Su richiesta dell'Autore, pubblichiamo volentieri

LETTERA APERTA A BEPPE GRILLO E AI SUOI COLLABORATORI

Critiche costruttive al M5S e invito a ragionare sulla strategia politica

di Roberto Brambilla, Membro del coordinamento nazionale di Lista civica italiana

Premetto che ho lavorato al WWF per venti anni come segretario regionale della Lombardia (gestivo – ovviamente con uno staff - circa 27 sezioni locali e 60.000 soci) e quindi qualche cosa di associazionismo, di gestione di gruppi e di campagne capisco. Sono uno dei fondatori di Rete Lilliput e della Rete civica italiana dalla quale poi é partito il progetto per creare una nuova formazione politica civica detta “Lista civica italiana” (www.listacivicaitaliana.org), penso che qualcuno di voi la conosca. Uno dei fondamenti dell'azione del Movimento 5 Stelle – l'impronta ecologica - é stato portato a conoscenza di Beppe da me, quando lo andavo a trovare in camerino alla fine dei suoi spettacoli. Questo rapporto ha generato ottimi frutti come i video con le interviste all'ideatore dell'impronta - Mathis Wackernagel - sul sito di Beppe (anche 75.000 visualizzazioni in una settimana) in occasione dell'Overshoot Day o le varie collaborazioni per gli spettacoli come quello di Genova per Mobilitebio o al Palavobis di Milano con il sindaco Finiguerra che per primo ha redatto il Piano di Governo del Territorio del suo comune a sviluppo zero.  Per chiarezza non faccio parte del Movimento 5 Stelle ma conosco molti attivisti in gamba (parlamentari, consiglieri regionali, comunali e attivisti) di cui ho grande stima. Condivido inoltre alcuni dei valori fondanti del M5S, in primis la necessità di cambiare modalità di fare politica.

La mia domanda di base: quale é il vero obiettivo del Movimento 5 Stelle?

La risposta dovrebbe essere scontata ed é:  “togliere l'Italia dalla scivolosa e pericolosissima china in cui si trova ridando fiducia nelle istituzioni democratiche agli italiani e applicando finalmente la nostra Costituzione”. Se però dovessi giudicare dai fatti e da come vi comportate mi viene il dubbio che quello non sia il vero obiettivo. Dico questo per i seguenti motivi.

1) Finanziamento pubblico. Vi siete fatti una gran pubblicità per la restituzione del finanziamento elettorale.

Io e tanti come me, vi abbiamo votato alle politiche del 2013 per avere risultati politici concreti.

Per ottenerli il M5S é chiamato a fronteggiare spregiudicati gruppi di potere che hanno strumenti  efficacissimi come l'informazione (TV e giornali) e soldi.

Il M5S  deve quindi sfruttare ogni opportunità, ogni risorsa a sua disposizione per essere efficace.

La battaglia di febbraio 2014 sul decreto IMU-Banca d'Italia (e svendita del patrimonio pubblico immobiliare) che come Lista civica italiana ho seguito da vicino, é un esempio di quello che intendo dire. Ci siamo dannati, noi come Lista civica italiana (un microbo in confronto al M5S) e voi in Parlamento per fermare quel decreto peraltro illegale e non ci siamo riusciti.

Con i soldi del finanziamento pubblico il M5S avrebbe potuto comprare pagine di giornali o pagare spot radiofonici o volantinaggi per informare gli italiani. Sarebbe stato un uso assolutamente degno, intelligente e incontestabile.

Inoltre che senso ha restituire dei soldi di cittadini (anche i miei!) ad uno Stato che li spreca per fare studi sul ponte di Messina? Visto che il M5S ha avuto la fortuna e il merito di avere quei milioni di euro li avrebbe dovuti restituire ai cittadini selezionando e finanziando i progetti più meritevoli proposti dalla società civile per risolvere problemi concreti in campi di diretto interesse dei cittadini (Sanità, scuola, filiere corte, ecc.). Per la selezione si sarebbe potuta creare una commissione di persone indipendenti e credibili.

Con questi soldi il M5S potrebbe anche pagare campagne per far crescere la cultura civica degli italiani. Ritengo ad esempio che ci sia un grande bisogno di far conoscere la nostra Costituzione agli italiani: cittadini/e che si fanno abbindolare da Renzi con 80 euro, (e da B. con l'abolizione dell'ICI) sono persone che non conoscono, tanto per fare un esempio,  l'art. 53 della Costituzione che sancisce il principio della fiscalità progressiva e basata sulla capacità contributiva. Informiamoli e gli rideranno in faccia.

Aggiungo un pensiero perfido: un movimento “povero” é più facilmente dominabile e meno efficace...

2) Uso e coordinamento della rete territoriale. Il M5S ha una invidiabile rete di attivisti sul territorio in grado di parlare direttamente alla gente. Per quanto ne so, tranne occasioni speciali, la rete di attivisti non viene formata e coordinata per fare campagne mirate (vedi ad esempio l'informazione-educazione degli italiani su temi fondamentali quali la Costituzione, la democrazia diretta, le conseguenze del fiscal compact). Perché inoltre i vari meet up sono scollegati tra loro? Perché non esiste un sistema per farli parlare tra loro, per metterli in rete? Il M5S ha paura di creare in tal modo delle dinamiche incontrollabili?

Certo una rete coordinata implica anche condivisione di obiettivi, implica incontri per condividere una linea, implica preassemblee, delegati. Richiede un congresso... Le linee fondamentali di un Movimento o di un partito devono essere discusse in riunioni in cui ci si parla di persona.

Sono occasioni di notevole crescita degli attivisti e di rafforzamento della capacità di lavorare insieme che permettono inoltre di gestire meglio gli “iscritti dell'ultima ora”, che si attaccano al carro per opportunismo o, peggio,  per distruggere.

Pensare di risolvere la gestione di un gruppo politico nazionale con richieste saltuarie fatte tramite il blog o con la costruzione di documenti via internet è un po' ingenuo e mistificatorio.

Inoltre tutta la gente interessata al M5S che non ha internet che fa? Conta zero?

3) Alleanze con gruppi della società civile o nuovi gruppi politici.

Trovo sbagliata la scelta del M5S di non fare alleanze con nessuno: nemmeno a livello comunale, provinciale e regionale, come è successo in tanti territori. Sul serio pensate di essere gli “unici validi”, di poter fare tutto da soli? Sul serio il M5S pensa di diventare il partito del 51% e di ottenere ampi consensi comportandosi in modo autoreferenziale? Una cosa del genere sarebbe auspicabile per la democrazia italiana?

A mio avviso in Italia – tanto per fare un esempio - una parte dell'elettorato se non trova la parola “sinistra” nel logo del partito non lo vota, un'altra non ama lo stile del Movimento 5 Stelle e non lo voterà mai; un'altra ancora non vuol più sentir parlare di diatribe ideologiche e spesso strumentali tra destra e sinistra.  Beppe Grillo non può ispirare fiducia a tutti!

Per vincere occorre perseguire una strategia a più voci che comprenda soggetti politici affini in grado di rivolgersi a bacini elettorali diversi e di lavorare insieme su punti concreti quali: la difesa e applicazione della Costituzione, la riforma fiscale a partire dall'art.53 della Costituzione; la tutela dei beni comuni; il debito pubblico e gli effetti del fiscal compact; le leggi per dare agli italiani gli  strumenti della democrazia diretta e partecipata per integrare la democrazia rappresentativa; lo sviluppo di un'economia sostenibile con la relativa creazione di posti di lavoro; la legalità e la lotta alla corruzione; la lotta alla speculazione finanziaria.

Mi pare che in questo momento, considerata la composizione dell'elettorato italiano, i soggetti politici affini potrebbero provenire dall'area del M5S, dall'area del civismo, da un'area “progressista” tutta da creare.

Tutti questi nuovi soggetti dovrebbero pensare al bene comune e non all'autoconservazione. Dovrebbero inoltre dotarsi di regole per evitare le degenerazioni partitiche che ben conosciamo. Quindi stop ai privilegi, riduzione degli emolumenti, numero di mandati limitato, scelta di candidati competenti e credibili con procedure democratiche a partire dai territori.

Le cause che infatti hanno provocato il fallimento di esperimenti interessanti anche recenti sono state sempre le stesse: presenza “ingombrante” di forze politiche che devono autoconservarsi, personalismi sfrenati, caccia alla poltrona ben retribuita, ignoranza di problematiche fondamentali, non considerazione e valorizzazione dell'immenso patrimonio di esperienze locali, presenza di “soliti noti” che dietro le quinte decidono tutto.

E allora perché il M5S non collabora con tutte quelle formazioni affini, movimenti, associazioni, comitati locali con cui per molto tempo si sono portate avanti iniziative condivise nei territori e da cui, improvvisamente, sono state prese le distanze secondo la logica “o con noi o non esistete” ? Perché il M5S non aiuta alcune formazioni politiche promettenti a svilupparsi per poi fare insieme la battaglia in parlamento?  Una strategia lungimirante e intelligente potrebbe prevederlo!

Mentre tergiversate su queste importanti strategie, le forze che combattiamo  stanno smantellando l'Italia e tornare indietro sarà sempre più difficile.

E anche qui il dubbio che non vogliate essere realmente efficaci purtroppo si riaffaccia. Quanto meno vi siete “ingabbiati” con le vostre stesse mani.

4) Paura di diventare un partito, il non-statuto, le procedure di garanzia. La nostra Costituzione (art.49) dice che quando i cittadini si uniscono con una visione condivisa circa la gestione dello Stato, fanno un programma e si candidano si chiamano “partito”. Perché demonizzare questa parola? Solo perché delle persone in malafede l'hanno usata per scopi che sono la negazione del bene comune?

Mia nonna diceva “male non fare, paura non avere”. Se si fanno le cose per il bene comune e onestamente, non si deve aver paura delle parole.

Un altro vostro aspetto che mi lascia alquanto perplesso é la paura della “struttura”, dell' “organizzazione”.

E' vero, una struttura richiede personale, il personale costa e quindi c'é un elevato rischio che poi la struttura lavori non più per gli ideali ma per mantenere se stessa. Purtroppo i tempi della politica sono molto impegnativi e quindi non si può pensare di cambiare l'Italia solo con il volontariato che resta comunque una componente vitale, basilare e indispensabile per mantenere gli ideali intatti nel tempo.

E' quindi importante fare in modo che nei regolamenti del Movimento ci sia un saggio bilanciamento tra staff e volontariato che permetta alla “base” o quanto meno agli attivisti di poter intervenire rispetto alle possibili degenerazioni dello staff e alla gestione del Movimento.

Infine né nel “Non statuto” che nello Statuto depositato nel 2013 c'é traccia di una procedura di garanzia per chi viene espulso.

Mi pare un questione di tipo puramente “umano”: come fai a trattare i tuoi collaboratori in questo modo? Come puoi pretendere che ci sia un ambiente sereno di discussione per gli attivisti se chi avanza una critica può trovarsi espulso dall'oggi al domani senza un organismo indipendente (es. un comitato di garanti scelto dall'assemblea) che lo tuteli da eventuali eccessi o fraintendimenti del “capo”?

5) Ti/vi voglio fare infine un'ultima domanda.

Perché il Movimento 5 Stelle non ha collaborato in occasione di due iniziative che sono la campagna “Ferma la banca” e il Progetto di legge di iniziativa popolare “Quorumzeropiudemocrazia.it”

La prima campagna serviva per far recedere Banca Intesa dal finanziamento delle grandi opere (EXPO 2015 compreso!) e ne ho parlato personalmente con Beppe in occasione della sua venuta a Milano alla Feltrinelli per parlare del libro “Siamo in guerra”: il mezzo da usare era quello di invitare i correntisti a chiedere un cambiamento di rotta alla banca e poi a spostare eventualmente per protesta il conto su banche più “etiche”. Beppe mi aveva promesso una intervista da mettere sul sito al nostro esperto di finanza e grandi opere... mai concluso nulla!

La seconda aveva l'obiettivo di raccogliere 50.000 firme per il progetto di legge per portare la democrazia diretta in Italia. I referenti di alcuni gruppi italiani che si occupavano dell'iniziativa e  di democrazia diretta hanno scritto a Beppe per chiedere l'aiuto del M5S a un mese dalla scadenza della raccolta firme: diversi gruppi locali hanno dato e già davano una grossa mano ma la “testa” del M5S non ha fatto nulla per muovere tutto il M5S.

Tra l'altro ricordo ancora bene l'intervista di due pagine su “Il Fatto Quotidiano” del 13 giugno 2012 in cui Beppe diceva che avrebbe portato la democrazia diretta in Italia...

Conclusione

Il M5S se continua a non risolvere i punti qui elencati fa veramente pensare di voler tenere “congelata” una parte di società vispa e combattiva. Gli attivisti del M5S infatti potrebbero, se ben organizzati nelle piazze e con internet, contribuire notevolmente a frenare le manovre che la finanza internazionale sta facendo allo scopo di depredarci dei nostri beni (immobili, aziende, paesaggio, servizi fondamentali come l'acqua pubblica, la sanità, i trasporti ecc.) e trasformare così in beni reali  gli ingenti capitali virtuali accumulati in anni di speculazione e di deregolamentazione.

Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno fatto e fanno il lavoro di spianamento della strada: magari a un pezzo alla volta, ma l'importante é raggiungere l'obiettivo generale.

La “testa” del M5S con regole assurde e privandosi con le sue mani delle risorse economiche tiene al palo il Movimento  che avrebbe la possibilità di ostacolare questo processo...

Volete discuterne? Vogliamo discuterne?

Sono stato troppo “cattivo”? Sta a voi dimostrare che non é così.

Spero in ogni caso che dal mio scritto traspaia il desiderio di essere costruttivo anche se “indigesto”.

Se pensate che sia utile sono disponibile a incontrarvi.

Un abbraccio a tutti!

Roberto Brambilla

Membro del coordinamento nazionale di Lista civica italiana www.listacivicaitaliana.org

Gisella Evangelisti è una delle collaboratrici più assidue di Partecipagire.net. Farla conoscere meglio a chi segue questo sito ci è sembrata una buona idea. Paolo Basurto la conosce da anni e l'ha tartassata con le sue domande fino a spremerle queste riflessioni. Vedete un po' voi, se vale la pena leggerle fino in fondo.

SI DICE FELICITA' SI PRONUNCIA AMORE

Gisella Evangelisti conversando con  Paolo Basurto

Oltre la spiaggia, oltre il monte

L'ispirazione viene quando vuole. Così si dice, sempre che, come il postino, suoni almeno due volte,   e che qualcuno da dentro le apra la porta, anche solo per curiositá.  Io sono  curiosa da quando ero una bimbetta dai riccioli schiariti dal sole, e volevo scoprire cosa c'era al di lá del monte che era il nostro orizzonte, nella Sardegna meravigliosa, povera e selvaggia,  profumata di citiso ed elicrisio, della mia infanzia. Scoprire cosa c'era “oltre” la spiaggia del quotidiano. Ma anche cosa c'era “dentro” questa spiaggia e la sua acqua trasparente, ( ficcandoci tutta la faccia fino quasi ad affogare...) ,  e poi, da adulta, negli incontri di tutti i giorni, nelle strade asfaltate o sterrate di tanti paralleli, fra  Nord e Sud del mondo. A un certo punto, in un viaggio di lavoro del 97 in cui  percorsi  in sei mesi, i sette paesi del Centro America, capii che la sera dovevo rubare un paio d'ore al sonno, per mettere giú qualche immagine, qualche emozione provata incontrando gente straordinaria, per non farla inghiottire dai  pantani dell'oblio. Dovevo fermare su un foglio quei pensieri che stillavano dalla loro esperienza di vita, e li regalavano a una straniera, sotto un cielo stellato, in un bus sonnolento, o sorseggiando una birra in un bar rumoroso. Meritavano essere ricordate, le storie dell'ex guerrigliera  dagli occhi stanchi in El Salvador, del cafetalero guatemalteco che aveva visto uccidere suo padre dai guerriglieri, o dei campesinos dalle mani callose a cui i volontari dell'ONU cercavano di spiegare che ogni  Essere Umano (sí, sí, chiunque! Ricco e povero, uomo e donna!) ha dei diritti, anzitutto alla Vita e poi a lavorare ricevendo un Giusto Salario  (tutti i mesi???) e a esprimere la propria Opinione,  (senza essere arrestati e torturati? Siiii, ancora síiii) e tante altre idee incredibili,  inventate sicuramente in altri paralleli.

Questa conversazione avviene tra Paolo Basurto ed Augusto Merletti, entrambi con una certa anzianità di adesione al Movimento 5 Stelle. Il primo, di cultura umanista, si è formato in una lunga esperienza internazionale come funzionario ONU, è ormai profondamente critico e deluso dalla esperienza fatta nel M5S che spesso predica bene e razzola male, il secondo, di cultura tecnica, è titolare di una peculiare esperienza che lo ha visto per lunghi anni coniugare la attività di funzionario dello Stato con quella di piccolo imprenditore privato maturando un vero e proprio senso di ribellione per le attuali condizioni dell’Italia, che lo rende ancora convinto sostenitore del progetto 5 Stelle. Lo scopo dell’intervista, in fondo, è proprio quello di capire il perché.

Il Movimento 5 Stelle da Dentro

PASSIONE E RAGIONE

Conversazione di Augusto Merletti (a cura di Paolo Basurto)

Augusto ha assistito alla gestazione e alla nascita del M5S. Ha creduto nella sua novità e nella forza rivoluzionaria che conteneva l'iniziativa di Grillo anche quando nessuno, nemmeno Grillo stesso, pensava che avrebbe potuto esserci uno sbocco politico così a breve e con tanto successo. Augusto ha seguito da vicino tutte le fasi convulse e imprevedibili dell'evoluzione di quello che oggi chiamiamo M5S e che è un Movimento politico così trascinante che è divenuto, al primo colpo, la più importante formazione politica del Paese.  Ma non è stato solo un osservatore. Al contrario, ha preso parte a tutte le battaglie che contavano, interne ed esterne, seguendo con attenzione la vita del Meet Up di Roma (il secondo  gruppo di simpatizzanti di Grillo ad essersi costituito in Italia), senza mai mancare di dire e difendere e diffondere le sue opinioni, spesso (molto spesso) anche fortemente critiche. Ecco perché la sua conversazione è molto interessante e può far capire tutto il potenziale che ancora esiste nel M5S, fatto di risorse umane di qualità, anche se sempre più rare, e capaci di analizzare con equilibrio pregi e difetti dell'avventura unica avviata da Grillo, avventura che oggi molti ritengono tradita e impoverita da un grave rischio di autoritarismo e di personalismo.

Capire il M5S

Riuscire a governare la società del 2000. Non è una cosa semplice. Un tempo il potere sovrano sembrava fortemente concentrato nella figura di un unico capo:  il Re. Ma in realtà questo Re poco conosceva della realtà del suo regno, spesso troppo vasto e articolato. Quindi l'amministrazione ordinaria era nelle mani dei suoi governatori o rappresentanti e lui si accontentava di valutare che rendite questi governatori fossero capaci di assicurargli e quante grane politiche fossero capaci di risolvere da soli. Oggi non c'è capo di stato, per potente che sembri, che sia davvero in grado di governare da solo. La realtà imprenditoriale, e peggio ancora quella finanziaria, è divenuta così complessa e incontrollabile, da quando ha superato i confini dello Stato nazionale e si è trasformata in un fenomeno transnazionale, che pensare di poter guidare un Paese con gli schemi e i modelli tradizionali si dimostra sempre più un grosso errore. In particolare, il mondo  attuale ha già chiaramente dimostrato che il sistema politico che tanto osanniamo, quello della democrazia rappresentativa, è terribilmente in crisi e produce ormai una classe politica sempre peggiore nella quale quelli che dovrebbero essere i rappresentati non si riconoscono affatto. Forse un esempio illuminante tra tutti è quello degli italiani che, per ben vent'anni, si sono scelti Berlusconi senza riuscire a trovare alternative valide.

Testimonianza di una immigrata ucraina in Italia

GUERRA MONDIALE? NO GRAZIE!

di Gisella Evangelisti

"Andai in Grecia nel 1988 con il gruppo di balli folclorici, per un incontro internazionale di danza. Avevamo vestiti a fiori ricamati e fu un trionfo di gioventù e di colori. Non potevamo immaginare che trent'anni dopo i nostri paesi, l'Ucraina e la Grecia, avrebbero dovuto vivere momenti così duri". Anna Paroviak parla con orgoglio e un'espressione quasi dura nei suoi  occhi azzurri; le mani arrossate dai detergenti, comincia a raccontare la sua storia personale, una storia con la minuscola che però si mischia con quella grande, con la S maiuscola, quella delle rivoluzioni, delle cadute di imperi, delle carestie e delle resurrezioni, in un Paese che è il cuore geografico dell'Europa e che, proprio per questo si trova ad essere il crocevia degli opposti interessi economici, culturali e religiosi delle grandi potenze. Un Paese grande due volte l'Italia, ma con non più di 46 milioni di abitanti. Pianure immense e così fertili che Hitler faceva caricare interi treni di terra per portarsela in Germania. Anna è una delle migliaia di donne bionde e laureate che si sono trasferite in autobus da uno dei Paesi dell'Est europeo, e che hanno dovuto rassegnarsi a raccogliere mele o pulire cessi o (quando andava bene) a badare ad anziani e a bambini nei "ricchi" Paesi dell'Occidente europeo. A nulla sono servite le loro lauree praticamente non riconosciute per l'esercizio delle professioni. Ma non sempre queste donne sono state povere.

DESIGN BY WEB-KOMP