{jcomments on}Elezioni in Grecia

La Campagna della Paura

di Marina Voudouri

Perché non ho votato per Siriza? (*) Perché la sua proposta non era convincente, non aveva niente di concreto e niente di rivoluzionario e di trasparente. Tuttavia votare per Siriza significava sostenere l'unico partito che dicesse no ai memorandum e ai patti di austerità ai danni del popolo. La sostanza era dunque condivisibile ma non si capiva concretamente in che modo si sarebbe realizzata; cioè come, nei fatti, si sarebbe sfuggiti alle condizioni della BCE, della Merkel, della Troika, del FMI. Se tutti costoro avessero davvero applicato le minacce e chiuso il rubinetto dei prestiti, come si sarebbero pagati gli stipendi dei lavoratori pubblici e dei servizi essenziali dello Stato? Sotto quest'aspetto non c'era nulla di concreto. Almeno si fosse detto chiaramente: preferiamo fallire. Invece no, nessuno di Siriza ha mai pronunciato la parola "default", "dobbiamo dichiarare il default". Se erano invece queste le intenzioni allora sì, ci sarebbe stata una prospettiva concreta e onesta. Forse sarebbe stata la soluzione più difficile, ma anche la più onesta visto che la grecia è già tecnicamente in default (se non ci sono i soldi per pagare gli stipendi o per ripagare le rate dei prestiti, vuol dire che già questo è default). Siriza diceva cosa non avrebbe accettato ma non diceva cosa avrebbe fatto dopo. Insomma era una posizione ambigua, talmente poco

chiara che non si riusciva a capire che cosa veramente proponesse.

 

Su questa mancanza di chiarezza hanno fatto leva i partiti che hanno poi vinto le elezioni. Il vecchio  "sistema" di potere è riuscito a mobilitare una forte propaganda basata sulla paura della gente. Veniva detto che con Siriza si sarebbe arrivati a uscire dall'euro (il che era possibile) e si sarebbe, così, persa una grandissima parte del valore dei risparmi e dei guadagni di ognuno perché si sarebbe tornati ad una moneta nazionale fortemente svalutata. Naturalmente nessuno chiariva che la situazione è già oggi così e che anche se il default non si dichiara, più passa il tempo e più la svalutazione di fatto progredisce: il potere d'acquisto si riduce sempre più, in proporzione all'incontrollabile aumento del costo della vita.

Questa propaganda del terrore ha naturalmente favorito molto i partiti che avevano sostenuto le politiche della BCE, Troika ecc.. Il giorno prima delle elezioni di maggio, quelle del primo turno, la gente comune era furiosa contro il vecchio sistema. Avrebbe voluto un cambio rivoluzionario. Le loro scelte cercavano soprattutto candidati giovani non compromessi con le politiche massacranti dell'austerity e avrebbe votato chiunque tranne i due partiti del vecchio regime (proprio quelli che poi hanno vinto). Per il secondo turno la propaganda della paura aveva fatto impallidire di molto le velleità rivoluzionarie e s'era invece fatto strada, nella mente delle persone, un pensiero ossessionante: come  sarebbe stata la vita una volta fuori dall'euro. Come avrebbe fatto il Paese a cavarsela da solo visto che la sua grande risorsa, l'Agricoltura è stata distrutta e che ogni cosa si importa dall'estero.  Su tutto questo Siriza non ha avuto il coraggio di prendere una posizione netta e a molti è sembrato che cadesse in seria contraddizione. Anch'io ho avuto questa imprea ssione deludente ed è per questo che ho preferito rimanere in Italia e non andare a Salonicco per votare. Ma la delusione più grande per me è stata anche un'altra: il terzo partito del Paese , quello della "Sinistra Democratica",con Kouvelis come leader, era stato sempre contrario alle politiche di austerità.  Ora si è unito ai vincitori delle elezioni ed è pronto a piegarsi ai diktat europei.
A tutto questo si aggiunge il boccone più amaro : Alba Dorata, il partito dei nazifascisti, è riuscito a rimanere più o meno alla stessa sua percentuale delle elezioni di maggio!

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(*) Siriza, partito della sinistra radicale, è stato la rivelazione delle elezioni greche. Da piccola formazione politica che non raccoglieva più del 4% è divenuto il secondo parito più importante del Paese e ne condizionerà certamente il futuro.

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