GRAZIE DONALD

di Gisella Evangelisti                               [Link alla vers. in spagnolo pubblicata su Servindi]

Hillary Rodham Clinton e Donald Trump sembrano disposti a tutto nelle ultime settimane della loro lotta per la presidenza, quella in cui giá si tirano all'aria i panni sporchi del o della rivale, (e peggiori colpi bassi sono in vista), pur di vincere, come nelle truculente telenovelas latine del tipo “A ogni costo” o “Culla di lupi”. Nell'ultimo dibattito per esempio, invece di discutere di questioni politiche che riguardano l'elettorato americano e il mondo, come il cambiamento climatico, l'economia, la globalizzazione, la guerra e la pace in Medio Oriente, i due candidati hanno parlato di sesso e dintorni. "Il Donald" ha dovuto chiedere scusa del linguaggio volgare utilizzato in un video del 2005 (quando ha detto che essendo ricco e famoso, lui alle donne puó fare di tutto, cominciando col palparle decisamente la f...) minimizzandolo come una semplice "conversazione maschile da spogliatoio" (e molti atleti hanno protestato che non parlano cosí né negli spogliatoi né fuori), ma é andato anche all'attacco accusando Bill Clinton, presente in sala, di aver molestato o abusato di diverse donne, portandone in sala quattro di loro, alla ricerca di un colpo d'effetto da telereality. Durante quei vecchi scandali, Hillary aveva

proclamato ai quattro venti (che ci credesse o no) che suo marito era innocente, e pare che avesse minacciato le donne coinvolte perché non aprissero il becco, mettendo a repentaglio la carriera politica del marito. Un'ulteriore prova di quanto sia difficile il ruolo delle mogli di uomini che uniscono un grande appeal fisico all'enorme fascino del potere (politico, sociale o economico), come è stato dato nel caso di Kennedy e Clinton, o di principi e capitani d'industria. Sappiamo che tradizionalmente le mogli economicamente dipendenti sono obbligate a sorbire sorsi amari per salvare famiglia e status, sopportando le distrazioni del marito, mentre adesso, almeno in teoria, esistono altre opzioni. Hillary ha deciso di restare, contro venti e maree, vicino all'uomo che sicuramente l'ha fatta piangere, ma che sa farla anche ridere come nessun altro, (come una volta ha confessato alla stampa), e lei sola conosce i patti segreti accordati per salvare in un blocco amore, famiglia, e sodalizio politico. La sua popolarità per questo crebbe molto. E ora che Bill ha nel suo bypass quattro cuore e due stent, e la sostiene incondizionatamente nella sua campagna presidenziale, è probabile che sia diventado davvero il partner ideale.
Le personalità dei due candidati alla Casa Bianca non potrebbero essere più diverse. Hillary, ben preparata, responsabile e molto controllata (com'è richiesto alle donne che devono lavorare il doppio per poter accedere a posizioni di potere), di famiglia conservatrice e ambiziosa, ex studente e poi brillante professionista, ha vinto tutti i possibili premi e immaginabile nella sua carriera, ha messo a punto buone politiche per migliorare la salute e l'educazione dello stato dell'Arkansas, (riuscendoci) e poi come First Lady, ha lanciato una riforma sanitaria (senza successo), e ha collaborato con Obama come segretario di Stato nella complesso tema della politica estera, viaggiando senza fare una piega in 123 paesi.
Di fronte a lei, l'istrionico "The Donald" vuole apparire come l'eroe antisistema, il "parvenu" che non ha alcuna esperienza politica, ma sa parlare il linguaggio della gente e ne conosce i problemi, non come quella “vecchia signora” (ma ha due anni meno di lui), legata a doppio filo con Wall Street, ben pagata per le sue conferenze alla Goldman Sachs, una delle banche che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008. Trump si presenta come un grande esempio per tutti, perché "è diventato ricco dal nulla" ed è nato per vincere, senza dubbio e ad ogni costo, come richiesto dalla mitologia americana piú sempliciona, che divide la gente tra "trionfatori e perdenti”, e pazienza per chi non ce la fa a diventare ricco. Ovviamente non dice che da ragazzo suo padre lo mise in una scuola militare per cercare di disciplinarlo, e una volta laureato in economia gli dette qualche milione di dollari per iniziare nel settore immobiliare (mentre afferma che “si é fatto da solo”); che ha accumulato un patrimonio costruendo casinò e grattacieli in varie città del mondo, tra un fallimento e l'altro (reale o inventato per evitare di pagare le tasse), lasciando dietro di sé una scia di persone truffate. E insiste nel non voler pubblicare la sua dichiarazione dei redditi e si vanta di non pagare le tasse da 18 anni, sapendo muoversi come un pesce nell'acqua nei labirinti fiscali. E 'curioso che questo aspirante presidente, diversamente dai suoi colleghi, in genere preoccupati di apparire come cittadini modello, non si vergogni di presentarsi come un imbroglione, quando la gente comune deve pagare le tasse fino all'ultimo centesimo. Un "trionfatore" che disprezza anche la metà dell'elettorato, le donne, se non hanno le misure da modella, (come se lui fosse un Brad Pitt), e regala insulti e umiliazioni anche ad altri settori della societá che tirano avanti con sacrificio nella vita quotidiana: gli afro-americani, gli immigrati, i musulmani, i messicani, i disabili, i veterani traumatizzati dalla guerra. E ha cinicamente richiesto ai malati terminali: Resistete fino alle elezioni, please. (Votate per "The Donald" e poi tirate pure le cuoia).
Ora a settant'anni, ha accanto come "moglie-trofeo" l'ennesima modella immigrata dall'Europa dell'Est, ma ovviamente, questo non gli impedisce di saltare addosso a quanta bella ragazza gli appaia all'orizzonte, visto che é un VIP, no? E i ricchi e famosi possono fare ciò che vogliono. "Le sue parole sulle donne sono offensive e inaccettabili”, afferma la moglie Melania Trump, dal viso espressivo come una maschera di Venezia, “ma alla fine lo perdono ", conclude ripetendo il copione familiare della moglie-sopporta-tutto (altrimenti come potrebbe pagarsi da sola chirurgo estetico e diamanti?, insinuano le malelingue).
Sono state innumerevoli le assurdità sparate da "The Donald" durante la campagna, come quella che Obama sarebbe nato in Kenya o che il cambiamento climatico lo hanno inventato i cinesi (il 70% delle sue affermazioni sono sbagliate o inesatte, hanno asserito esperti giornalisti) ma questo non gli ha impedito di crescere   costantemente nei sondaggi. Nonostante che abbia rotto tutte le regole della decenza umana, e pure vantandosene, ha continuato ad essere acclamato da gran parte dell'elettorato, fino ad arrivare a un passo dal realizzare il suo sogno di stabilire lui le regole per tutto il mondo, dallo Studio Ovale della Casa Bianca.
Chi compone la sua fedele coorte di elettori, pescati nel "nocciolo duro" della società americana, (ma esistente in tutte le società del mondo)? Ci chiediamo. E ci troviamo ex lavoratori che hanno perso il posto di lavoro nella globalizzazione, e sperano che li salvi un milionario, come se il suo talento per la finanza fosse trasmissibile ad altri come i microbi nell'aria (è caduta nella stessa trappola la parte dell'elettorato italiana che ha avuto fiducia in Berlusconi, quando ha promesso un milione di posti di lavoro e altre amenitá, terminando poi il suo mandato con un patrimonio piú ricco in un paese più povero).
Ammira Trump la gente semplice, che si sente più sicura quanto piú vasto è il suo arsenale di armi, (non basta una pistola, eh? meglio un armadio intero pieno di mitragliatrici) o quelli che sono stati abituati a vedere il mondo solo in bianco e nero, diviso tra il Bene (Noi) e il Male, (di volta in volta la Russia, l'Iran o l'ex amico Bin Laden), come nei videogiochi o nei film di guerra di Hollywood. Ci sono i bianchi che sanno che nel giro di pochi decenni diventeranno minoranza rispetto alla varietà etnica che ha reso grande l'America. Ci sono uomini che si sentono minacciati dai cambiamenti di cui sono protagoniste le donne che ritardano sempre piú il matrimonio, anzi spesso addirittura vi rinunciano, anteponendogli la loro realizzazione personale e professionale. Un mondo inquietante. Meglio “rendere l'America Grande di nuovo", come dice Trump, ma quale America? Ovvio, non è più possibile tornare alla rimpianta (da piú d'uno) America schiavista, quella di Via col vento, dove gli africani lavoravano zitti e buoni sotto la frusta, (sfogandosi con qualche blues) e le signore preparavano torte di mele o facevano calzini a maglia per "i nostri ragazzi" sacrificati in guerra, (appunto per difendere la schiavitù).
No, Trump vuole un'America moderna, di grattacieli e casinó dai cristalli brillanti, dove un esercito di "Trumpettes", ragazze con misure perfette di seni e fianchi, non un grammo di più, non uno di meno, sono in lizza tra loro per i suoi favori nei concorsi di bellezza, come le "Olgettine" in Italia, stipendiate da Berlusconi (versioni occidentali di Harem); ma dove le donne comuni non hanno diritto agli stessi salari degli uomini e quelle che vogliono mantenere il loro lavoro dovrebbero rimanere in silenzio quando il Boss le palpa mentre fanno fotocopie.
Un' America dove il candidato di sesso maschile per la presidenza ha interrotto la donna rivale 51 volte nei 90 minuti del primo dibattito, perché non sopportava la sua intelligenza e il suo autocontrollo, e dove nel secondo dibattito l'ha minacciata di farla finire in prigione, se sará eletto, inventando qualche scusa, (dato che l'FBI non l'ha imputata di nessun reato), se no, chi comanda qui? Insomma, un'America di un irresistibile Neo-Maschilismo Cavernario per il Terzo Millennio.
“Oh NOOO, mio Dio!!! Dove stiamo andando?” Improvvisamente, 2.000 terapeuti statunitensi si sono risvegliati dal maleficio che sembra avere annebbiato le masse distratte, e ha inviato una lettera agli elettori felicemente avviati sull'orlo dell'abisso, avvertendoli del pericolo di scegliere un personaggio cosí narcisista e prepotente, così poco empatico con gli altri, che può facilmente perdere il senso della realtà. Nel caso che non l'avessimo capito, aggiunge Hillary, “potremmo provocare l'Apocalisse se diamo a questo pericoloso individuo il potere di premere il pulsante rosso dell'attacco nucleare”.
Ma finalmente la pubblicazione dell'imbarazzante video del 2005 ha provocato un forte terremoto anche nell'ambiente repubblicano, e finora circa 150 alti funzionari hanno dichiarato che non voteranno Trump, tra cui lo stesso presidente del GOP, Paul Ryan, mentre Robert de Niro, (lui sí molto espressivo) diffonde un video in cui gli rimanda indietro i suoi insulti piú frequenti, definendolo un “porco”, che meriterebbe essere preso a pugni. Ma dove trovare un'alternativa appena decente tra i mediocri politici repubblicani, più specializzati nell'impedire agli altri di governare che nel produrre buone leggi per il popolo americano? Ormai, con le elezioni a ridosso, non ci sono alternative, e anche "The Donald" è rimasto attaccato come un polpo alla sua futuribile poltrona di “Boss del Mondo” e non ha nessuna intenzione di mollare.
Intanto Hillary rialza la testa e avanza nei sondaggi, mostrando un progressismo moderato ereditato in parte da Bernie Sanders, politico carismatico democratico che si è guadagnato la fiducia dei giovani, ma non é riuscito a far superare alla maggioranza degli elettori la loro paura del "socialismo". Hillary vuole aumentare il salario minimo dei lavoratori, difendere i diritti delle donne, dei LGBT, dei migranti e gli afro-americani. Tuttavia non riesce a convincere tutti, anche per la sua sintonia col sistema finanziario, che Bill Clinton ha contribuito a “deregolamentare”, favorendo indirettamente la sua attività speculativa che espone periodicamente gli azionisti a bolle e crac finanziari.
“Ma la posta in gioco in queste elezioni é terribilmente alta, dato che siamo in un mondo meno sicuro di quello che ha lasciato Bush, con una guerra fredda con la Russia che sta pericolosamente salendo di tono, un Medio Oriente in cui non si vede sbocco alle sue mille crisi di cui anche noi occidentali siamo responsabili. Noi donne americane stiamo cominciando a capire che numericamente, i risultati di queste elezioni dipendono da noi. E possiamo fermare il suicidio collettivo verso cui il paese potrebbe scivolare, perdendo la sua democrazia imperfetta", afferma Jennifer, una pediatra di origine indiana. "Michelle Obama ci galvanizza con la sua dialettica, con il suo carisma e la fiducia in se stessa, chiedendo rispetto per le donne. E si sta formando un movimento sotterraneo in cui donne di tutti i tipi, grasse o magre, dai capelli ricci o lisci, ognuna rappresentando l'incredibile varietà della bellezza umana, ci stiamo proponendo azioni serio e festose nello stesso tempo, per salvare il nostro paese e la nostra libertà duramente conquistata come donne. Diffondiamo messaggi in rete, organizziamo piccole o grandi performances pubbliche, come la protesta di fronte alla Trump Tower a Manhattan. Ma non si tratta solo di donne. Vogliamo anche che si governi il mondo in modo meno conflittuale, più attento ai problemi della gente che al fatturato delle multinazionali, che si affronti questa terribile disuguaglianza nella società, e le migrazione causate da guerra e povertá. Vogliamo affrontare i conflitti senza ricorrre al fragore dei bombardamenti: crediamo nel soft power del femminile, la diplomazia e il dialogo, anche se é un cammino piú difficile”.
Ecco un effetto collaterale inaspettato del "terremoto Trump": quello di unire le donne americane, democratiche o repubblicane (sí, anche gran parte delle repubblicane affermano che non lo voteranno) in un fermento sotterraneo, in una vibrante protesta. Contro il suo sessismo e razzismo. Per la libertà e la pace.
Quindi grazie, Donald. Non avresti mai immaginato di ottenere questo risultato.
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