LO SPIGOLO
di Americo Placido
Seduto su un muretto. Masticando un chicle. Fumando un porro. Seduto per terra; dovunque, in qualsiasi posto; aspettando. Aspettando. Aspettando che finalmente arrivi una risposta. Una risposta che muova, che apra questo panorama chiuso e senza uscite. Se aspetti hai speranza. Hai noia. Hai frustrazione. Speri per quello che non hai. Che non hai ‘ancora’. ‘Ancora’ è la speranza. Un modo di dire; un altro nome.
Vorrebbe alzarsi. Andarsene. Andarsene dove? Quando si aspetta, qualsiasi posto è buono. Ha fatto di tutto. Di tutto? Non è rimasto inerte. Ha cercato, ha tentato, ha sperimentato. Ha pensato di avere trovato. Gli hanno detto di buttarsi e lui si è buttato. Si è rotto varie ossa. Si è fatto male. Ma insomma ha rischiato. Gli hanno chiesto di più, sempre di più… ma perché?
-Perché sì!! Altrimenti cos’è la fiducia? Se ti dico che ce la farai, perché non mi credi?
-Perché non gli credi?
-Ma chi te l’ha detto che non ti credo? Dovrei risponderti che ‘ancora’ non ti credo; fino a quando non mi convinci. Per ora posso solo dirti che hai ragione…forse. Ma io non lo so.
-Sarai maledetto. Dio, i tiepidi li vomiterà.
-Ma io spero! Spero come un disperato. La mia speranza sono gli occhi della mia morte, come ha scritto Pavese.
Se ne va per andare. Per non pensare. Non pensare che l’inerzia lo sta invadendo e la tristezza sta spegnendogli la voglia di continuare; continuare ad andare. Continuare ad aspettare…a sperare. Ma gli occhi della Morte sono la Speranza. Finché c’è vita c’è speranza. Dopo, chissà. Ma perché è tanto importante il dopo? Il Dopo per ora non c’è. È un’astrazione. Un’ipotesi. Un succoso alimento per teorie; filosofie, religioni…ammalati, poveri, emarginati, abusati, torturati, martiri, oppressi, sacrificati, frustrati, affamati, degradati, avviliti.
Non si sa cosa ci sia …DOPO, e perché. Ma proprio per questo! Per questo la Speranza è legittima. E si può sperare quello che si vuole. Quello che più ti consola, ti aiuta, ti giustifica la stessa ignoranza del dopo. Perché la Speranza c’è oggi. La Speranza non appartiene al Dopo ma all’adesso. Il Presente ha i suoi occhi. Se ti svegli e il tuo cuore è pieno di speranza, tutto è più sopportabile in questa Valle di lacrime. Anche la scomparsa del Piacere sotto le martellate del dolore.
Ma non tutto è dolore, in questa Valle di lacrime. Il Piacere c’è, perché c’è stato. Il Piacere di Amare, di sentire l’energia che ti ha tenuto in vita, dalla tua nascita piagnucolosa. Il piacere delle carezze, delle tappe raggiunte, dei successi, degli orgasmi. Il piacere di dare Piacere.
Questo Piacere è stato vero e sopravvive nella nostra piccola memoria animale. E la Speranza lo promuove ad immortale. Questo Piacere lo ritroveremo Dopo! Quando la nostra Speranza cederà il passo al Dopo.
Allora lui va verso il mare. Dove la bellezza dei tramonti fa venire le vertigini. Dove l’orrore delle catastrofi telluriche ha disegnato scenari, commoventi fino alle lacrime. Tutto questo è un mistero.
Bisogna smussare lo spigolo della nostra delusione e della nostra paura per trasformarlo, piallarlo, appiattirlo perché non ostacoli più la nascita della Speranza.