
di Marco Borsotti
Penso che in primo luogo si tratti di una colpa della classe dirigente. Tuttavia, penso anche che molti votanti debbano ugualmente essere incolpati perché i loro voti non possono essere scusati affermando che siano stati ingannati da falsi profeti o da informazione ingannevole. Quella delle notizie false é in sè la bufala del momento visto che tutti o quasi disponiamo, o meglio detto dovremmo disporre, di strumenti per poter facilmente verificare quanto leggiamo. Anche il fatto che si tratti di un fenomeno prima sconosciuto é una menzogna, lo cantava persino Don Basilio nel Barbiere di Siviglia. Le notizie false fatte circolare a proposito sono uno stratagemma vecchio che oggi usa mezzi moderni, ma non per questo é una novità. Dopo le elezioni ho naturalmente parlato con amici e parenti e sono rimasto scioccato, soprattutto dai giovani; sorpreso dalla superficialità con cui considerano la politica. Quasi tutti non erano interessati presi dal loro quotidiano sia sul lavoro che a scuola. Non leggono né libri né giornali e molti non guardano neppure più i notiziari televisivi che riconosco sono diventati delle terribili pattumiere.
Quindi la casta politica é certamente la peggiore da quando ho memoria, ma é anche riflesso del popolo che li ha espressi. Per me il problema é complesso e si collega con la crisi dell'educazione che é anche crisi della scuola. Gli italiani in gran misura sono ignoranti, lo dimostrano tutti gli studi realizzati al proposito. Di Mauro scriveva che la cultura media degli italiani é inferiore a quella di uno studente che inizia le medie. A mala pena sanno leggere e scrivere e, se debbono confrontarsi con un testo scritto di una pagina non sanno rispondere correttamente ad una serie di domande per verificare il livello di comprensione del contenuto. É vero che le persone sono arrabbiate e sentono i morsi della crisi che i politici negano esista. Ma non tutti erano così, bastava ascoltare e si trovavano facilmente persone che quella crisi la capivano e proponevano risposte sensate. Ora, diciamo anche che alcuni hanno cercato risposte ai loro problemi in quello che proponevano alcuni gruppi che in questa tornata elettorale hanno avuto un grande successo: il Movimento Cinque Stelle e la Lega. A mio parere é un errore ignorarli etichettandoli come "populisti". Entrambi hanno capito quello che molte persone sentivano ed hanno presentato proposte sul da farsi. Non erano di sinistra? Certamente, la Lega non lo é, ma trovo questa categoria sorpassata se per sinistra s'intende aggruppamenti come il Partito Democratico o Liberi ed Uguali. La sinistra tradizionale attribuiva alla classe operaia il ruolo guida nel processo di cambiamento della società per superare quanto la borghesia aveva realizzato abbattendo il sistema feudale. Oggi, queste categorie mi paiono prive di senso perché la classificazione classista é profondamente mutata con la robotizzazione e le riconversioni del processo produttivo. Lo stesso concetto di Stato é diverso dal momento che il controllo é ormai sovranazionale, nelle mani d'imprese che per loro natura non possono più essere ricondotte ad uno Stato. Esse lo trascendono. A mio vedere il nocciolo del problema attuale é nel capire che cosa sia oggi partecipazione che non é più certamente delegare a scadenze regolari poteri rappresentativi a delegati che poi diventino le Istituzioni che tutti ci invitano a venerare. Non si tratta quindi di riprendere il cammino per ripetere correttamente quanto ultimamente si é realizzato malamente. Bisogna cambiare alla radice partendo dall'affermare che delegare non é la risposta e si debbono invece favorire tutte le espressioni di partecipazione sia nel realizzare attività economiche che nel gestire il sociale in tutti i suoi aspetti. Al momento, i magnati stanno vincendo a livello planetario. L'Italia é soltanto uno delle tante scacchiere su cui si gioca questa nuova confrontazione politica. Il movimento comunista aveva capito che bisognava internazionalizzare la lotta, ma poi per ragioni che ormai non importa rivangare decise di dedicarsi alla costruzione del comunismo in un paese solo, grande come era l'URRS, ma pur sempre isolato. Oggi, vediamo che domina il modello voluto dalle multinazionali che impongono il loro schema di società civile consona ai loro bisogni. Contro questo disegno, le risposte vincenti sono state tutte movimenti partecipativi dal basso, anche nelle battaglie politiche vinte in Italia. Di lì si deve iniziare per costruire un futuro differente dall'attuale dove tornino a predominare la necessità di proteggere l'ambiente, garantire a tutti uno stile di vita consono e, soprattutto, seppellire il rischio di guerre che ormai rappresentano la quasi certezza della distruzione della civilizzazione umana.