Capire e rispettare le regole della convivenza è la base di qualsiasi comunità libera

DOVE SI FORMANO I 'CITTADINI'

di Clelia Forgnone

L'educazione civica fu introdotta nel 1958 nelle scuole da Aldo Moro, è scomparsa ormai da più di 20 anni, sostituita da Cittadinanza e Costituzione. Penso che sia stata una materia sempre trascurata, considerata di serie B insiema a musica, applicazioni tecniche o economia domestica, disegno, educazione fisica, religione e storia dell'arte. Si abbinava a Storia.

La mia lontana esperienza di alunna in merito all'educazione civica è senza dubbio positiva, mi piaceva perchè trattava di parlamento, senato, leggi, votazioni, regioni, ecc ecc argomenti che a me ragazzina mi sembravano "politici" da grandi. Come insegnante di scuola primaria posso dire che ci sono tanti progetti presentati da Associazioni che riguardano i beni confiscati alla mafia, la tratta degli animali, strade sicure, l'integrazione dei bambini stranieri ecc ecc. La materia Cittadinanza e Costituzione è sostenuta da un libricino dove si trovano interessanti spunti di approfondimento sull'identità, sulla famiglia, sulle regole da condividere, sui gruppi, sui diritti e doveri, sui primi 12 articoli della Costituzione. Sta alla sensibilità dell'insegnante approfondire in modo appropriato, discutere, rendere attuali e concrete queste tematiche. Il problema è proprio questo: tutto è affidato alla preparazione, alla motivazione, alla formazione, alla buona volontà, del singolo insegnante.  Ma cos'è l'educazione civica?

Io dubito che gli studenti di qualsiasi ordine e grado abbiano una conoscenza di base dell'ordinamento repubblicano, di un iter legislativo, dei poteri dello Stato, dei diritti e dei doveri dei cittadini, del concetto di legalità ecc ecc. Se intendiamo educazione civica questo.

Così come ci illudiamo se pensiamo che le due ore di Insegnamento di Religione Cattolica servano a far conoscere minimamente i testi sacri non dico delle varie religioni ma neanche della religione cattolica ( quando mi capita di assistere a quiz televisivi noto che spesso i concorrenti cadono sulle più banali domande in merito).

E' troppo facile, però, dire che dalla scuola si esce ignoranti; la povera scuola non può essere la colpevole di tutti i fallimenti sociali e culturali. La scuola, con gli studenti gli insegnanti e il personale ATA, ha subito tagli costanti e inesorabili in questi ultimi 20 anni da tutti i governi. Ci si interroga sulla scomparsa dell'educazione civica, ma che dire della storia dell'arte? Abbiamo il più grande patrimonio artistico del mondo e anche la più grande ignoranza del mondo in merito.

Così come si sta riducendo la scuola sarà difficile trovare il tempo e le risorse per insegnare non solo l'educazione civica o la storia dell'arte, ma tutte le altre materie in maniera seria ( se non sbaglio la Gelmini ha eliminato la geografia dalle scuole superiori).

La scuola, con una intenzione ben precisa in questi ultimi 20 anni, (speriamo si cambi rotta) è stata svuotata del suo ruolo formativo ( se vi ricordate qualcuno disse che gli insegnanti erano tutti di sinistra e quindi tutti "cattivi maestri") è ridotta ai "saperi minimi" (parole che introdusse il ministro Berlinguer!!!). Poche ore di scuola, poche materie, pochi contenuti, perchè la formazione deve essere "liquida". Le persone future devone essere formate alla "duttibilità", alla "flessibilità", diciamo una infarinatura generica per essere pronti a tutto e a niente.

Sinceramente discutere sull'educazione civica mi sembra marginale.

Sarebbe "educativo" discutere su che scuola vorremmo per le nuove generazioni, lo so, sconfiniamo nei sogni nel cassetto, nell'utopia, nei desideri. Ma io per fortuna dopo 40 anni di insegnamento non ho smesso di sognare la scuola ideale nella società ideale.

Alcuni desideri si potrebbero realizzare se lo Stato decidesse di investire nel proprio futuro senza pensare a scuole aziende produttive. Basterebbero pochi investimenti, che darebbero anche lavoro, per dare un segno di cambiamento. Per esempio:

a) edifici belli (investire nella ristrutturazione scolastica,( la bellezza educa di per se),

b) scuole aperte tutto il giorno mattina/ pomeriggio/ sera ( ci sarebbe tempo per insegnare di tutto e in modo approfondito, laboratoriale)

c) scuole come spazi pubblici a disposizione del pubblico ( palestre, laboratori, teatri)

d) scuola formativa (culturalmente e eticamente)

e) scuola come luogo di incontro, contaminazione, integrazione,

f) insegnanti ben pagati, ben formati, ben aggiornati, ben motivati, ben selezionati,

g) scuola come luogo di educazione permanente e ricorrente per tutti.

Ma anche così non avremmo risolto e formato veramente i cittadini perchè la scuola è inserita in una società, è frutto della società in cui è inserita, pertanto il problema è sociale, collettivo direi mondiale. Anche se in altri paesi europei la scuola, avendo più finanziamenti, funziona meglio. Ma questo lo sappiamo, in altri apesi europei le tasse si pagano e non si evadono in modo impunito.

La crisi dei valori nelle società occidentali consumistiche ci interroga sul ruolo della famiglia, degli educatori, dei politici. Tutti hanno perso autorevolezza e credibilità. La famiglia sta cambiando e sta delegando la scuola su tutto, la scuola bistrattata impoverita povera di mezzi e risorse non è in grado di ricevere questa delega (non è una battuta se dico che in certi casi ci stiamo attrezzando per i miracoli), i politici hanno perso la faccia e i giovani in questo interregno sono sbandati (o "sdraiati" come scrive con lucidità Michele Serra nel suo ultimo libro).

Non voglio generalizzare, laddove c'è una famiglia che tiene, qualsiasi essa sia, che sa trasmettere con coerenza poche regole, la differenza si vede. Ma per fare in modo che si diffondano sempre di più relazioni positive ci vuole un cambiamento di rotta, una vera e propria "rivoluzione culturale" che veda impegnati mass media, politici, economisti, e tutte le strutture portanti di una società.(i danni del berlusconismo più che politici sono culturali, ci vorranno 20 anni per ricostruire, se cominciamo subito)

Io ho fiducia, molti obiettivi per i quali la mia generazione ha lottato, oggi fanno parte del patrimonio collettivo. L'umanità avanza a piccoli passi, l'individuo può fare passi da gigante. Quindi occorre sperare attivamente, avere pazienza, fiducia e seminare, non stancarsi mai di seminare tanti e diversi semi. L'educazione civica è un piccolo seme ma da solo non può fare una foresta.

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