ESSERE POETA

a colloquio con Sol Fantin (*)    [link originale spagnolo]

1. PARTECIPAGIRE: Poeta e Donna. Vantaggio o Svantaggio? 

Credo che fu Jacques Lacan, il famoso psicoanalista francese, a dire che l’uomo s’interroga sulla morte, cioè sull’essere, così: sull’essere senza altri attributi. La donna invece aggiunge qualcosa: s’interroga sull’essere Donna. Se consideriamo quest’affermazione letteralmente, ‘essere donna’ conterrebbe un plus. Lacan ha anche detto che noi donne siamo tutte un po’ matte e che perciò riempiamo tutte le condizioni per essere delle buone psicoanaliste. Deduco che quanto serve per essere buone psicoanaliste serve ugualmente per essere delle buone poetesse. Entrambe le cose, inclusa la capacità di essere un po’ matte, mi fanno sentire portatrice di un privilegio, quello di essere donna e di occuparmi di poesia. 

LA PANDEMIA DI TRUMP

COMPORTAMENTO CRIMINALE O CONSUETA POLITICA ?

 di Paolo Basurto

Gli Usa hanno ormai contabilizzato il numero più alto di morti a causa della pandemia del coronavirus. Come in Inghilterra, solo poche settimane fa, il pericolo di un’ondata contagiosa del virus, veniva considerata trascurabile, anzi risibile. Meglio non fare niente. Non c’è niente da fare. Pensa solo che si tratta di un raffreddore; diceva Trump. Mentre Boris Jonson, già in quarantena e, in questo momento, in ospedale, ironizzava sulle molte mani che gli toccava di stringere per la sua funzione. Le preoccupazioni dei due uomini di Stato erano chiaramente di ordine economico. Non fermare la macchina produttiva e commerciale valeva il rischio di qualche danno collaterale come la morte di alcune migliaia di persone.

 

IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA O CONTENIMENTO? UN NUOVO APPROCCIO

PROSPETTIVE NEL LUNGO PERIODO

Parte VIII - B [Link -A]

di Massimo D’Angelo

  1. Il contributo demografico dell’immigrazione

Il consueto allarme alla notizia di nuovi arrivi di immigranti è collegato ad un pensiero molto diffuso: non c’è spazio per ospitarli, anche se la realtà fa pensare proprio il contrario, con un possibile vuoto demografico nei paesi d’immigrazione, che giustificherebbero semmai flussi migratori per garantire un’adeguata crescita della popolazione.  Infatti dovremmo valutare se l’immigrazione porti un beneficio al paese ospite, proprio come contributo a risolvere certi squilibri demografici nei paesi ad economia più avanzata. Ma vediamo questa questione più in dettaglio. Vi è una grande diversità nella dinamica demografica dei vari paesi, combinata con profondi squilibri economici e sociali. Il mondo attuale – con una popolazione totale stimata nel 2015 pari a 7,44 miliardi di persone,[i] di cui 4,5 miliardi vivono in Africa, 1,26 miliardi in Africa, 743 milioni in Europa, 646 milioni in America Latina e nei Caraibi, 361 milioni in Nord America, e solo 41 milioni in Oceania (di cui il 60% in Australia) – è diviso in regioni con elevati tassi di crescita demografica e paesi con tassi stagnanti o in declino, cui corrisponde una struttura per età dominata da giovani in età riproduttiva nei primi, mentre nei secondi, la quota di persone in età avanzata è crescente. È l’immigrazione un modo per ridurre queste diversità?

 

IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA O CONTENIMENTO? UN NUOVO APPROCCIO

PROSPETTIVE NEL LUNGO PERIODO

Parte VIII - B [Link -A]

di Massimo D’Angelo

  1. Il contributo demografico dell’immigrazione

Il consueto allarme alla notizia di nuovi arrivi di immigranti è collegato ad un pensiero molto diffuso: non c’è spazio per ospitarli, anche se la realtà fa pensare proprio il contrario, con un possibile vuoto demografico nei paesi d’immigrazione, che giustificherebbero semmai flussi migratori per garantire un’adeguata crescita della popolazione.  Infatti dovremmo valutare se l’immigrazione porti un beneficio al paese ospite, proprio come contributo a risolvere certi squilibri demografici nei paesi ad economia più avanzata. Ma vediamo questa questione più in dettaglio. Vi è una grande diversità nella dinamica demografica dei vari paesi, combinata con profondi squilibri economici e sociali. Il mondo attuale – con una popolazione totale stimata nel 2015 pari a 7,44 miliardi di persone,[i] di cui 4,5 miliardi vivono in Africa, 1,26 miliardi in Africa, 743 milioni in Europa, 646 milioni in America Latina e nei Caraibi, 361 milioni in Nord America, e solo 41 milioni in Oceania (di cui il 60% in Australia) – è diviso in regioni con elevati tassi di crescita demografica e paesi con tassi stagnanti o in declino, cui corrisponde una struttura per età dominata da giovani in età riproduttiva nei primi, mentre nei secondi, la quota di persone in età avanzata è crescente. È l’immigrazione un modo per ridurre queste diversità?

 LA VIOLENCIA, PROBLEMA POLITICO FUNDAMENTAL EN CHILE

CAMBIO CONSTITUCIONAL O GUERRA SOCIAL

de Jorge Fernandez (desde Santiago del Cile)                [orig. español - link trad. italiana]

Febrero en Chile es mes de vacaciones de verano. La historia dice que nada pasa. Los ministerios quedan a cargo de los subrogantes. Las vocerías de los partidos políticos en manos de la tercera línea. Las grandes ciudades se vacían. Es un agrado manejar por sus calles, ir al cine o simplemente dejarse llevar por plazas y parques. Así ha sido por mucho tiempo. Pero no este año.

VIOLENZA IN CILE

CAMBIO COSTITUZIONALE O GUERRA SOCIALE

di Jorge Fernandez * (da Santiago del Cile)                 [link orig. spagnolo; trad. it. P.B.]

Febbraio in Cile è mese di vacanza estiva. La storia dice che non succede niente. I Ministeri sono lasciati alla responsabilità dei sostituti. Le contestazioni dei partiti politici nelle mani della terza linea. Le grandi città si svuotano. È un piacere guidare per le strade senza traffico, andare al cinema o semplicemente lasciarsi andare passeggiando per piazze e parchi.  Sempre è stato così. Ma non quest'anno.

La crisi esplosa in ottobre ha messo sottosopra il paese. Le proteste continuano, la violenza ha preso il sopravvento nei centri nevralgici  della città. Come all'inizio degli anni Settanta del  secolo scorso, le riunioni di famiglia e di amici sono infiammate da modi opposti di interpretare gli avvenimenti. La Destra è ancora nel passato. La Sinistra, è divisa tra chi cerca una soluzione politica e chi, invece, vorrebbe che le contraddizioni si acuissero, finalmente. Eppoi il Centro, imprigionato nella sua prospettiva di dialogo senza fratture. Tra la gente, ci si interroga continuamente: quando si fermerà la violenza? A quale costo si potrà superare questa situazione?

IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA O CONTENIMENTO? UN NUOVO APPROCCIO

I BENEFICI DELL’IMMIGRAZIONE

Parte VIII - A

di Massimo D’Angelo

 

  1. Un mito da sfatare?

Il 14 settembre 2019 condivisi su Facebook la notizia che l’Italia aveva assegnato un porto sicuro alla Ocean Viking per far sbarcare a Lampedusa 82 naufraghi, salvo distribuirne 58 in Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo, che avevano accettato di accoglierli. È stato sufficiente pubblicare quel post per suscitare due reazioni negative: la prima “scherzò” su quanto gli abitanti di Lampedusa avrebbero apprezzato la notizia; la seconda sottolineò il rischio che 1 milione di profughi in Libia avrebbero seguito quell’esempio per sbarcare in Italia.[i] In altre parole, è linvasione. Vengono ad invadere le nostre strade, ad occupare le nostre case, a prendere i nostri posti di lavoro. In breve, sono un danno per il nostro paese.  Questo giustifica una domanda di fondo che sarà l’oggetto di questa Parte VIII di questo saggio: è l’immigrazione un danno o un beneficio per il paese ricevente?

TERREMOTO IN CILE

di Jorge Fernandez (*) 

[link orig. spagnolo; trad. it. P.B.]

Fino ad un anno fa, quando un giovane in Cile affrontava l’esame per entrare all’Università (la PSU-Prueba de Seleccion Universitaria) la domanda ovvia era: allora, com’è andata ? Quest’anno, invece, la domanda è: allora, sei riuscito a farlo? Un dieci per cento dei circa 300 mila giovani iscritti all’esame, non hanno potuto darlo a causa delle manifestazioni contro questo tipo di esame, avvenute in alcune delle sedi dove l’esame avrebbe dovuto svolgersi. L’esame era programmato per il novembre dello scorso anno, ma è stato rimandato ben due volte a causa delle sommosse sociali.

TERREMOTO EN CHILE

di Jorge Fernandez    

                                                                                                                                      [orig. spagnolo - link trad. italiana]

Hasta hace un año, cuando un joven daba en Chile la Prueba de Selección Universitaria (PSU) la pregunta obvia era: ¿Cómo le fue?

Este año la pregunta es: ¿Pudo darla? Un diez por ciento de los cerca de 300 mil jóvenes que estaban inscritos no pudo rendir el examen por manifestaciones contrarias a la prueba en algunos locales donde se rendía. Inicialmente el examen era en noviembre y fue aplazado dos veces por el estallido social.

Hoy se critica la medición porque el bajo nivel de la educación pública deja en desventaja a muchos jóvenes que llegan mal preparados.

En el trasfondo está el convencimiento de que la universidad es el único camino para tener acceso a una mejor calidad de vida, tema fundamental detrás del estallido social.

Mónica González, premio nacional de periodismo, ha dicho sobre el estallido social. “Fuimos brutal y violentamente indiferentes a una realidad que hoy nos abofetea: la vida poco digna a la que estaban obligados millones de ciudadanos. Su ira se ha transformado en una ola que debemos aprender a convertir en fuerza de cambio real”.

IMMIGRAZIONE: ACCOGLIENZA O CONTENIMENTO? UN NUOVO APPROCCIO (VII)

UNA SFIDA: ESISTE UN DIRITTO ALLA MOBILITÀ INTERNAZIONALE?

di Massimo D'Angelo

  1. Dall’autonomia dell’emigrazione all’inevitabilità dell’immigrazione

L’incapacità delle politiche migratorie, ed in particolare delle misure di contenimento, di incidere significativamente sull’intensità e sulla dinamica dell’emigrazione internazionale può essere riconosciuta anche da chi le sostiene, nonostante gli sforzi per criminalizzare gli immigranti irregolari per giustificare quelle misure. Di fronte agli insuccessi, aumenteranno gli stanziamenti di bilancio per barriere più rigide, per più agenti ai confini, per muri più alti ed impenetrabili e per più arresti ed espulsioni, ma la realtà non cambierà.  L’incapacità delle politiche migratorie di controllare i flussi migratori è chiamata autonomia dell’emigrazione: i flussi migratori, le loro dimensioni quantitative, i loro tempi, le loro destinazioni, sono “autonomi” rispetto a quelle politiche, sono variabili esogene, indipendenti, un dato di fatto, ma sono determinati da tutt’altri fattori, già esaminati nella Parte VI. Sono questi fattori “strutturali” (demografici, economici, politici, sociali ed ambientali) che giustificano l’ipotesi dell’autonomia dell’emigrazione.  Chi è ostile all’immigrazione, specialmente quella irregolare, cercherà di adottare altri approcci, come l’esternalizzazione dei confini (vedi Parte V), portando gli interventi di contenimento in altri paesi, stabilendo accordi bilaterali, manipolando politiche estere, per estendere l’influenza delle misure restrittive al di là delle zone controllate dalla “sovranità nazionale” del paese d’immigrazione. Nascono zone “cuscinetto” nei paesi di transito, costruendo campi profughi, aiutando guardie costiere altrui. Si cercherà di espletare le pratiche di asilo in paesi terzi.  Ma l’efficacia di questi espedienti è dubbia. Se i flussi in entrata rallentano, esplodono situazioni di “parcheggio” nei paesi terzi, e le crisi umanitarie si moltiplicano. E gli emigranti continuano a lanciare i loro programmi. Vani saranno gli annunci di misure più severe, con muri ancora più alti, chiusura di porti, multe alle ONG che soccorrono naufraghi in mare, minacce di arresti a tappeto e deportazioni in massa, taglio dell’assistenza ai profughi, congelamento delle procedure per l’asilo, concedere l’accoglienza soltanto ai “meritevoli”, o disincentivi nei paesi d’origine.

 ANTROPOLOGIA DEL FUTURO 

TECNOLOGIE IN EVOLUZIONE

di Ivana Pinna

creazione di Ivana Pinna“Molti dei problemi in sospeso che affrontiamo oggi - come il destino dell'ambiente, il pericolo della guerra nucleare, la fame nel mondo o la spesa sanitaria, per citarne solo alcuni - sono spesso affidati alla scienza e alla tecnologia. In tutti questi casi, la scienza e la tecnologia necessarie per risolvere questi problemi sono già a portata di mano. Ciò che non sappiamo sono le conseguenze sociali, economiche e comportamentali delle varie possibilità di azione. Né abbiamo una comprensione adeguata dei sistemi di valore che sono alla base delle decisioni che prendiamo.” [D. Allen Bromley, lettera del 6 novembre 1989] (1)

Bromley nel 1989 affronta questioni come "l'ambiente, il pericolo della guerra nucleare, la fame nel mondo o la spesa sanitaria", che rimangono attuali e senza soluzione. La breve citazione invita a porci una serie di domande, spostando l'attenzione su una visione futura, che dà spazio a nuovi immaginari e nuovi interrogativi. Le scienze sociali sono coinvolte pienamente nel processo di ricerca attraverso lo studio dei fenomeni sociali interessati dall'influenza delle nuove tecnologie.

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