LA TAZZINA DI CAFFE'

Barcellona e la crisi quotidiana  - Storie dal Consell de Cent

di Gisella Evangelisti

Chi é stato a Barcellona sa che il famoso appartamento gestito dalla  Locandiera Dos, (alias Gisella in una delle sue polifacetiche versioni, )   in Consell de Cent, sta sopra un glorioso locale , il bar Ristorante Casa Agustì, che sorse negli anni 50 dalle fatiche di un ragazzo che portava al mercato  carretti di verdure, finché, carretto oggi e carretto domani, mise su un ristorantino dove una laboriosa moglie cominció a trasformare in piatti divini quello che la terra e il mare producevano, dai funghi ai pesci ai cipollotti e asparagi, alle costole di agnelletti e cosi via. I clienti si leccavano i baffi e facevano la fila per prenotare una cena al ristorante, tanto che dovettero ampliarsi e prendere più camerieri, fino ad arrivare a 11 dipendenti.

Vennero gli anni grassi del boom immobiliario, tutti si sentivano ricchi e spendevano e spandevano, e gli 11 camerieri correvano di qua e di lá fra gruppi ridanciani di clienti, che finivano le delizie locali con poderosi ammazzacaffé, dai tiramisù, alla ricotta e miele, ai bigné al cioccolato annaffiati da vini di categoria. La coppia anziana poteva permettersi di comprare un appartamento dietro l'altro nell'edificio di Consell de Cent dove funzionava il Casa Agustì, oltre a qualche gioiello d'oro, mentre al banco si avvicendava il figlio grassotto e chiacchierone, Martì, che dopo  vari matrimoni finiti a pesci in faccia decise di riprovarci con l'amore della sua gioventú, Estel, un fiore di civetteria che conobbi in Perú quando era giornalista e soprattutto rubacuori (che lei rubava o le rubavano, a fasi alterne). Estel, ultima di quattro figlie di una mamma di cui era la cocca,  ai suoi 57 anni non sa ancora friggere un uovo e difficilmente si metterá in croce per imparare a farlo, per cui trovava meraviglioso scendere ogni sera al ristorante dove  Martì l'accoglieva chiedendole : "E´ cotta al punto giusto, mi vida,  la bistecchina? i funghetti trifolati al vinsanto ti vanno bene di sale?" "sì sì", rispondeva la Regina,  sorseggiando il suo Rioja e leggendo il giornale, o spettegolando con le amiche.

Quando gli girava, Martì faceva  una sorpresa alla sua bella, portandosela per esempio il fine settimana in un hotel a 5 stelle a Londra, dove peró era facile imbattersi  in uno di quei truculenti re africani coi diamanti che gli escono dalle orecchie e i sogni popolati di massacri, e gli andava la cena di traverso. E passarono gli anni, fino a che vennero i ventacci della crisi, con i vecchietti che adesso frugano nella spazzatura, qualche signore una volta ben vestito che sta seduto sulla soglia della banca, con un cappello per chiedere monete ,e l'aria spaesata di chi pensa : ma com'é potuto succedere a me? e anche Estel e  Martì si vergognano a dargli monete. Le risate nella Casa Agustì si rarefanno un po', ma bisogna proseguire contra vientos y mareas, dice Martì; ci sono 11 famiglie che vivono di questo lavoro. Ritocca i prezzi, ritocca il menú, ma  la crisi non accenna a demordere. Passa Zapatero con le sue promesse, arriva Rajoy che non ci pensa nemmeno a addolcire la pillola: il paese é strettamente in mano a una casta di ladroni, tra cui le banche, che buttano fuori senza pietá centinaia di migliaia di famiglie rimaste senza lavoro, dopo avergli prosciugato i conti correnti. "Bisogna fare sacrifici...", dice Rajoy smuovendo la lingua da destra e sinistra e da sinistra a destra nella sua bocca, come se volesse sciacquarla dalle balle che pronuncia quotidianamente, perche non puó dire apertamente, come vorrebbe:  "Dovete dissanguarvi VOI per permettere che i ladroni come NOI proseguano nel loro mestiere di taglieggiatori di risorse pubbliche e private e VOI,  cari concittadini e popolo bue,  continuiate a prenderla in quel posto, giorno dopo giorno. E NOI, state sicuri,  ne inventeremo anche di meglio  perche si possa tornare felicemente all'epoca d'oro che tanto rimpiangiamo: il Medio Evo, quando era ben chiaro chi comandava e chi ubbidiva, altro che 'ste farse di democrazia, di cui ci tocca mostrarci entusiasti".

Martì, dopo tanti alti e bassi e conti che non tornano, si rassegna a prendere la decisione di chiudere....ma no, dài, tentiamo di  passare il ristorante a qualcuno che abbia  una famiglia volenterosa, che magari in quattro o cinque, slombandosi, ce la fanno a mantenerlo in piedi. Ma la famiglia che compare all'orizzonte con un'enorme voglia di lavorare non ha il capitale corrispondente, le banche hanno tutt'altro da pensare che essere d'aiuto ai cittadini e la cosa finisce lí. Bisogna raccogliere le sedie, il caffé, i bicchieri, le piante, pagare gli ultimi  distributori di derrate e fare una riunione non facile coi camerieri per dirgli  che i padroni si levano di tasca propria i soldi per poter pagare le loro vacanze , ma non possono fare di più, niente liquidazione, neanche per quelli che ci hanno passato vent' anni,  a portare su e giú piatti di costolette d'agnello e cipollotti in salsa, e Dise ci ha delle vene varicose grosse cosi. Domani gli undici licenziati si troveranno a guardare il cielo più azzurro e lungo dei pomeriggi di Adriano Celentano, e chissa´dove potranno prendere un treno dei desideri senza pestarsi con altri 6 milioni i disoccupati nella loro situazione.

Estel sta seduta a uno dei tavolini fuori di Casa Agustì bevendo qualcosa, io passo di lí come per caso, in realtá per farle compagnia in queste due o tre ore  cruciali, in cui gli uomini giocano accanitamente l'ultima partita a domino, mentre lei, giá con vari cuba libre in corpo, salta da un ricordo all'altro con un occhio che ride e uno che piange.  In queste occasioni, per distrarsi, vanno benissimo  ricordi come quello dell'amica Maritza che in Perú, alla festa di addio alle amiche perché  il giorno dopo va in USA a sposarsi, si innamora appassionatamente  del famoso italiano Biagetti,  in completo di lino bianco, quindi va in USA come previsto a sposarsi il suo gringo e ci resta un mese,  ma poi il cuore la chiama a  Roma dal Biagetti  con cui convivono appassionatamente un mese fino a che il cuore la porta dal  maestro di musica amico del Biagetti. che nel frattempo ha lasciato per Maritza la sua Marina, ma ha sbagliato ancora i tempi, porca miseria. Tutto così. Questo tipo di ricordi sono il massimo in occasioni tragiche come quelle di oggi. Continuano, inossidabili, a farti ridere anche se sono passati ben...15, no 20 e passa anni, e sará la settantesima volta che li raccontiamo;  vabbé, non stiamo a fare i ragionieri. Ah! che liberazione, pensa  Martì, adesso non devo andare tutti i giorni lí incatenato al ristorante, adesso posso gestire il mio tempo libero. Giá, ma per fare cosa? Devo vedere se mi interesa ancora collezionare figurine, francobolli e farfalle. Di week end a Londra a cinque stelle non se ne parla proprio piú; alla fine, sono necessarie tante stelle? non ci divertivamo di più da giovani facendo autostop? (già, ma prova a farlo adesso con 30 kg in più tutti concentrati sul giro vita...)

"Cucini tu, vero caro?" suggerisce Estel, che come si sa non riesce a far bollire una patata.  "Facciamo cosí, Io  seguo l'amministrazione degli appartamenti, meglio dividerci i compiti". Giá, l'amministrazione degli appartamenti é un po confusa da quando il marito dell'amministratrice é scomparso con il malloppo degli affitti di un anno di due edifici e l'amministratrice é rimasta lí, col suo cagnolino, a mugolare depresso.

"Peró, uff, " dice Estel,  "salire e scendere   tutte quelle scale, con questi ragazzetti che vengono in affitto da ogni dove, e Lisette si lamenta che Juancito suona troppa chitarra, e  Andrés, che si é dimenticato le chiavi di casa, salta sul terrazzo del vicino spaventandolo a morte, e arriva Pedro con ventcinque anellini al naso e una scia di marijuana sulle scale,  insomma, , non ti pare il caso, Martì, che ci accontentiamo di un piccolo reddito e il resto li mandiamo tutti al diavolo?" Ma non é giornata da fare  programmazioni, i cuba libre picchiano duro e peggio ancora il Jack Daniel che ha portato per festeggiare, o meglio, per dimenticare la chiusura, l'amico che gli organizzava gli hotels a cinque stelle, con dittatore africano incluso...Meglio  sorbirsi l'ultimo caffé che Dise, il suo cameriere preferito, sa fare con un disegno di strati di vario colore, coronato da una schiumetta con scaglie di cioccolato, un caffé supremo. Come fará a disegnare quegli strati?, si chiede Estel da 10 anni, quel Dise é un genio, é un capo. "Dise fammi l'ultimo caffé a strati!" implora Estel, la reginetta viziata. Ma Dise sta salutando questo e quello, deve raccogliere le sue cose e sembra non sentire.

Che grande, che capo, ripete Estel, con la lacrima che ormai scende sul viso, come quella di Bobby Solo. Dise é sparito. Sta per andarsene, anzi é andato, e invece no, all'improvviso come un mago che tira fuori il cappello dalla manica, ecco che arriva Dise...tatán!  con la famosa tazzina di caffé a strati, con schiumetta bianca e scaglie di cioccolato quanto basta. Baci e abbracci, "Dise sei un capo!" Estel al settimo cuba libre non si ricorda che gliel'ha già detto almeno sette volte, é proprio commossa. E Dise se ne va,  proclamando a tutta Consell de Cent, ai pasMartì, ai cagnolini, alle vecchiette del quinto, alla nipotina bellissima del cuoco marocchino del terzo, ai piccioni : "Per me, sentire che lascio buoni ricordi é la mia migliore paga!"  Dise ama gli addii alla grande. Altro che il sempliciotto  venuto in cittá venti anni fa per lavorare in un bar, da un paesino di capre. Signori si nasce, non si diventa. Per piangere, ci sono domani e altre 500 notti, come nella canzone di Joaquin Sabina.

Accidenti, la Saggezza, inaspettata, ha fatto capolino a Consell de Cent. E tanto vale seguirla. All'ultimo piano, Andrés mi dice che al ristorante dove lavora da due anni, senz'ombra di contratto, gli hanno detto da poco di non tornare il giorno dopo. Bene, dico io, alla salute! quel lavoro non ti piaceva, fatti pubblicitá per aggiustare yacht, che é quello che veramente vorresti fare. no?  Intanto lascia perdere di pagare l'affitto, questo mese, poi si vedrá. Lui prende un quadro che ha appena finito di dipingere, e me lo regala. Un abbraccio, e niente lacrimuccia, eh?

"Mi piacciono molto questi colori, e quest'immagine del  pappagallo, dico, Andrés, hai davvero fatto un salto di qualita nella tua pittura"..  "Ma quale  pappagallo!", mi fa.  "Vedi, questa é una persona, che viaggia con una valigia, ha tutta una spirale di ricordi che l'accompagna, ma anche un futuro di spirali da venire...e noi speriamo che ce la caviamo, no?" Giá, il bello dell'arte astratta é di permette di vedere quel che ti pare.Non sapete quanto rimpiango la mia Coca, il pappagallo che era una persona, a cui avevo insegnato a ballare il Twist, rideva, tossiva, e mi faceva le fusa, e fu la nostra migliore compagnia a Lima per 10 anni.

Intanto un proprietario di yacht  contratta Andrés per due giorni di lavoro per 150 euro, per rimettergli a nuovo viti e bulloni, e lui gli dice: "Senta, le dispiace se invece di dare 150 tutte a me magari mi dá 100, e altre 100 , aggiungendone 50, magari fa lavorare anche il mio amico venezuelano che da otto mesi non lavora e ha un bimbo piccolo?" "Eh???" Il proprietario lo guarda sorpreso. "Lasciami pensare." dice, "Ti dirò domani." Ma dopo 15 minuti, lo chiama e gli dice: "Ok, a te dó 150 come ti ho detto e al tuo amico anche. Ma sí, al diavolo!" Festa.

Ieri la mia amica Rochy, peruviana da vent' anni a Barcelona, manager di informatica e risorse umane, con lavori sempre più belli fino alla crisi, ha dovuto fare il discorso dei funerali di un caro amico, che, disoccupato da un anno, dopo tanto lottare, non ce l'ha  fatta più e si é suicidato. Lei si é data anima e corpo all'organizzazione della 'Piattaforma dei Disoccupati', dove la strategia é riunire tutte le forze  produttive del territorio, gli impresari, gli agricoltori, i Disoccupati, il Municipio, e vedere come usare al meglio le risorse, non solo le fabbriche, ma anche i terreni pubblici liberi, per dare LAVORO, PRODURRE, CREARE RETI di Produttori e Consumatori, insomma rifondare l'economia partendo dalle risorse locali, senza più sprechi e ruberie. Un grande esempio in questo viene dall'Andalusia, dove è stato creato un villaggio fiorente su terreni  abbandonati. Ce n'é da fare di lavoro! Rochy corre di qua e di lá, raccogliendo e trasmettendo idee. Il lavoro che cerca per sé é qualcosa a tempo parziale che le permetta di vivere ma soprattutto di continuare col suo impegno di organizzazione sociale. E' il momento di rifondare l'economia su qualcosa che veramente vale...e oltre a prodotti materiali, anche a cose diverse, come l'amicizia, la solidarietá, il rispetto per l'ambiente, dice.  E se uno non ha fede, meglio che se ne cerchi una, o la ritrovi.  Cos'é la fede? E' quella cosa che fa andare avanti in montagna, guardando solo avanti. Se guardi di lato, vedi l'abisso. Se guardi dietro, peggio, perdi l'equilibrio. Non ti voltare, non fare paragoni. Tu guarda avanti, e vai. Sempre arriverai da qualche parte. Cosi dice Rochy. Rochy é un capo, direbbe Estel. Mi piace la sua forza tranquilla, e la  intervisto per un documentario che stiamo producendo un gruppo di donne. Sullo sfondo, il  quadro colorato regalatomi da  Andrés ci sta benissimo. Che rappresenti una persona con la valigia, o un pappagallo, non ha molta importanza. Anzi, potrebbe essere anche un pappagallo con la valigia, perché no? rivedró mai la mia Coca, algun dia?

Si tolgono i tavolini  a Casa Agustì. Porto Estel, che cammina a zig zag, fino alla Casa America, dove c'é una mostra fotografica su Ayacucho e una cantante bravissima canta le passioni e i sogni di Chavela Vargas, una regina della musica latinoamericana.  La musica é la vera terapia anche per Estel, é la sua aria e la sua acqua. Per cui alla fine posso tornare a casa, lasciandola incantata. E' giá un ricordo   la  tazzina di un caffé con schiumetta in cima, che un cameriere licenziato, il suo caro Dise, le  ha regalato l'ultimo giorno di Casa Agustì. Con un gran sorriso, quando voleva piangere. Perché signori, cari miei, signori solo si nasce. Non si diventa.{jcomments on}

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