PERSONE TANTO COSCIENZIOSE

di Paolo Cordero

“Persone Tanto Coscienziose”, così Krugman (Nobel per l'economia e consigliere di Obama) definisce quei politici che si vantano di essere pronti a scelte difficili che, però, comportano sacrifici per gli altri. Tra queste Persone, oltre alla Merkel, possiamo annoverare anche il nostro Monti. Infatti, stanno ripetendo lo stesso nefasto errore che commise il presidente Roosevelt nel 1937, quando si lasciò convincere a concentrare gli sforzi sul risanamento dei conti pubblici in un momento di debolezza dell'economia, col risultato di stroncare la ripresa e far precipitare gli Stati Uniti nella seconda fase della Grande Depressione. Anche la famigerata troika è composta da “Persone Tanto Coscienziose” che, ossessionate dall'austerità, sono riuscite a far approvare in Grecia 248 nuove leggi in due anni, una ogni tre giorni, sbagliando tutte le previsioni sull'impatto recessivo delle riforme. E così oggi abbiamo in Grecia un partito di estrema sinistra al 37% ed uno nazista al 14%.

L'austerità imposta dalla Germania alle nazioni del Sud-Europa non assomiglia, però, alle riparazioni richieste dagli Alleati, dopo due guerre mondiali, alla Repubblica federale tedesca. Quest'ultima, nell'accordo firmato il 27 febbraio 1953 alla ormai dimenticata Conferenza di Londra, riuscì a dimezzare l'onere del suo debito. Infatti, il totale iniziale di 30 miliardi di marchi venne ridotto a 14 miliardi. Questo ingente sconto fu dovuto soprattutto alla lungimiranza di Adenauer e degli Alleati di non far correre rischi all'allora nascente miracolo economico tedesco. Pertanto, la Germania dal 1953 in poi non ha mai dovuto rimborsare più del 5% del valore delle sue esportazioni.

Come la riduzione del debito concessa alla Germania favorì il rapido sviluppo del paese, così ora la riduzione dei “debiti sovrani” ci farebbe uscire dalla crisi attuale. Questa diminuzione del debito non deve, però, essere ottenuta con le amare medicine prescritte dalle “Persone Tanto Coscienziose”, ma passando da una politica “alla tedesca”, orientata a un attento controllo dell'inflazione, a una politica “all'americana”, decisamente espansiva. La Bce e i governi delle nazioni che indirettamente comunque la influenzano dovrebbero seguire l'esempio della Fed e della Banca centrale svizzera che, nel settembre dello scorso anno, ha deciso di adottare una politica monetaria ultra-inflazionistica, fondata sull'acquisto illimitato di valute straniere al fine di mantenere il rapporto di cambio con l'euro sopra l'1,20, favorendo così le esportazioni.

Dopo, usciti dalla crisi, si dovranno tenere stretti i cordoni della borsa, ma almeno il debito si sarà ridotto e la disoccupazione sarà diminuita.{jcomments on}

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