LAND GRABBING ITALIANO

Senegal: sviluppi di un conflitto occultato

di Davide Cirillo [dal Blog WOTS]

Durante l’ultimo anno WOTS [Walking on the South] ( ha collaborato alla stesura di un nuovo rapporto di ricerca sul caso di land grabbing dell’impresa Senhuile: “Senegal: Come si accaparra la terra” (scarica qui il PDF). Il rapporto è stato scritto da ricercatori, giornalisti e attivisti italiani e successivamente pubblicato dai seguenti gruppi italiani, senegalesi e internazionali che da anni lavorano assieme per dimostrare che il progetto Senhuile è dannoso e illegittimo: Re:Common, in collaborazione con il Collectif pour la Défense du NdiaëlGRAIN, l’Investigative Reporting Project Italy (IRPI), l’associazione SUNUGAL, e ovviamente WOTS?.Il fascicolo dimostra che il controverso progetto di agribusiness dell’azienda senegalese Senhuile continua essere al centro di un conflitto e non accenna a placare la divisione sociale ed i danni ambientali che ha provocato. Il progetto, avviato cinque anni fa da investitori italiani e senegalesi, è stato sin dal suo inizio fortemente contestato da molte comunità di pastori e agricoltori che vivono sulle terre che il governo senegalese ha concesso all’azienda.

 AQUA GRANDA

in memoria del 4 novembre 1966

di Luciano Carpo

Qualche giorno fa con un grupo di amici siamo stati a Pellestrina, una delle 119 isole della laguna di Venezia, e abbiamo camminato sui  “ murazzi”, cioè una lunga cinta di mura in pietra che protegge l’isola dal mare Adriatico. In tutti i bar erano affisse le locandine per ricordare l’ “Aqua Granda” del 4 novembre 1966, giorno catastrofico in tutta Italia, in particolare a Firenze e a Venezia.
Come italiani, diamo per scontato che in una stessa cittá o cittadina troviamo resti romani, chiese medievali o rinascimentali, archi di trionfo o palazzi nobiliari, un enorme patrimonio artístico, storico e paesaggistico, di cui siamo spesso distratti custodi, quando si dimentica che tale ricchezza è sita in un  territorio sismico, soggetto a frane ed alluvioni. Un contesto strutturalmente fragile, precario, per il quale occorre una strategia globale, che si rimanda di disastro in disastro.
Chi ha contribuito a generare coscienza e a segnalarsi negli interventi, sono stati soprattutto i giovani.
RAGGI RAGGIRI E RAGGIANTI

di Paolo Basurto

   A Roma è scoppiato l’ennesimo scandalo della politica. Coinvolge e travolge la Giunta della Sig. Raggi, Sindaco del Movimento 5 Stelle, eletto pochi mesi fa a pieni voti e con notevole entusiasmo.
Ne parlano tutti e il tormentone tarderà ad esaurirsi per la gioia di chi non vedeva l’ora di smascherare il moralismo arrogante di questi rompiscatole del M5S. Un po’ di sollievo per quelli, di destra o di sinistra, che soffrono gli incubi notturni di un Movimento che sembrava inarrestabile nella sua crescita di consensi, prossimo a diventare la prima forza politica del Paese e pronto (si fa per dire) a chiederne la guida.

LETTERA APERTA SULLA STRAGE DI NIZZA

dalla pagina Facebook di Marta Baggiani

                    Mamma, morirò in un attacco terroristico.
Ve lo dico perché è molto probabile che ciò accada. Faccio parte di quella parte privilegiata di giovani over 20 che hanno avuto la possibilità di studiare e girare un po' il mondo. E non l'hanno fatto per poi chiudersi in casa. 
Certo, fossi nata ad Aleppo o a Kabul, adesso non staremmo qui a parlare di questa cosa, visto che difficilmente, e senza troppo clamore, sarei arrivata a questa età. Ma faccio parte di questa parte di mondo che fino a ieri poco faceva caso ai terroristi che facevano centinaia di morti al giorno in Medio Oriente.
Poi il problema si è spostato più in qua. Per questo morirò in questa guerra, forse. 
I vostri genitori, o più probabilmente i vostri nonni, sono morti in altre guerre, più facilmente identificabili come tali, ma non per questo meno atroci. 
Oggi io mi sento di combattere una guerra: una lotta contro la paura, contro l'ignoranza, contro chi ci vuole spaventati e manipolabili. A tutti loro dico: NOI NON ABBIAMO PAURA. 
Ci siamo fatti in 4 per aprire le nostre menti, sui libri ma soprattutto in giro per il mondo, dove abbiamo raccolto il fiore della tolleranza e piantato il seme dell'amicizia, quella che non guarda alla religione e al colore della pelle. Non avremo paura di prendere i nostri aerei per vedere se quei semi crescono. Non avremo paura di continuare a viaggiare, vedere, toccare, sorridere, amare oltre ogni confine. Lo faremo per la nostra causa.
La nostra lotta è senza bombe, ma noi non abbiamo paura. E se cadremo vorrà dire che, come i nostri bisnonni non troppi anni fa, avremo combattuto per il valore più bello che c'è: la nostra LIBERTÀ.


Questa è la nostra resistenza.

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