In Grecia Ha Vinto Ancora la Casta

di Nikos

Per chi sperava in un cambiamento ma non voleva votare per Siriza le elezioni in Grecia sono state una brutta delusione.E' dagli anni '80 che Nea Demokratia e Pasok si alternano al potere in una specie di ipocrita balletto, simulando un bipolarismo perfettamente democratico.  Con il primo turno del 6 maggio molti erano tornati a sorridere e hanno sperato che un futuro diverso si potesse profilare; con nuovi partiti, persone nuove, non coinvolte nella corruzione che ha avvelenato la  classe dirigente.

Siriza, rappresentava bene questo nuovo e il vecchio sistema di potere ne ha avuto paura. Ha avuto paura di dover

pagare  le sue gravi responsabilità avute nel provocare e gestire la crisi finanziaria. Questa paura ha orientato la campagna elettorale tra il primo e il secondo turno rendendola piena di spietate bugie contro Siriza. La televisione, come sempre, è stato lo strumento principale, ma non solo quella greca. Il fatto  più doloroso e sorprendente è che in tutta Europa, Siriza è stato additato come il partito da non votare. E la Merkel, la stampa tedesca, i banchieri e il Fmi, i soliti economisti, famosi e non, hanno tutti fatto coro per convincere i greci che dovevano rimanere uniti all'Europa e per fare questo non dovevano votare Siriza.

 

Dopo che la Grecia aveva accettato, nel 2010, tutte le condizioni imposte da Bruxelles e dal Fmi, cadendo in stato grave di frustrazione sociale, i partiti politici si erano divisi in due fronti: quelli che sostenevano l'accordo, cioè Pasok e Nea Demokratia e i contrari all'accordo. Anche Siriza voleva rinegoziare gli accordi ma il suo obbiettivo non era mettersi fuori dall'Europa ma riuscire a far rivivere lo spirito originario dell'Europa unita, basato sulla solidarietà e l'integrazione..

Essere contrari all'accordo e volerlo rinegoziare non significa voler uscire dall'Europa. E Siriza non ha mai detto che voleva uscire dall'Europa. Eppure è questo che la propaganda conservatrice è riuscita a far credere alla maggioranza dei greci. Dopo le elezioni del 6 maggio il Pasok si riduce ad essere il terzo partito e perde ben  27 punti percentuali. Siriza, che nel 2009 era una piccola  formazione progressista, passa invece dal 4% al 17%. Poco prima del secondo turno, il 12 giugno, i sondaggi  danno Siriza vincente e Nea Demokratia solo al secondo posto. A questo punto la campagna diventa rovente e la strategia contro Siriza non prevede esclusioni di colpi. Pur di diffondere la paura si dice di tutto. Siriza non solo è contro l'Europa ma incarna la nuova sinistra estrema, la rivoluzione comunista, peggio: è alleata con i terroristi e si serve dei Black Blocks. Puntuali, i maggiori mezzi d'informazione fanno eco dipingendo il futuro della Grecia fuori dall'Europa come una tragedia immane e senza rimedio, una specie di minaccia.  Quando le possibilità di vittoria si fanno ancora più concrete, solo allora, la Germania, discretamente, fa passare un messaggio di ammorbidimento, facendo sapere che in realtà esiste una volontà effettiva di rinegoziare gli accordi. E' un modo per aprire uno spazio vitale a Nea Demokratia che potrà, anche lei, sventolare la bandiera del riscatto ma mostrandosi solo più moderata.

Nonostante tutto Siriza ottiene il 27% dei voti e diventa, da quasi ultimo che era, il secondo partito del Paese.

Ma non tutto il male viene per nuocere e anche se la delusione è innegabile, bisogna ammettere che Siriza non era forse pronto a gestire il Paese. Non si può passare in così breve tempo da piccolo partito di opposizione, che a stento raggiungeva il 4%,  a partito di governo. Il rischio di fare passi falsi sarebbe stato grande. Invece, per come sono andate le cose, questo partito potrà efficacemente guidare un'opposizione dura e, speriamo, costruttiva. Tsipras è furbo e capace, è in politica da anni e se si mantiene onesto potrebbe ottenere ottimi risultati.

Del resto è chiaro a tutti, in Grecia, che il vero pericolo di cui aver paura è il rinascente partito nazifascista.  Alba Dorata, come ha voluto chiamarsi questo astro sorgente dell'estrema destra, ha raccolto molti voti di pura protesta che volevano soprattutto punire la casta. Se ci fossero   nuove votazioni questi voti si orienterebbero altrove, soprattutto se Siriza fosse capace di offrire prove di essere una valida alternativa di governo.

Tuttavia Alba Dorata è un pericolo reale. Si rivolgono a lei molti giovani, pieni di rabbia, spesso senza alcun livello di istruzione, naturalmente disoccupati e pronti ad usare la violenza. Il loro messaggio è fortemente emotivo e fa leva sul drammatico scontento provocato dalla disoccupazione (ormai prossima al 30%), dal crescente numero di emigrati clandestini (problema da sempre non risolto e gravissimo) e dalla povertà oramai in aumento spaventoso. Una situazione che ben potrebbe essere paragonata a quella della Germania ai tempi della Repubblica di Weimar. Non è un paragone fantasioso e non sono pochi quelli che credono che in Grecia una guerra civile sia abbastanza possibile.

Fortunatamente esistono forze sane di volontariato sociale che stanno organizzandosi per realizzare iniziative di solidarietà e di cooperazione per le fasce della popolazione più colpite dalla crisi. Per come stanno le cose oggi, è su queste forze che si basa una realistica speranza di cambiamento positivo e di argine efficace contro il fascismo.{jcomments on}

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