GLI ERRORI DEGLI ECONOMISTI

La tesi che definisce la soglia del rapporto Debito/Pil è basata su calcoli sbagliati. Lo hanno pubblicamente ammesso gli economisti del FMI che la hanno elaborata e imposta ai Paesi in crisi. Incredibilmente in Italia nessuno ne parla.

(VI)

di Marco Borsotti

Le molte verità

Visto l'imperversare in politica e nelle fonti d'informazione di persone che sono appellate e spesso si gloriano d'esserlo con il titolo d'economisti, mi sembra giustificato porsi la domanda se quanto asserito da questa categoria di pensatori sia degno di fede. Infatti, sempre più frequentemente nei vari salotti televisivi e nei giornali costoro ci spiegano con toni diversi, ma tutti ammantati dalla certezza di sapere quello che a loro vedere sarebbe meglio per tutti dal momento che l'economia é una scienza sociale che l'uomo utilizza per definire le scelte da farsi per portare avanti al meglio la vita economica del paese, anzi dell'intero pianeta. Il futuro che prospettano é sempre roseo, ma é anche sempre futuro, cioè un qualche cosa verso cui tutti debbono aspirare per il bene comune che solo potrà realizzarsi se oggi si sia disposti ad accettare qualche sacrificio e, più importante di tutto il resto, si accetti di mettere in pratica le ricette che detti economisti reputano siano la giusta maniera per raggiungere il fine cui tutti aspirano.

FINE DEI GIOCHI - LA RESTAURAZIONE

di Roberto Villani

Elezioni del Presidente - Tatticismo dei partiti e stallo della politica - voglia di presidenzialismo

Come tanti italiani ho trascorso la settimana passata in attesa di vedere l’esito delle elezioni del Presidente della Repubblica e l’inizio di quel cambiamento che tutti i contendenti della tornata elettorale del febbraio scorso avevano posto come punto di partenza del loro programma elettorale.

Alla fine dei giochi abbiamo: un Presidente della Repubblica riluttante, vecchio per età e carica (mai successo finora che un Presidente ripetesse il mandato) con la manifesta prospettiva di favorire un governo appoggiato dalle forze parlamentari che hanno governato finora, guidato da un politico (Amato ?) pescato dalla prima repubblica, ci mancava solo il ripescaggio di Andreotti e il “rinnovamento” era completo.

IL GRILLINO CHE NON C'E'

di Paolo Basurto

Dopo l'assordante boom elettorale del Partito di Grillo è fiorita tutta una letteratura grillina. Un successo editoriale immediato: l'ultimo libro della inaspettata triade che vede un entusiasta Dario Fo coautore assieme alla ormai famosa coppia Grillo-Casaleggio. Ma ancora più significativa è la caccia che i mass media tentano ad ogni occasione, per accalappiare un grillino sperando che sia parlante e che dica qualcosa che possibilmente faccia arrabbiare Grillo o, almeno in subordine, faccia capire un po' meglio che lingua si parla, oltre a quella del vaffanculo, in questa galassia di alieni, atterrati sorprendentemente nel nostro vecchio e degenerato mondo politico.

L'ARROGANZA DEL NON-POTERE

Fare a meno del Governo

di Roberto Villani

In questi giorni assistiamo a un’altalenante ridda di opinioni sulla necessità che il Paese sia guidato da un Governo assistito dalla fiducia del Parlamento o sulla possibilità che invece possa sopravvivere benissimo con un Governo dimissionario e con la sola guida delle due Camere.

Intanto andrebbe fatta chiarezza sulla considerevole serie d’inesattezze che sono state scritte per sostenere tesi contrapposte.

IL PIACERE PERVERSO DELLE TASSE

(V)

di Marco Borsotti

Il Ministro Padoa Schioppa fece notizia quando nella puntata del 7 ottobre 2007 di “Mezz'ora” su RAI3 affermò: “...le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali salute, sicurezza, ambiente e salute”. L'affermazione, subito ripresa dagli altri organi di stampa, non fu ben accolta in ambiente politico dove le sue connotazioni misero in non poca difficoltà vari esponenti del governo di centro sinistra cui aderivano molti della sinistra istituzionale italiana che non si trovarono a loro agio nelle parole del loro collega e venne ampiamente utilizzata dall'opposizione di centro destra per dimostrare come il governo Prodi non fosse capace di trovare altra soluzione ai problemi del paese che aumentando la pressione fiscale. Il Ministro non aveva voluto dire questo, ma in politica le parole sono spesso distorte per rispondere ad altri fini. Certamente, la frase non sortì l'effetto positivo sperato anche tra la popolazione dove invece prevaleva e continuò a prevalere la convinzione che in Italia si pagassero troppe tasse, che il denaro così raccolto fosse il più delle volte sprecato o rubato e che le tasse le pagassero veramente soltanto i poveracci che non avevano modo d'evaderle.

Marco Borsotti

DOV'E' FINITA L' "ALBA"?

Il 26 marzo del 2012 apparve in rete un Manifesto intitolato: "Un soggetto politico nuovo",, sottoscritto da un gruppo di persone della sinistra in vario modo collegate con i movimenti civili [LINK]. Il documento proponeva l'urgenza di trovare strumenti di partecipazione per tutti coloro che a sinistra esprimevano a voce sempre più alta il proprio malcontento per come le forze tradizionali del Centro Sinistra italiano gestissero la loro voglia di trovare risposte differenti da quelle proposte dal governo Monti per portare il paese fuori dalla crisi in cui si trovava. Il successo del movimento referendario sulla questione nucleare e sulla gestione dell'acqua come bene comune del giugno 2011 aveva chiaramente dimostrato come in Italia ci fosse una solida maggioranza che non solo non condivideva molte delle scelte fatte dal centro destra, ma aveva la capacità, senza l'apporto di forze politiche o sindacali, di portare avanti e vincere battaglie di principio. In quel caso, infatti, la politica anche di sinistra aveva intenzionalmente girato le spalle ai comitati cittadini che avevano promosso i quesiti referendari. Per questo, il successo del voto induceva i firmatari proponenti del Manifesto a pensare che nel paese ci fosse una forza progressista che non trovava più rappresentanza in quelli che erano i discendenti dei partiti politici della sinistra in Italia. Questo risultato fu in molti aspetti confermato dalle elezioni amministrative della tarda primavera 2012.

FINANZA E POTERI TRASNAZIONALI

(IV)

di Marco Borsotti

La manipolazione occulta

Nel 1941 usciva in America una pellicola, “Citizen Kane”, conosciuta in Italia con il titolo “Il Quarto Potere”. Questa storia diretta ed interpretata da un giovane Orson Wells per la prima volta portava all'attenzione di tutti un fenomeno che ormai si stava imponendo come modo di realizzare la politica non solo in America. Oggi nessuno contesta che accanto ai tre poteri statali identificati da Montesquieu, legislativo, esecutivo e giudiziario, si sia aggiunto il potere dell'informazione organizzata, potere dotato di una forza tale che a volte può, se lasciato senza controllo, assoggettare a sé gli altri tre poteri dello Stato. Ora, chi controlla i mercati capisce l'importanza del quarto potere come strumento per controllare gli altri tre e per questo negli ultimi decenni chi disponeva di ampi mezzi economici si é anche ingegnato a controllare fette importanti dell'industria dell'informazione e dell'intrattenimento.

DEMOCRAZIA -  EVOLUZIONE DI UN SISTEMA

di Gianluigi Cavaliere

Un modello di democrazia che da sistema di potere delegato o rappresentativo evolve verso un modello di organizzazione della comunità, basato su un concetto sia pure debole di democrazia diretta, non costituisce in nessun modo una novità  nelle forme della politica  e del potere della contemporaneità, essendosi tante volte in essa storicamente configurato secondo le più svariate modalità. Fin dalla rivoluzione russa del 1905 Lenin aveva teorizzato la necessità di superare ogni differenza tra rappresentanti e rappresentati (classica configurazione della democrazia rappresentativa) allo scopo di determinare le condizioni del superamento di ogni tipo di assetto statuale, come espressione degli interessi di potere delle classi dominanti, attraverso l’azione e la lotta dell’avanguardia del partito socialdemocratico russo. ‘Stato e rivoluzione’ costituisce una testimonianza teorica di prima mano, da parte del rivoluzionario russo, per comprendere la

LE AMARE SORPRESE DELL'AGENDA MONTI

di Marco Borsotti

Il contesto generale

Il titolo scelto dal Presidente Monti per presentare il suo, diciamo, “Manifesto” per le prossime elezioni politiche di fine febbraio, da lui volute anticipare presentando in modo  poco ortodosso le dimissioni da Primo Ministro senza essere passato, come ci si sarebbe aspettati,  da un voto parlamentare, enuncia chiaramente le grandi ambizioni che il Professor Monti nutre su di sé chiamato, a suo parere, dal paese Italia a succedere a sé stesso. Essendo Monti uomo schivo nell’agire, modesto nel proporsi, non lo enuncia mai chiaramente, ma la lettura del paio di dozzine di cartelle che portano la sua firma indica tra le righe come il Professore si consideri in questo frangente storico il solo capace di continuare a guidare il paese fuori dalla crisi economica e sociale che precedenti governi avrebbero causato. Insomma, un moderno Cincinnato, uomo del bisogno, chiamato a ribaltare le avverse vicende del paese, senza la modestia del  Cincinnato tramandato dalla leggenda romana che, dopo aver conclusa l’opera di condurre i suoi alla vittoria, si era poi subito ritirato nuovamente  a vita privata lasciando ad altri il compito di gestire le sorti della riscattata Repubblica.

POLITICA E FINANZA

IL GIOCO PERICOLOSO DELL'USURA

(III)

di Marco Borsotti

Quando manca l'etica in politica

Nel nostro paese, le famiglie e gli imprenditori, quando il sistema creditizio funziona, spesso contraggono debiti per poter portare avanti in maniera adeguata le loro attività. Ma fatte poche eccezioni non sperperano poi quanto hanno ottenuto e soprattutto si preoccupano di ripagare non solo per evitare le noie penali ed amministrative di un eventuale fallimento, ma prima di tutto per il senso etico che hanno che gli impone un comportamento responsabile ed onesto.

Negli anni, la politica in Italia, tutta senza distinzione di appartenenza, ha dimostrato di non possedere quel senso etico che invece hanno la maggior parte degli italiani.

U.S.A. DOPO LE ELEZIONI

di Massimo D’Angelo

Son trascorsi diversi giorni dal 6 novembre, quando Barack Obama fu confermato Presidente degli Stati Uniti. Le polemiche elettorali non si sono placate e continuano i dibattiti per capire cosa sia successo.

6 novembre: attendendo i risultati

Ricordo ancora con ansia le ore di tensione passate incollato davanti al monitor televisivo la sera del 6 novembre, mentre da casa, qui a Charlotte (North Carolina) ove risiedo da anni, ero in attesa del risultato elettorale. Cambiavo continuamente canale, passando dalla CNN alla MS-NBC, occasionalmente dando un’occhiata alla repubblicana

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