RAGGI RAGGIRI E RAGGIANTI

di Paolo Basurto

   A Roma è scoppiato l’ennesimo scandalo della politica. Coinvolge e travolge la Giunta della Sig. Raggi, Sindaco del Movimento 5 Stelle, eletto pochi mesi fa a pieni voti e con notevole entusiasmo.
Ne parlano tutti e il tormentone tarderà ad esaurirsi per la gioia di chi non vedeva l’ora di smascherare il moralismo arrogante di questi rompiscatole del M5S. Un po’ di sollievo per quelli, di destra o di sinistra, che soffrono gli incubi notturni di un Movimento che sembrava inarrestabile nella sua crescita di consensi, prossimo a diventare la prima forza politica del Paese e pronto (si fa per dire) a chiederne la guida.

 Alla faccia della trasparenza, temo che non sapremo mai cosa c’è dietro tutto questo. Le speculazioni non mancano e basta leggere i giornali per averne una rassegna. C’è chi grida all’incompetenza, chi alla corruzione bella e buona, chi alla collusione, chi alle faide interne del Movimento, chi agli interessi occulti-ma-non-tanto fortemente delusi dal rifiuto della Raggi ai Giochi olimpici, chi alla vendetta minacciosa delle cosche-monnezza, chi all’aggressività delle corporazioni parasindacali (e qualcuno dice: parafasciste) che inquadrano temibilmente i servizi della Capitale, dai trasporti agli stessi vigili urbani. Insomma chi più ne ha più ne metta.

In mezzo a questo sfacelo di supposizioni, rivelazioni, bugie e caos mediatico c’è però una vittima illustre che andrebbe, se possibile, salvata: la Democrazia Diretta.
Ha cominciato Ilvo Diamanti (1), seguito poi da Massimo Giannini (2) (entrambi su Repubblica) e da Salvatore Merlo (conduttore di Prima Pagina di Radio3, nella settimana del 5 settembre) e da Antonio Padellaro (3) (nella sua partecipazione a Tutta la Città ne parla del 7 settembre). La tesi è che potrebbe anche essere una cosa buona e giusta questa crisi. L’utopia della democrazia diretta rimane un’utopia; basta con l’antipolitica e, finalmente, anche il M5S si deciderà a diventare un partito come tutti gli altri. Insomma, il sistema è salvo e anche il M5S verrà omogeneizzato.
Ma vedere in quanto sta accadendo una prova del fallimento della Democrazia Diretta non mi sembra un’analisi corretta.
Anche se è vero che alle sue origini la proposta essenziale del Movimento era la riforma del sistema politico basato sulla rappresentanza (sistema che ha dato e continua a dare mille evidenze del suo deterioramento e della sua suscettibilità alla corruzione), dopo i primi successi politici e la conseguente stretta autoritaria di Grillo, quella proposta è rapidamente impallidita e scomparsa.
La democrazia dell’attuale M5S non è diretta se non da Grillo. E se a lui va il merito di essersi inventato il Movimento va anche il grave demerito di averlo poi snaturato soffocando sul nascere ogni tentativo di organizzazione e di sperimentazione di modalità operative capaci di dare credibilità alla maggiore partecipazione dei cittadini alle grandi decisioni politiche, senza deleghe o altri filtri.
Il M5S non nasce per conquistare il potere ma per cambiare il sistema politico. Il suo scopo iniziale era avviare una fase sperimentale ma concreta per verificare nella pratica come questa riforma avrebbe potuto funzionare. Se questo non è avvenuto, la colpa è di Grillo che ha impedito alla sua creatura di crescere in coerenza e in autonomia.
   Scrive Ilvo Diamanti […]”la vicenda romana costituisce un grande rischio, ma anche un'opportunità, per il M5S. Per diventare un partito "normale". Che va oltre il mito della democrazia "diretta" e accetta le logiche della democrazia "rappresentativa". Mi è veramente difficile condividere l’entusiasmo di Diamanti per i partiti normali; perché se Roma è quella che è, la colpa è tutta dei partiti normali. Ma quello che certamente non condivido è la sua affermazione di andare oltre il mito della democrazia diretta. L’unico modo, invece, affinché il M5S possa davvero rappresentare un’alternativa seria e smetterla di minacciare il Paese con la grottesca emotività delle denunce demagogiche alla Grillo, è recuperare quel mito, abbandonare la ricerca del potere e dedicarsi con impegno a definire una proposta viabile che allarghi sempre di più la partecipazione decisionale dei cittadini. E’ una strada sperimentale e rischiosa ma è decisamente meglio delle certezze nefande che ancora ci riserva l’attuale sistema. Se Grillo fosse in grado di assumere le sue responsabilità, si farebbe finalmente da parte; forse allora si potrebbe ancora sperare.(4)

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  1. ‘Se a Roma nasce il partito 5 stelle’ - http://www.repubblica.it/politica/2016/09/05/news/mappe_m5s_roma-147191067/?ref=search&refresh_ce
  2. ‘M5S a Roma, la missione tradita’ - http://www.repubblica.it/politica/2016/09/07/news/m5s_giunta_raggi_missione_tradita-147307690/
  3. ‘Capitale a 5 Stelle’ - ‘Tutta la Città ne parla’, podcast del 7 sett. 2016 - http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-f5474704-6e99-4c88-9282-063ceaa5a185.html
  4. Invito chi volesse saperne di più sul tema, a fare un’incursione sul Blog di Tutta la Città ne parla che fornisce una messe davvero notevole di riferimenti e informazioni: http://lacittadiradio3.blog.rai.it/
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