PROFF, Chat ed elezioni

di  Annina Lago

Tra i milioni di gruppi  Whatsapp in rete, ne esiste anche uno che riunisce una cinquantina di docenti ed ex docenti di un liceo fiorentino, la maggior parte donne, al fine di organizzare occasioni di incontri conviviali  e simpatici amarcord. Ma le elezioni incombono e la campagna elettorale si fa sempre più tesa e virulenta, al punto che finisce per infilarsi  nella chat  come  invadente e di solito  sgradito off topic. Stavolta però l’amministratrice del gruppo non interviene a bloccare la digressione, perché l’assillo del dubbio, le scarne speranze, la fiducia ormai ridotta al lumicino nei confronti dei politici rendono veramente pesanti per i cittadini più attenti questi giorni di attesa, e fanno  sentire il bisogno di confrontarsi o anche  di far qualcosa (come diffondere idee), per evitare che la situazione, già compromessa, peggiori dopo i risultati del voto. Quella che segue è  la registrazione di una conversazione avvenuta in una luminosa domenica di gennaio, con le mimose tutte fiorite come se la primavera fosse alle porte. E invece mancano ancora cinque settimane al fatidico 4 marzo, quando entreremo nei seggi  a condividere la responsabilità del futuro del nostro Paese.

 Il gruppo che conversa in rete non è ovviamente un campione rappresentativo di popolazione, né di tutta la categoria degli insegnanti italiani, ma ci apre uno spiraglio sui dubbi, le perplessità, le ansie di persone che lavorano a stretto contatto con adolescenti dei quali hanno visto decrescere drammaticamente, negli ultimi decenni, l’interesse (e quindi le conoscenze e l’impegno) nei confronti della cosa pubblica. Per la precisione: sono intervenute solo docenti donne, alcune in servizio, la cui età oscilla tra i 40 e i 65 anni, altre in pensione, tra i 65 e i 75 anni. Insegnano o hanno insegnato tutte le materie, da quelle letterarie, alla storia e filosofia, alle lingue, alla matematica e la fisica, alle scienze, alla storia dell’arte.
Sandra, in servizio:Ricevo e faccio girare questo bellissimo ritratto!!! L’autrice è la Prof.ssa Maria Cristina Ferraioli (Sorbonne Université, Faculté des lettres. Paris)"È probabile che Il movimento 5 Stelle vinca le elezioni e non lo farà per via della tanto decantata onestà. Perché, se l'onestà fosse un valore diffuso e condiviso per questo paese, non avremmo il tasso più alto di lavoro nero d'Europa né il più alto numero di evasori fiscali. Se i 5 Stelle vinceranno sarà per aver sedotto quella parte del paese inetta e rancorosa con l'idea che siamo tutti uguali e che lo studio, l'impegno e il sacrificio nella vita siano in fondo un dato relativo. Perché uno vale uno, come nella Fattoria degli animali di Orwell, in nome di una libertà che è in realtà la peggiore forma di dittatura. Così ci ritroviamo un Di Maio che si sente De Gasperi, pur senza averlo mai sentito neanche nominare, una cloaca di sprovveduti che discute di economia o di politica internazionale senza mai aver aperto un manuale di storia e soprattutto una società di persone che pensano di potersi sedere di fronte a chiunque per discutere di qualsiasi cosa. Le conseguenze sociali del movimento 5 Stelle vanno oltre la barzelletta di avere un premier come Di Maio che coniuga i verbi peggio dello studente che ho bocciato lo scorso anno.Il vero dramma causato dai 5 stelle è che hanno offerto la spalla a qualsiasi persona di sentirsi all'altezza di parlare di ogni cosa. Oltre la medicina, oltre chi ha passato la vita nei laboratori e a studiare, oltre i premi Nobel. È gente che non ha coscienza di cosa sia lo studio e quanto sacrificio ci sia dietro ad una ricerca, dietro ad una professione, che non pensano ai ragazzi che hanno passato la vita sui libri per far progredire questo paese. È la presunzione fine a se stessa. L'onestà di cui il movimento si riempie la bocca continuamente non è un vanto. È il grado zero della civiltà, cosa che sarebbe nota perfino a loro se avessero studiato un po' di latino. Occupare un posto che non si è in grado di occupare, essere pagati per un lavoro che non si è grado di fare, quella è la peggiore forma di disonestà civile. E come diceva quel vecchio saggio di Seneca "la vergogna dovrebbe proibire a ognuno di noi di fare ciò che le leggi non proibiscono".
Augusta, pensionata: Faccio girare anch’io.
Mariangela, pensionata: Mi sembra che questo, più che un ritratto, sia un giudizio di parte che disgraziatamente ben si adatta a molte componenti politiche del nostro paese. Aggiungerò che vergogna   ben più grave è   continuare a fare sfrontatamente e impunemente ciò che le leggi proibiscono.
Federica, in servizio: Mariangela, sono perfettamente d'accordo con te.
Aurora, in servizio: Concordo anch'io con Mariangela. Perché in quel sfrontatamente e impunemente è compresa la quasi totalità dei nostri parlamentari...
Sabrina, in servizio: Ottima analisi, pur tuttavia certo non voterò né PD né i silurati dal Pd di Liberi e uguali. Stavolta una bella fetta di salame dentro la scheda mi sa che ci sta tutta (emoticon: muso di porcellino).
Federica, in servizio: Emoticon: due mani chiuse a pugno con pollice alzato (significato: OK!). 
Aurora, in servizio: Tre mani chiuse a pugno con pollice alzato (significato: OK!) e faccina ridente
Elisa, pensionata: È un dilemma irrisolvibile adesso il voto. Almeno prima c'era una speranza nei "perfetti sconosciuti", ora neanche quella...
Caterina, pensionata: Cara Mariangela, pur condividendo appieno la seconda parte del tuo intervento, vorrei farti notare che la presunzione dei 5 stelle è quella di essere antropologicamente diversi da tutti, ripeto tutti, gli esponenti delle altre parti, facendosi forti del fatto che sono un raggruppamento relativamente nuovo, in cui prevalgono  giovani o adulti che non si sono mai cimentati nella politica attiva (se non in ambiti territoriali limitati)  e non hanno accumulato in decenni di attività né scandali né denunce  né critiche (fondate o meno) sul loro operato. La gente li approva perché parlano con la stessa spavalderia, lo stesso facile disprezzo, le stesse conoscenze superficiali con cui parliamo tutti, a tavola con le nostre   famiglie, al bar con gli amici, in spiaggia sotto l’ombrellone. Governare è altra cosa, e lo sanno bene tutti quelli che nei sette decenni dalla caduta del fascismo ci hanno provato: gli onesti e i disonesti, i più capaci e i meno capaci, come ne esistono in tutte le formazioni, in percentuali diverse a seconda delle persone, dei tempi, dei luoghi, delle occasioni. Togliere, come fanno i 5 stelle, ogni credibilità a tutti, dico tutti, i loro avversari trattandoli da delinquenti e criminali è un’azione profondamente disonesta, è un’operazione che puzza di fascismo, che addita da un lato il partito dei migliori, dei Puri, dall’altra la feccia della terra, che, professando idee diverse e applicandole in modo corrotto e illegale va soltanto eliminata. Nessuna alleanza con gli impuri, nessuna collaborazione (nemmeno quella che potrebbe essere utile a controllare dall’interno l’azione di governo): l’aspirazione è al  PARTITO UNICO, quello che, eliminata ogni impurità, eliminate tutte le organizzazioni criminali e tutti gli evasori fiscali, governerà l’Italia in modo perfetto, senza condizionamenti internazionali, senza condizionamenti interni da parte dei poteri forti e occulti (che si ritireranno in buon ordine, atterriti dall’avvento dei Puri), senza condizionamenti dell’economia globale, senza condizionamenti dovuti alla micro-corruzione e/o all’inefficienza cronica che affliggono in modo capillare ogni struttura pubblica di questo disgraziato Paese, un partito insomma che avvierà rapidamente l’Italia verso un fulgido futuro di prosperità e di giustizia sociale. A questo MITO (nuovo o vecchio come il mondo…) credono naturalmente moltissimi, a cominciare da quelli che, trovandosi in condizioni socio-economiche peggiori, si affidano fideisticamente al Messia di turno, che promette miracoli e la sconfitta del Malvagio, ci credono gli sprovveduti, non in grado di riflettere su un tema complesso come la politica. Ma ci credono anche i giovani, almeno quei pochi che, a quanto pare, si interessano di politica (e il fatto che siano così pochi ad interessarsene è prova certa della sconfitta della nostra scuola...), ci credono, ma questo non riesco proprio a capirlo, le persone colte e intelligenti come te, che deluse dai partiti storici, affidano a questi giovani saccenti le loro ultime speranze. E tu a cosa credi? Mi chiederai con giustificata ironia. Io credo a quello che ho detto poc’anzi: credo alla democrazia, alla pluralità delle idee e dei metodi, all’onestà dei buoni che esistono in tutti i partiti e praticano la politica per l’utilità dei cittadini, controbilanciando la presenza, in tutti i partiti, di tanti disonesti, arrivisti, affaristi, egoisti che ne minano la validità e l’efficacia.  Io vorrei che tutti vadano a votare (chi non vota viene meno ad un dovere civico e non ha più diritto di lamentarsi e protestare per una situazione che non ha nemmeno provato a modificare secondo i propri desideri) e lo facciano dopo aver letto attentamente i programmi dei partiti e delle coalizioni (che non sono tutti eguali!), dopo essersi informati attraverso i media (che esprimano però le voci di parti politiche diverse!), dopo aver ragionato su quello che hanno letto. Dopo le prossime elezioni non avverranno miracoli, non verrà (speriamo) nessun messia. I popoli e i Paesi peggiorano precipitosamente ma migliorano lentissimamente, e quello che deve migliorare da noi non è solo l’operato dei politici (che possiedono, tutti, i nostri vizi nazionali); dobbiamo migliorare tutti, in termini di etica e di efficienza, dobbiamo, negli anni tra un’elezione  e l’altra, farci sempre più cittadini attivi, contribuire in prima persona al buon funzionamento della società da impiegati, da medici, da professionisti, da operai, da artigiani, da insegnanti, da dipendenti pubblici, ecc. Dobbiamo combattere i distruttori dell’ambiente, l’illegalità, la grande ma anche la micro-evasione fiscale, i privilegi e gli egoismi di casta, di categoria, di corporazione, lo smantellamento progressivo della sanità pubblica, dobbiamo esigere per i nostri figli una scuola seria, che li faccia crescere davvero, che ne faccia degli individui sereni ma responsabili e informati, non persone che giocano a fare gli adolescenti fino a cinquant’anni, che scaricano infantilmente sugli altri  le colpe di una situazione che tutti contribuiamo a determinare, nel bene e nel male. Anche questo un MITO, Mariangela? Forse sì, forse anche più del tuo, perché auspica un cambiamento profondo del sistema, supportato non da un onnipotente partito di Puri ma dalla metamorfosi di tutta la popolazione adulta, che la smetta una volta per tutte di aspettare l’arrivo provvidenziale di qualcuno che ne migliori le condizioni di vita e si senta soggetto attivo di cambiamento sia nel proprio limitato campo di azione sia nella dimensione nazionale. A questo scopo la scuola dovrebbe ricoprire un ruolo fondamentale perché nessun bambino, oggi, non passa attraverso il percorso scolastico, e nessun giovane dovrebbe uscirne senza avere introiettato a fondo il senso della sua responsabilità civica. Solo lì risiede la salvezza. 
Serena, pensionata: Concordo, purtroppo, con le critiche e gli scenari che malauguratamente si aprirebbero di conseguenza,  così ben  espressi   nel giudizio riportato da Sandra.
Elisa, pensionata: Caterina, sono completamente d'accordo con te. In quanto ai Messia di turno non ci basta l'esperienza degli abitanti di Roma? Ah, già sento le obiezioni: come si può cancellare il malgoverno di tanti anni?
Sandra, in servizio: Grande bravissima Caterina grazie per la completezza della tua analisi che non riflette a mio avviso  alcun Mito o Utopia ma sollecita  al  contrario a fare sempre più del nostro meglio in ogni contesto ci si venga a trovare attraverso la scelta di un nostro comportamento  etico e coraggioso nei confronti di ogni tipo di corruzione.
Serena, pensionata: Caterina, il tuo stupendo intervento mi è arrivato dopo il mio msg. Ma sei un analista politico di altissimo livello, un sociologo  di grande qualità!  grazie per il tuo intervento, che offre ulteriori spunti di riflessione...
Sandra, in servizio: Proprio cosi' concordo. Caterina càndidati! (emoticon: faccina che strizza l’occhio) 
Lucilla, in servizio: Grandissima!!! Caterina!! Grazie per la chiarezza e la forza della tua analisi! Perfettamente condivisa!!
Manuela, in servizio: Condivido.Brava!
Serena, pensionata: Ringrazio Sandra, che ha dato spunto alla vivace dialettica nel gruppo fino allo straordinario intervento di Caterina.
Lucia, pensionata: Complimenti a Caterina la cui posizione condivido pienamente. Comunque bisogna che tutti vadano a votare e con senso civico facciano prevalere le loro idee
Maria Adelaide, pensionata: Caterina bravissima!  Hai saputo esprimere quello che io non riesco a dire ma penso e condivido...
Aurora, in servizio: Condivido pienamente e in profondità il tuo parere Caterina, e come te penso che la scuola sia l’unica salvezza di una civiltà in forte degrado morale. Ma la scuola di oggi, riformata, quella dalla Gelmini del governo Berlusconi in poi, non è più scuola né di cultura e civiltà né di vita… A chi affidare la speranza di un  rinnovamento radicale?
Antonietta, pensionata: Condivido completamente l'analisi di Caterina, infatti non possiamo lasciare ad altri la decisione del nostro futuro. Il cambiamento etico, culturale e sociale che tutti ci auguriamo ha bisogno di ciascuno di noi, della nostra partecipazione responsabile attraverso scelte consapevoli magari sofferte o anche perdenti,   ma che comunque rafforzano la vita democratica del nostro Paese. Quindi a votare !!!
Silvia, in servizio: Condivido tutto quello che hai scritto, Caterina, e penso che forse l'introduzione di tanti POF PTOF RAV ASL CLIL INVALSI IGCSE, competenze trasversali, curricula verticali e chi più ne ha più ne metta, necessiti un'attenzione che non aiuta noi docenti a mantenere l'obiettivo di far crescere la coscienza civica dei nostri alunni. Naturalmente per ASL intendo Scuola-lavoro.
Caterina, pensionata: Bella la ...digressione politica, ma avrei preferito che quelli del gruppo che  la pensano diversamente si fossero palesati...un abbraccio a tutte e grazie per aver confortato le mie speranze!
Simonetta, in servizio: Cosa pensava Jung della cosiddetta politica? Chi lo conosce bene a livello biografico può già immaginarlo… Ma leggiamo come si esprime al riguardo in alcuni memorabili passi…BUONA LETTURA!Jung e la politica«Ogni situazione politica è espressione di un parallelo problema psichico presente in milioni di individui. Problema che è in gran parte inconscio (il che lo rende particolarmente pericoloso!)… le forze distruttive sono anche in noi, più esse sono inconsce, più sono pericolose…» (C.G. Jung – Lettere)«Come psicologo sono profondamente interessato ai disturbi mentali, in particolare quando contagiano intere nazioni.Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male.  Lo scopo delle citazioni qui sopra è quello di, oltre a sostenere quanto afferma Caterina, affermare con voi l’ importanza dell’ insegnamento e della scuola nel formare individui consapevoli grazie a docenti capaci di mostrare se stessi autenticamente! Buona giornata. 
Sandra, in servizio: E' così, proprio così Simonetta, dal conosci te stesso sofista all' uno nessuno e centomila  a Jung . Le mille maschere delle quali è necessario perlomeno  essere consapevoli nella nostra pratica quotidiana Creiamo pace in noi stessi se la vogliamo vedere anche nel mondo, Gandhi e tanti altri, insomma  abbiamo migliaia di messaggi di anime elevate a cui ispirarci per migliorare la nostra consapevolezza tanto interiore che esterna e certamente cercare di  essere il più possibile un esempio positivo innesca circuiti virtuosi soprattutto nell'ambito della docenza . Allora mi chiedo con sgomento dinanzi alla follia che dilaga   se siamo noi ancora una volta quegli  ultimi Romantici che non a caso anche  50 anni fa speravano  e credevano  in una   società migliore . Spero davvero   di no e che il nostro impegno non sia ancora una volta solo un sostegno ad una  corsa alle poltroncine... Ma  soprattutto in vista  oggi   di un possibile Tsunami politico  che prevalga la  parte saggia di chi andrà a votare . A scuola come dici non si può che continuare a fare bene in modo autentico come tutti noi credo si è sempre cercato di fare allo scopo di allenare    i ragazzi a diventare  sempre più resilienti con le difficoltà della vita , consapevoli di se stessi e dei diritti e dei doveri sociali e della nostra Costituzione.  Vi abbraccio non senza una buona dose di nostalgia...Leggendo questa conversazione ho provato ammirazione e in fondo un po’ di tenerezza per queste docnti che si parlano a cuore aperto, senza nascondere le ansie e le incertezze che le invadono. Mi viene da pensare che gli insegnanti che hanno a che fare per tutta la vita con bambini e con ragazzi, siano simili a quei giovani che, mettendo al mondo dei figli e trovandosi di fronte all’impegno di allevarli, si sentono il dovere di educare i loro bambini al rispetto delle regole  del vivere civile e di conseguenza, consciamente o meno, finiscono essi stessi per rivedere i propri comportamenti, diventano migliori sapendo che per i loro figli diventeranno dei modelli di vita. Naturalmente questa metamorfosi non avviene sempre, ma quando avviene si avverte  nella famiglia un livello etico   superiore alla media della società in cui essa è inserita, perché vi si crea un piccolo mondo ideale in cui i valori essenziali si affermano e vengo riconosciuti come norme di comportamento. Ecco, anche nelle parole di queste insegnanti, che hanno insegnato a generazioni di adolescenti, l’aspirazione ad una società regolata, ancora prima che dalle leggi, da un’etica generalizzata e profondamente condivisa, si presenta in misura maggiore che nella popolazione nel suo insieme. Idealiste d’altri tempi? Utopiste  avulse dalla realtà? Non credo, e comunque, per illuminare la strada ad un giovane che comincia a vivere, occorre additare una meta che solo l’ideale e l’utopia ci permettono di prefigurare.

 

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