UNA BRUTTA PIEGA

Scosse telluriche nel Movimento 5 Stelle

di Paolo Basurto

Ogni mistica è destinata a degenerare in politica. Così diceva Charles Péguy, sconsolato, guardando che fine stavano facendo gli ideali socialisti nelle terribili mani dei politici del suo tempo.

Pensiero di attualità nel Movimento 5 Stelle che sta vivendo, nel silenzio quasi generale dei media (per sua fortuna solo il Fatto se ne è interessato) una fase calda di ebollizione che potrebbe significare una seria involuzione oppure, cercando di voler essere ottimisti, un grande salto di qualità.

Il 2 marzo, Grillo pubblica un post nel quale riporta una conversazione avvenuta tra cinque consiglieri del Movimento. Non si sa chi siano né di dove e soprattutto non si sa come Grillo sia venuto in possesso di questa chat, visto che, per ammissione di Grillo stesso, si trattava di una conversazione privata.

La conversazione è tra lo sconforto e l'insofferenza. Il tema è il caos organizzativo che affligge il Movimento e la necessità urgente, visto il rapido approssimarsi delle elezioni, di porvi rimedio (per chi avesse voglia di leggere tutto, questo è il link).

Grillo è a dir poco furioso. La conversazione non gli ha rivoltato lo stomaco ma, secondo le sue espressioni colorite, gli ha fatto 'cadere le palle'.

Qualcuno si è avvicinato al M5S credendolo un partito -dice sempre Grillo-  ma poiché non è un partito ecco che si sentono a disagio. Ma allora perché non se ne vanno per i fatti loro, invece di stare a criticare? Nessuno li trattiene.

Ma la furia non investe solo i poveri consiglieri. Il 3 marzo sarebbe iniziato a Rimini, un incontro da mesi in

preparazione sul sito del Movimento,  tra attivisti provenienti da tutte le regioni. Lo scopo dichiarato della riunione era quello di conoscersi, scambiarsi opinioni, e sforzarsi di formulare proposte utili per migliorare la crescita del Movimento. Come un fulmine a ciel sereno Grillo si scaglia anche contro i poveretti che, sacrificando tempo ed energie, avevano organizzato l'incontro al quale si erano registrati più di 300 persone e contro gli stessi partecipanti, accusandoli di voler discutere temi degni della miglior partitocrazia e di volersi cercare addirittura un leader .

 

Se a Rimini non mi fossi trovato anch'io sarebbe difficile credere che il buon Grillo, preso forse dalla sua rabbia per i consiglieri felloni, si sia bevuta qualche grossa bugia e, avendola data per vera, si sia sfogato senza verificare.

Ma la mia spiegazione bonaria non è servita a calmare gli animi di chi a Rimini ci è andato lo stesso (circa 150 persone).  E ci è voluta molta buona volontà da parte degli organizzatori per far rispettare il programma dell'incontro ed evitare che tutto si riducesse ad una polemica con il grande capo. Sforzi premiati perché la riunione è stata un vero successo e alla fine tutti i partecipanti hanno approvato all'unanimità un Comunicato chiarificatore assolutamente sereno.

Ma la serenità non era evidentemente nella strategia di Grillo. Qualche giorno dopo la fine del convegno altri due fulmini vengono scagliati sulle teste dei grillini. Il primo colpisce con l'espulsione consiglieri e membri della Lista Civica di Ferrara,  il secondo lo svolgimento e le conclusioni della riunione di Rimini, che, per bocca di uno dei partecipanti, silenzioso e inosservato durante tutto l'incontro, viene qualificata a dir poco inutile.

Sul blog del fondatore si scatena subito una reazione senza precedenti. I commenti sono un migliaio in poco tempo. Difficile contare chi è a favore e chi è contro. Comunque è subito evidente che le posizioni sono radicali e inconciliabili.

Quelli che meglio articolano il loro pensiero sono dell'avviso che Grillo l'ha fatta grossa. Non si è informato sufficientemente, ha giudicato in modo superficiale e soprattutto ha abusato del suo diritto di ritirare la certificazione del logo -e quindi di espellere dal Movimento, chiunque e per qualsiasi ragione non gli andasse a genio.

Nell'altro bando,di quelli che invece sono pienamente d'accordo con le decisioni di Grillo, i  commenti sono più emozionali e sintetici. Chi non è con Grillo è contro di lui, è un filo-partitico, un infiltrato, un poltronista e altri epiteti nello stile un po' aggressivo che spesso carratterizza queste litigate on line.

Ma naturalmente è difficile riassumere in breve e dare giustizia alla coloratissima folla di esternazioni  che farebbero davvero l'interesse di un buono studio sociologico e antropologico.  Chi avesse tempo e voglia per farsene un'idea più precisa può consultare questa pagina (link).

L'ESPULSIONE

Ma quello che renderà assai probabile che questa crisi lasci una cicatrice dolorosa nel M5S è l'espulsione dei membri della lista civica di Ferrara.  Grillo prende questa decisione e lo fa senza esitare.  Redige in modo secco le sue motivazioni :  è stato violato il Non-Statuto; lo spirito del M5S  è stato frainteso; sono stati organizzati o sostenuti fantomatici incontri nazionali in cui si è discusso di organizzazione, del candidato leader del Movimento, della presenza o meno del nome di Grillo nel simbolo(link).

Si tratta di affermazioni la cui infondatezza è in certi casi evidente (come quelle sugli scopi degli incontri nazionali). Ma quello che lascia molti tra il perplesso e il disgustato è la assoluta mancanza di dibattito (si potrebbe dire l'assoluta mancanza di istruttoria sia  per sostentare le accuse sia per consentire agli accusati un minimo di contraddittorio in propria difesa). Insomma la decisione appare a molti un grave atto di autoritarismo; una  vera e propria purga.

LE RAGIONI DI GRILLO

Perché Grillo ha voluto provocare questo terremoto? Ha seguito una strategia ancora non svelata ma connessa alla annunciata partecipazione del M5S alle prossime elezioni nazionali oppure si è trattato di una mossa obbligata per arginare effettivamente dinamiche da lui ritenute eterodosse e pericolose per la visione che lui stesso ha del Movimento?

Il M5S ha alcuni problemi da risolvere che rendono inquieti molti militanti.

Un punto di forza della proposta movimentista è che non sarà mai un partito. Non si tratta di un'affermazione ad effetto e che, oggi, raccoglie facile consenso. Si rifiuta, dei partiti, tutto ciò che ha condotto alla degenerazione il sistema democratico come attualmente lo conosciamo: la struttura piramidale e gerarchica che, con la pretesa di essere rappresentativa, crea in realtà concentrazioni crescenti di potere con le relative note conseguenze: distacco dai comuni cittadini, ossidazione fino all'inamovibilità della classe cosìddetta dirigente, corruzione incontrollabile. Questa struttura è l'unica organizzazione che si conosca per operare in politica nel nostro paese e con la nostra Costituzione. La si rifiuta con forza e convinzione ma, oggi come oggi, non è affatto chiaro con che la si potrà sostituire. Grillo ha continuamente ripetuto che la chiave di tutto è il web. Il web rovescia la piramide e rende il popolo intelligente e capace di partecipare alla vita politica senza bisogno di intermediari. L'idea è seducente e da qualche anno i simpatizzanti del M5S attendono la miracolosa piattaforma informatica che il consulente di Grillo, Roberto Casaleggio, dovrebbe mettere a punto.  La rivoluzione del M5S, ha detto Casaleggio in una recente riunione a Roma, o sarà on line o non sarà. Però aggiungeva anche, per la delusione di tutti, che la piattaforma non era ancora a punto e ci sarebbe voluto ancora tempo.

Quale sarà il sistema di scelta dei candidati? I gruppi che si sono costituiti su base territoriale hanno ciascuno inventato il proprio sistema. Non tutti hanno avuto fortuna. In alcuni casi la loro organizzazione ha funzionato benissimo (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte) totalizzando percentuali di voti ottenuti che in alcune località, come Rimini o Bologna hanno addirittura superato il 10%. In altri casi, come nel Lazio, si è potuto eleggere un solo Consigliere comunale e confronti e litigi hanno fatto naufragare il tentativo della creazione di una Lista regionale. Cosa accadrà a livello nazionale è dunque ancora oscuro.

Come saranno i meccanismi decisionali e, ammesso che in qualche modo si riesca a far votare tutti attraverso il web, quali saranno le regole del voto? (formulazione dei quesiti, iniziativa di voto, quorum e sistemi di garanzia per la minoranza ecc....).

Sarà sufficiente a livello nazionale, il Programma che attualmente è leggibile in rete e che le 5 Stelle semplificano in altrettanti temi cardine del Movimento? Nel sito ufficiale del Movimento c'è uno spazio dedicato alle proposte di arricchimento del Programma, ma come e da chi queste verranno elaborate e approvate non è dato ancora di sapere.

Le riunioni che Grillo ha condannato, qualificandole di fantomatiche, hanno in realtà la scoperta intenzione di non attendere più soluzioni dall'alto che del resto tardano seriamente ad arrivare. La base vuole partecipare e sperimentare qualcosa che possa funzionare almeno in via provvisoria. E' possibile che Grillo tema proprio questo. Che in mancanza di qualcosa pienamente idoneo e coerente con gli scopi originari del Movimento si comincino ad adottare formule che progressivamente possano derivare verso le strutture partitiche tradizionali.

Se così fosse la preoccupazione sarebbe legittima ma forse andrebbe resa trasparente e pienamente condivisa.

PROSPETTIVE

Il fatto di cui bisognerebbe ben tener conto è che, contrariamente alle attuali apparenze, il M5S non è mai stato un Movimento di base. Lo ha voluto Grillo e la sua geniale e traboccante personalità gli ha garantito voce e visibilità senza bisogno di prostituirsi ai mezzi di informazione e a donatori finanziari. La rassicurazione più volte data da Grillo che lui non si candiderà mai e che non rappresenta altro che il megafono del Movimento al quale ha dato in prestito il suo nome e la sua faccia che un giorno sono destinati a scomparire, hanno fatto seriamente pensare che anche se il Movimento 5 Stelle non è nato spontaneamente dalla base sarebbe rapidamente cresciuto e divenuto un movimento a larga partecipazione popolare. Una partecipazione singolare e innovativa perché si sarebbe articolata e organizzata senza bisogno di strutture intermedie: presidenti, segretari, tesorieri e via dicendo. Sarebbe stata un'organizzazione orizzontale e aperta a tutti i cittadini.

Questa frontiera non è stata ancora raggiunta e un giusto nervosismo serpeggia nel popolo del Movimento. Le scomuniche di Grillo possono trasformare il nervosismo in insofferenza, disobbedienza e forse anche scissione. Sarebbe davvero un avvenimento triste perché rischierebbe di portar via da questa esperienza entusiasmante e difficile del Movimento 5 Stelle quelli che più vorrebbero contribuire, quelli che pensano con la loro testa e non hanno mai programmato di dover servire la causa della democrazia partecipativa secondo Grillo, rinunciando alla loro autonomia di pensiero.

Potrebbe anche rientrare tutto in un clima schiarito da ogni malinteso e aperto ad un'effettiva maggiore partecipazione di tutti i militanti del Movimento. Che è quello che sinceramente mi auguro.

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