I DEBITI PUBBLICI LOCALI

Una essenziale sfida civile

di Patrick Saurin (1)

 

CONTROLLARE IL DEBITO DELLA PROPRIA COLLETTIVITA’ (2)

Un audit (3) si basa su tre documenti principali che contengono le informazioni essenziali: i conti amministrativi che illustrano i conti dei passati esercizi; il Bilancio preventivo che elenca le previsioni delle spese e delle entrate  concernenti l’esercizio successivo (4); infine lo stato del debito: si tratta di un importante documento che presenta in dettaglio  l’insieme dei prestiti sottoscritti dalla collettività. Le collettività devono anche presentare, conformemente alla Carta Gissler, uno stato dei loro prestiti classificati secondo il loro livello di rischio.

Nello stato del debito sono elencati in dettaglio i prestiti, la loro natura (fissi, variabili, strutturati o derivati), con il loro ammontare iniziale, quello della scadenza, il capitale residuo da rimborsare e il tasso. La natura del prestito e il tasso rappresenteranno indicatori preziosi per sapere se la collettività o l’istituzione è vittima di un prestito tossico. La durata dei prestiti, è anche quella un indicatore della qualità della gestione. La durata dei prestiti va imputata all’ammortamento degli

investimenti finanziati.

 

Un altro elemento di quel documento deve attrarre la nostra attenzione: la rinegoziazione. Ciò è valido tanto per le collettività che per gli ospedali.  Dietro quello che a prima vista, può apparire come un atto tecnico, consistente nel ristrutturare uno o diversi prestiti per un nuovo periodo e con diverse condizioni di restituzione, (e che pertanto potrebbero anche essere più favorevoli) si nasconde spesso un secondo effetto tipico dei prodotti tossici.  Il primo effetto del prestito tossico si traduce con un’asfissia finanziaria del debitore, che non dispone più di risorse sufficienti per far fronte agli interessi che aumentano brutalmente come conseguenza dell’applicazione dell’indicizzazione. Il creditore propone allora la soluzione: la ristrutturazione del debito, ovvero, secondo il linguaggio dei banchieri ,‘La Gestione del Debito’. La ricetta è semplice: il debitore accetta di riprogrammare su una durata più lunga la restituzione del capitale residuo dovuto. Gli oneri degli interessi annui diminuisce, gli eletti sono contenti… ma per gli amministrati ciò produrrà un aumento del carico delle imposte locali poiché il prolungamento della durata dei prestiti significherà un sovraccosto a livello degli interessi.

Per la collettività questo provocherà una riduzione dei suoi margini di manovra e un ricorso ai prestiti meno facile poiché agli oneri del rimborso di nuovi prestiti si aggiungeranno gli oneri dei prestiti la cui durata è stata prolungata. Quindi i prestiti tossici e la ristrutturazione funzionano sullo stesso principio: la dilazione. Cioè rinviare il problema di oggi o, in altre parole, tenersi il peggio per la fine.

Si può citare a questo proposito l’esempio del comune di Saint-Maur-de-Fossés che ha accettato, dopo diverse ristrutturazioni del debito, di prolungare la durata residua passando da 16,2 anni a 24,4 anni .

Per poter più facilmente studiare i documenti citati è importante che ci si avvicini ai responsabili politici locali e, in particolare, a quelli dei servizi finanziari allo scopo di:

-esaminare lo stato del debito e vedere se comporta prestiti tossici, oppure operazioni di gestione suscettibili  di  avere negoziato uno o diversi prestiti tossici.

-se l’Ente ha sottoscritto prestiti tossici, verificare se ha avviato dei negoziati informali con la Banca creditrice per ottenere uno sconto del sovrapprezzo e una ristrutturazione a condizioni accettabili oppure se prevede di intraprendere un’azione giudiziaria. Se questo non fosse  il caso si potrebbe considerare di studiare, assieme agli Amministratori dell’Ente, le possibilità di azioni informali o giudiziarie.

E’ preferibile che siano gli Amministratori a prendere l’iniziativa, ma se si rifiutano di farlo gli amministrati hanno la possibilità di prendere anche loro l’iniziativa, perché la Legge del 5 aprile 1884 (inserita nel codice generale delle comunità territoriali) riconosce, a certe condizioni, a ogni contribuente iscritto nelle liste di uno qualsiasi dei contributi comunali, il diritto di sostituirsi agli Amministratori per promuovere un’azione giudiziaria. Ma va precisato che questa azione è sempre a rischio e a spese del cittadino. Inoltre una simile azione dovrà essere autorizzata dal Tribunale amministrativo che verificherà, d’accordo a una costante giurisprudenza, che siano rispettate simultaneamente, due condizioni: l’azione deve presentare serie possibilità di successo e deve essere nell’interesse comune.

In occasione di queste iniziative destinate ad esercitare una pressione sulle istituzioni finanziarie i Collettivi cittadini per l’audit hanno un ruolo essenziale nel portare a conoscenza della popolazione le modalità operative delle Banche e le loro conseguenze (che si tradurranno quasi sempre in un aumento delle tasse locali e/o nel degrado dei servizi municipali).

Le Banche temono moltissimo di essere pubblicamente denunciate e sentiranno la necessità di fare il loro meglio nel corso dei negoziati informali…. che tuttavia sarà conveniente seguire da vicino.

D’altronde tanto le comunità territoriali che le istituzioni pubbliche possono ottenere un valido sostegno dagli Uffici regionali della Corte dei Conti. Uffici che hanno una competenza giuridica e finanziaria.

Un caso particolare è quello degli Ospedali pubblici (e ce ne sono circa un migliaio in Francia). Spetta ai loro impiegati , che partecipano ai Comitati tecnici e d’impresa, di chiedere un rapporto completo e dettagliato della situazione debitoria del loro ente, esigendo, eventualmente, anche la consulenza di uno Studio specializzato. Inoltre potranno anche rivolgersi non solo al direttore dell’Ospedale ma anche all’Agenzia regionale sanitaria competente. [….]

Conclusione Provvisoria

La crisi del debito pubblico non è un fenomeno spontaneo: trova la sua origine in una catena di scelte politiche decise e condivise dai Governi liberali e socio-liberali che si sono avvicendati al potere. E’ così che nel 1973, quando fu fatto divieto alla Banca di Francia di prestare allo Stato, questi si è dovuto finanziare sui mercati sottomettendosi , in questo modo, alle loro regole e alle loro Agenzie di rating.

Nello stesso tempo, quando stavano costruendo la loro Europa, questi stessi politici si sono subito preoccupati di impedire alla Banca Centrale Europea di prestare direttamente agli Stati. La crisi attuale ci consente di misurare le conseguenze disastrose di tali scelte.

L’azione dei Collettivi per l’analisi del debito pubblico acquista, in questa situazione, tutto il suo valore e e la sua necessità. Innanzitutto questo esame permetterà di alzare il velo sulla realtà dei finanziamenti pubblici e in particolare sui debiti illegittimi. Inoltre l’analisi sarà l’occasione per porre questioni di assoluta attualità sulla distribuzione della ricchezza, sulla giustizia fiscale e sul problema acuto della socializzazione delle banche. Sarà anche l’occasione per riattivare pratiche civili, un po’ dimenticate, come la partecipazione e il controllo da parte dei cittadini. Infine, allargando le nostre riflessioni al di là della sola questione dei debiti pubblici, è forse questo il momento propizio per considerare finalmente la possibilità di un nuovo progetto di società, più solidaria e democratica. Potrebbe essere questa la vera risposta alla crisi finanziaria, economica, sociale , politica e soprattutto ecologica.

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(1) Patrick Saurin è Membro dell’esecutivo Nazionale di Sud Banques Populaires Caisses d’Epargne e del Collettivo per un Audit civile del debito pubblico.

(2)    Ci si riferisce a quelli che in Italia vengono più comunemente chiamati Enti locali (Nota del trad.)

(3)    Un audit è una valutazione o controllo di dati o procedure, spesso ricorrente nei bilanci aziendali (Wikip., nota del trad.)

(4) I conti amministrativi come i bilanci preventivi elencano le entrate e le spese,  da un lato, del funzionamento (nella voce spese troveremo in particolare, gli interessi dovuti per il debito) e dall’altro, degli investimenti ( alla voce spese troveremo il capitale da rimborsare a causa del debito e nella voce entrate troveremo l’ammontare dei prestiti ricevuto per finanziare gli investimenti). La Legge precisa che il rimborso annuale  del capitale deve essere realizzato attraverso l’autofinanziamento della collettività.

 

 

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