LA MORTE APPARENTE DEL GLOBALISMO, di A.Placido

La competitività senza esclusione di colpi raggiunge e supera facilmente le soglie della criminalità.

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PODEMOS UN ESPERIMENTO IN PROGRESS
Che ne pensa un militante: intervista a JORDI CAMINA 
di Paolo Basurto
 
Jordi

 

Il Caffè del Teatro Apollo ha un’antica tradizione, quando il gran boulevard del Parallel era la Broadway di Barcellona, piena di teatri, clubs notturni, e circoli di jazz. Oggi il viale è meno animato, ma il Teatro Apollo ha resistito alla crisi e il Caffè continua ad essere frequentato da artisti, attori, giornalisti e scrittori. Un pubblico variopinto ma tipico e abbastanza tranquillo. Perciò Jordi ha accettato subito la proposta di fare lì l’intervista e raccontarmi la sua personale esperienza con Podemos.

COME SIAMO ARRIVATI DOVE SIAMO OGGI

(Tempi Moderni III)

di Marco Borsotti

Studiare la Storia serve

Ritorniamo quindi al 1929 ed alla crisi che prese il suo nome. Iniziamo con il ricordare che l'economia politica era una disciplina relativamente recente avendo posto le sue basi nel diciottesimo secolo grazie soprattutto al lavoro di studio realizzato da Adam Smith che nel suo trattato sulla Ricchezza delle Nazioni aveva enunciato alcuni dei principi chiavi di questa disciplina. Tra i cultori della materia tutti ricorderanno il concetto della mano invisibile, una sorta di Provvidenza, che partendo dagli impulsi egoistici di tutti nel cercare la realizzazione dei propri interessi particolari finiva per trovare un punto d'equilibrio dove la somma di tutte le domande trovava un punto d'incrocio nella somma di tutte le offerte. Quel punto d'intersezione delle due curve espresso dal valore monetario di un prezzo aggregato d'equilibrio era, nella visione di Smith, in quel momento, la forma più razionale ed equa per ripartire le risorse disponibili. Qualunque altra scelta forzata da un intervento esterno, per esempio dello Stato, non generava altro che instabilità ed in ultima analisi occasioni di crisi.  Ovviamente, le circostanze mutavano continuamente e gruppi tra loro antagonisti cospiravano per trarre maggior profitto del dovuto, quindi lo stato d'equilibrio era una tendenza mai compiuta che periodicamente portava per la sua incompiutezza a crisi di squilibrio che però finivano sempre per trovare nuovi punti di stabilità per, mi si perdoni il pasticcio di parole, il riequilibrarsi della domanda ed offerta aggregata di beni secondo come aumentasse o diminuisse il valore dei prezzi aggregati.

 SIRIA: FU VERA PRIMAVERA?

Aleppo sta per ricadere nelle mani di Assad. Una guerra civile lunga e sanguinosa potrebbe essere vicina ad una conclusione: la sconfitta dei Ribelli e la vittoria del Dittatore. Un'altra Primavera araba, insomma, finita malamente nella tragedia. Ma non è un modo di vedere le cose condiviso da tutti. Nella nostra epoca dove le informazioni corrono alla velocità della luce, sembra incredibile, nemmeno su questa guerra che dura da anni appare facile farsi un'idea chiara di quanto sia avvenuto e stia avvenendo.

Suggeriamo di riascoltare la trasmissione di Tutta la Città ne parla di Radio3 dell'8 dicembre, come sempre interessante e ricca di analisi acute (link) e ben informate. Ma suggeriamo anche, fortemente,
di vedere il video di Guadalupe Rodrigo, monaca missionaria dell'Istituto del Verbo incarnato, che dalla sua missione proprio ad Aleppo, ha visto e vissuto il conflitto dalla sua nascita e descrive il suo punto di vista in modo eloquente e, forse, inaspettato.

 

L'IDEOLOGIA CHE ELUDE
(Tempi Moderni II)

di Marco Borsotti

II- Le basi ideologiche del mondo in cui viviamo
Non saprei dire quanti saprebbero dare un nome all'ideologia che da decenni ormai controlla tutte le nostre vite? Probabilmente pochi anche tra le persone colte che non siano direttamente interessate a questioni economiche o finanziarie. Mentre molti se non tutti hanno udito parlare di concetti come capitalismo, comunismo, forse anche globalizzazione, anche se poi non saprebbero darne una definizione accettabile, sono invero pochi quelli che hanno sentito e ricordano il termine neo-liberalismo. Strano perché il mondo in cui viviamo é regolato da norme e principi che s'ispirano proprio alla teoria neo-liberale sia in economia che in politica. Appunto, cose concrete come le politiche d'austerità che stanno progressivamente smantellando lo stato sociale che noi più anziani conoscevamo o l'idea che il mercato sia il metodo più efficiente per gestire l'economia sono pilastri su cui si fonda questa ideologia. Si direbbe che la visione dominate del mondo attuale non cerchi grande esposizione, preferendo rimanere in un confortevole anonimato.

HO VOTATO SI'

di Paolo Basurto

5 dicembre; Lunedì. Gli italiani hanno già votato per riformare la Costituzione e la proposta del Parlamento, che l‘aveva approvata con meno dei due terzi necessari, è stata bocciata. Grande partecipazione di popolo; più del 65% degli aventi diritto al voto. Risultato indiscutibile: quasi il 60% ha detto no.
Sono in treno per Parigi. Sei ore da Barcellona; ho tutto il tempo per pensare. Gli opinionisti non si risparmiano; le interpretazioni serie sono ricche di ipotesi intelligenti per capire il comportamento degli italiani. Non spieghiamo tutto con il populismo, dicono alcuni. Anzi, gli italiani hanno fatto capire proprio questo: non vogliono cambiare per cambiare; e nemmeno vogliono mischiare la politichetta dei partiti con le decisioni maggiori; la Costituzione è una Legge troppo importante per il piccolo cabotaggio di una classe dirigente sempre tentata dalla manipolazione. Insomma gli italiani ci tengono alla Costituzione; per loro è una difesa contro le aberrazioni del potere. Finora ha fatto bene il suo servizio. Per modificarla bisogna dimostrare che vale la pena, e per questa volta le prove non erano sufficienti.

CHI HA VOLUTO DONALD TRUMP ?

di Marco Borsotti

 Il carosello della campagna elettorale

Per circa un anno, il mondo ha seguito lo snocciolarsi di una strana novella dal titolo accattivante, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che si é appena conclusa lo scorso 9 novembre con il grande finale che ha dato il responso del voto: eletto é stato un miliardario americano, per noi italiani nulla di straordinario abituati come siamo stati ad avere un miliardario al potere per circa vent'anni, di nome Donald Trump.

Gran parte del sistema informativo gli é stato praticamente sempre contro. Le previsioni elettorali lo davano quasi tutte perdente. I commentatori non pensavano ce la potesse fare fatta eccezione per una voce fuori dal coro. Quindi il risultato é giunto al pubblico, soprattutto quello estero, come una sorpresa.

Ovviamente, alcuni, come il regista Michael Moore avevano previsto da tempo il suo successo, ma per quasi tutti gli altri la sua ultima opponente sembrava imbattibile. A dire il vero, anche in casa repubblicana quando vi erano ben nove contendenti per la nomina ufficiale del partito, il suo nome era certamente quello di un esterno, molto noto nelle cronache per certi suoi atteggiamenti diciamo irriverenti, ma non considerato con troppo peso per poter raccogliere consenso dal momento che l'apparato del partito sarebbe stato a favore di altri candidati. Invece, forse proprio perché osteggiato dal partito, in breve Trump iniziò ad accumulare una vittoria dietro l'altra superando i suoi avversari con margini imprevisti. Dopo poche settimane dall'inizio del processo, la maggior parte dei candidati avevano dovuto gettare la spugna ed a primavera inoltrata anche l'ultimo dovette riconoscere la sconfitta aprendo la strada alla sua nomina.

DOPO LO SHOCK

di Gisella Evangelisti

Sono scorsi fiumi di tinta nei giornali del pianeta, da quando nella mappa della votazione dei grandi elettori, la notte dell '8 novembre,  si son visti poco a poco  marcare del rosso repubblicano gli stati post-industriali una volta bastione dei democratici, segnando la sconfitta di Hillary Clinton, nonostante che avesse ricevuto piú voti popolari.  Ci ricorda il rosso della volgare cravatta di Trump, ben piú lunga del normale, o il rosso della vergogna di cui si sentono coperti tanti amici americani di fronte al mondo, per aver eletto un presidente cosí ignorante, razzista, arrogante, misogino, omofobo, e molti altri eccetera, come pochi se ne vedono in giro. Con l'aggravante di farlo diventare l'uomo piú potente del mondo, padrone di pace e guerra, trattati dicibili e indicibili tra nazioni, con una gran responsabilitá sul nostro destino, il mio, tuo, suo, vostro e loro,  includendo quello del nostro splendido pianeta azzurro, (giá sull'orlo della catastrofe climatica), che nel suo giro fuori pista  fotografó con rispetto e meraviglia l'astronauta Samantha Cristofoletti. (Un donna che non rientra per appeal nei desiderata di un Trump o Berlusconi ma di cui andiamo maledettamente fieri). Adesso, basta solo una spallata dei petrolieri e produttori di carbone amici di Trump contro le fastidiose e troppo pulite energie rinnovabili,  (che potrebbero dar lavoro a centinaia di migliaia di persone, come in Germania), o giochi di guerra con pesanti  fuochi d'artificio all'uranio, e il danno potrebbe essere irreparabile per la stessa specie umana. Amen e cosí sia.

“SPERARE PER IL MEGLIO E PREPARARSI AL PEGGIO”

James Himes, deputato democratico rieletto, nonostante il controllo quasi totale del Congresso e del Senato sia rimasto repubblicano, ha inviato questa lettera a noi e ai suoi sostenitori. E’ interessante. E’ una lettera dal Fronte, nella quale la tenace speranza di recupero del consenso popolare non riesce a nascondere né la sorpresa e la delusione, né la preoccupazione seria di una grave involuzione istituzionale.
La più grande democrazia del mondo non è meno fragile delle altre. L’Europa potrebbe trarne qualche insegnamento. Perlomeno dovrebbe avere l’intelligenza di non farsi rappresentare dall’esultanza di una Le Pen, di un Grillo o di un Orban, orribilmente in sintonia con i peggiori sentimenti di un Trump.           [Orig. ingl. qui]

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   "Mentre rifletto sulla mia rielezione della scorsa notte, voglio ringraziarvi per gli sforzi incredibili che avete fatto per me. Il vostro aiuto e la vostra fede in me mi commuovono.

Come ognuno di voi, anche io sono sbalordito dal fatto che Hillary Clinton abbia perso. Tutti noi avevamo un enorme investimento emotivo nel vederla diventare presidente. E' difficile pensare a questo momento attraverso la foschia di shock e stanchezza che stiamo sentendo tutti, ma voglio condividere alcune cose di cui sono certo.

Qualunque sia il risultato e quello che verrà dopo, non possiamo abbandonarci alla disperazione e amarezza. Questa è stata una campagna elettorale orribile in cui Donald Trump ha interpretato i peggiori istinti degli americani ansiosi. Dobbiamo essere forti contro la retorica divisionista scatenata dalla sua campagna, rimanere fedeli ai nostri valori pluralistici, e dobbiamo comunicare con coloro che temono veramente per la loro sicurezza dopo una campagna demagogica - le comunità di immigrati, musulmani, persone di colore, le donne, chiunque abbia sentito l'oppressione - per far loro sapere che ci batteremo per difendere i loro diritti e le loro libertà, e che noi li consideriamo come americani.

LAND GRABBING ITALIANO

Senegal: sviluppi di un conflitto occultato

di Davide Cirillo [dal Blog WOTS]

Durante l’ultimo anno WOTS [Walking on the South] ( ha collaborato alla stesura di un nuovo rapporto di ricerca sul caso di land grabbing dell’impresa Senhuile: “Senegal: Come si accaparra la terra” (scarica qui il PDF). Il rapporto è stato scritto da ricercatori, giornalisti e attivisti italiani e successivamente pubblicato dai seguenti gruppi italiani, senegalesi e internazionali che da anni lavorano assieme per dimostrare che il progetto Senhuile è dannoso e illegittimo: Re:Common, in collaborazione con il Collectif pour la Défense du NdiaëlGRAIN, l’Investigative Reporting Project Italy (IRPI), l’associazione SUNUGAL, e ovviamente WOTS?.Il fascicolo dimostra che il controverso progetto di agribusiness dell’azienda senegalese Senhuile continua essere al centro di un conflitto e non accenna a placare la divisione sociale ed i danni ambientali che ha provocato. Il progetto, avviato cinque anni fa da investitori italiani e senegalesi, è stato sin dal suo inizio fortemente contestato da molte comunità di pastori e agricoltori che vivono sulle terre che il governo senegalese ha concesso all’azienda.

 AQUA GRANDA

in memoria del 4 novembre 1966

di Luciano Carpo

Qualche giorno fa con un grupo di amici siamo stati a Pellestrina, una delle 119 isole della laguna di Venezia, e abbiamo camminato sui  “ murazzi”, cioè una lunga cinta di mura in pietra che protegge l’isola dal mare Adriatico. In tutti i bar erano affisse le locandine per ricordare l’ “Aqua Granda” del 4 novembre 1966, giorno catastrofico in tutta Italia, in particolare a Firenze e a Venezia.
Come italiani, diamo per scontato che in una stessa cittá o cittadina troviamo resti romani, chiese medievali o rinascimentali, archi di trionfo o palazzi nobiliari, un enorme patrimonio artístico, storico e paesaggistico, di cui siamo spesso distratti custodi, quando si dimentica che tale ricchezza è sita in un  territorio sismico, soggetto a frane ed alluvioni. Un contesto strutturalmente fragile, precario, per il quale occorre una strategia globale, che si rimanda di disastro in disastro.
Chi ha contribuito a generare coscienza e a segnalarsi negli interventi, sono stati soprattutto i giovani.
PARADISI DA NON PERDERE
LE ISOLE EOLIE

di Paolo Basurto

I turisti lo sanno bene: le isole Eolie sono straordinarie. Una testimonianza eccezionale di quanto l'energia vulcanica possa creare catastrofe e bellezza maestosa e suggestiva, nello stesso tempo. Sette isole a forma di Y, tutte di matrice vulcanica ancora ribollente, ma tutte diverse l’una dall’altra. Il mare le abbraccia, amico e nemico, con dolcezza o con furia, e su tutte riesce sempre a riflettere colori e sfumature sorprendenti. Perciò gli aliscafi sono ultrapieni nei mesi estivi e il turismo è naturalmente la principale fonte di reddito degli eoliani.
Tra un’isola e un’altra non c’è più di mezz’ora di battello. E’ spontaneo pensare all’arcipelago come a una sola entità. A questo riflettevo incontrando il prof. Brundu, il Direttore della Biblioteca di Malfa, uno dei Comuni maggiori dell’isola di Salina. Salina è al centro della Y. Si distingue per la quantità di vegetazione che la rallegra e che denuncia l’esistenza di acqua abbondante, grazie alla quale l’isola ha potuto sviluppare un’attività agricola importante e specializzata nella produzione di Malvasia e di capperi. Eppure, l’acqua non basta, non se n’è trovata abbastanza; non la si è voluta trovare. Così le navi cisterna riforniscono continuamente l’acqua potabile necessaria, alimentando un traffico troppo redditizio per essere intralciato. Un traffico che riguarda tutte le isole. Tutte bisognose di acqua specialmente nei periodi estivi. “Non bisogna essere affrettati nelle analisi”, mi suggerisce Brundu. La sua è un’espressione severa e trasparente allo stesso tempo.

MARE NOSTRUM - DALLA TRAGEDIA ALL'OPPORTUNITA'
Il Dilemma dell’Emigrazione (II) – [Link alla Parte I]
di Gisella Evangelisti
 
Quasi quotidianamente i nostri telegiornali trasmettono immagini di sbarchi in cui operatori di accoglienza, vestiti in tute bianche e mascherine come alieni, ricevono immigranti rivestiti anche loro di tute bianche come alieni, nella ricerca di una prosperitá sfuggente, come l'Isola che non c´é.
Ma cosa succede nel Mare Nostrum e negli hotspot quando le telecamere si spengono?
Dall'anno scorso la politica europea ha stabilito alcune linee direttrici:
-potenziare la vigilanza alle frontiere marittime, attraverso le due operazioni di “Poseidon” (nel mare antistante la Grecia) e “Triton”, (fino a 138 miglia nautiche a sud della Sicilia), e il soccorso ai profughi in difficoltá. Triton conta su 18 imbarcazioni, 4 aerei e 2 elicotteri, a cui l'Italia aggiunge 3 navi da guerra e una portaerei, più l’intera flotta della guardia costiera. Si sono spesi dal 2007 al 2013, 2000 milioni di euro in sorveglianza contro 700 milioni per l'accoglienza, con una netta prevalenza della ricerca di sicurezza ripetto alla protezione dei dritti umani;
-implementare 6 hotspot, ossia centri di identificazione, registrazione, e fotosegnalazione degli immigranti in arrivo, dove lavorino congiuntamente le autoritá nazionali e le agenzie europee (EASO, Frontex e Europol) per prevenire l'immigrazione illegale;
TEMPI MODERNI
ovvero, ma dove stiamo andando?

di Marco Borsotti

 
I - L'evoluzione della Politica nel Mondo occidentale
Introduzione, le primarie statunitensi.
Quest'anno, come ogni quadriennio, negli Stati Uniti luglio é il mese delle Convenzioni democratica e repubblicana, gli eventi che pongono fine alla lunga corsa delle primarie consacrando i candidati che da quel momento lotteranno per garantirsi l'accesso alla Casa Bianca nelle elezioni di novembre. Negli Stati Uniti non ci sono sorprese sulle date elettorali. Tutto é stabilito a priori. In vero, negli ultimi tempi, la campagna delle primarie si é di fatto allungata perché i candidati di ogni partito annunciano le loro intenzioni con sempre maggior anticipo per poter iniziare con il dovuto tempo la raccolta di fondi per sostenere le spese della campagna. Infatti, per poter competere nel circuito mediatico statunitense occorrono milioni di dollari, centinaia di milioni, cifre di molto superiori a quanto si spende per pubblicizzare un nuovo prodotto di consumo.
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