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ATTENZIONE!

Storia di un elemento pericoloso per  la sicurezza degi italiani

di Gisella Evangelisti 

Salve! Sono una dei 5 milioni di persone venute in Italia da lontano,  radicate qua anni fa, che  hanno imparato a dire  “Mannaggia” e a mangiare spaghetti arrotolandoli educatamente, non  abbuffandomi come facevano Totó o Alberto Sordi nei simpatici film del dopoguerra.  Mi chiamo Pilar Cespedes, parlo italiano, quechua e spagnolo,  so cos'é la gioia e so cos'é il dolore, come molti di voi. Se mi chiedete di riassumere in una sola parola la mia vita, me ne viene a mente una: sgobbare. 

TEATRO S-CONFINATO

PROVOCAZIONE SURREALE O MESSAGGIO PROFETICO?

 

 

Conversazione da Buenos Aires con Fernanda Docampo (*) e Ariel Divone (**)  [Link orig. spagnolo]

 

     Condivideremo qui alcune riflessioni maturate nella nostra esperienza teatrale. Prenderemo come spunto le domande-sfida che la redazione di Partecipagire ci ha rivolto.

Quando parliamo di Teatro, ci riferiamo alla nostra esperienza teatrale. Un lavoro che abbiamo cominciato nel 2003, viaggiando tra l’Argentina e la Francia, come attori, pedagoghi e registi teatrali.

  • Può l’Arte essere uno strumento intenzionale di lotta politica? Come si pone il Teatro in questa prospettiva?

Crediamo che la nostra costruzione teatrale sia politica, principalmente perché crea uno spazio d’incontro con l’altro. Nasce, così, un sentimento comunitario tra attori e registi che, a sua volta, si trasmette agli spettatori. Tenendo in conto che il fatto teatrale

ORTI IN AMAZZONIA

 Per nutrire le famiglie e salvare il pianeta.

Conversazione in skype tra Gisella EvangelistiLili Avensur, psicologa sociale peruviana nata a Pucallpa, lungo il fiume Ucayali, un grande fiume che confluisce nel Rio delle Amazzoni.

G.E.: Ciao Lili, che piacere ritrovarti. Ho sentito che con Terra Nuova, una onlus italiana con cui collabori da anni a fianco delle popolazioni indigene amazzoniche in progetti educativi e produttivi, avete lanciato una campagna internazionale per raccogliere un modesto fondo di 8000 euro per rafforzare la produzione degli orti coltivati da madri capofamiglia nelle comunitá indigene dell'Ucayali. Ci vuoi spiegare di che si tratta?

L.A.: Salve!! Come sappiamo, in Amazzonia tradizionalmente sono le donne indigene a coltivare negli orti  i vegetali per la famiglia (soprattutto yuca, banane, arachidi, frutta locale), mentre gli uomini  provvedono a fornire le proteine, attraverso la caccia e la pesca.  Finché i popoli amazzonici vivevano isolati, tutti mangiavano a sufficienza,  perché sapevano come usare le risorse della foresta senza distruggerla. Ma le cose sono cambiate da quando sono stati invasi  dal cosiddetto “progresso”, rappresentato da imprese che abbattono la selva per impiantare coltivazioni di palma da olio o altri prodotti commerciali, piú i taglailegna illegali che si portano via le ultime piante di magnifico mogano o altri legni pregiati (che hanno impiegato decenni a crescere)...mentre le compagnie petrolifere e quelle dedicate all'estrazione dell'oro, legalmente o illegalmente,  inquinano irrimediabilmente i fiumi con mercurio e altri metalli pesanti. Per non parlare del progetto  interstatale di costruire in Amazzonia 350 dighe per rifornire di acqua le imprese minerarie, col risultato di distruggere  i preziosi e complessi ecosistemi che fanno della selva quello che é, fonte di vita di un'impressionante biodiversitá, habitat di migliaia di comunitá, e soprattutto,  un'indispensabile riserva di umiditá per il pianeta. Tutti siamo collegati, sia che tu viva a Bergamo, Canicattí o Iquitos.

LA MORTE APPARENTE DEL GLOBALISMO

IL 75mo DELL’ONU

di Americo Placido

Dicono che Friedman è stato l’economista più influente dell’epoca contemporanea, forse secondo solo a Keynes. Trent’anni fa la crisi ideologica provocata dalla caduta del muro di Berlino e l’evidenza che il comunismo era morto e defunto (se mai fosse stato comunismo quello vissuto nell’Unione Sovietica) ha creato il vuoto necessario al dilagare del globalismo. E’ stato un fenomeno impressionante non tanto nel pensiero di Destra, tradizionalmente liberista, che però ha saputo riempire con ingordigia gli spazi che si erano aperti, ma nel pensiero e nelle politiche della Sinistra, incapace di articolare analisi e proposte atte a riformulare la critica all’economia capitalista e a recuperare lo spirito di un socialismo realistico in grado di capire un mondo profondamente cambiato, rispetto a quello industriale del secolo 20.

PILLOLE RIFLESSIVE

QUEL MASCALZONE DI CRISTOFORO COLOMBO. Altro che Columbus Day. In varie città degli USA le statue dedicate a Colombo (e non sembra che siano poi tante) sono state prese di mira e distrutte o deturpate. [Chi volesse saperne di più può leggere un informato articolo sul Post a questo link]. Non è una grossa novità. Già da qualche tempo il Columbus Day veniva contestato. Celebrare la scoperta dell’America…ma perché? Semmai i veri scopritori erano quelli che da secoli già ci abitavano. La verità è che si celebra la scoperta da parte degli europei. Una scoperta che segna l’inizia di una nuova era: l’era del commercio mondiale, del colonialismo, dei grandi imperi, dei massacri in nome di Dio e dell’ipocrisia morale di una cultura rapace e crudele come quella dell’Occidente, che, allora, era essenzialmente l’Europa. Abbasso Colombo che ne è un degno simbolo! E giù a dargliene di santa ragione, al Cristoforo Colombo. Senza scrupoli, aveva sbagliato tutti i calcoli e non fu nemmeno capace di ammetterlo.  Il Nuovo Mondo, come lui stesso volle chiamarlo, era un tesoro di risorse: schiavi ed oro. Fu accolto dai nativi a braccia aperte e generosamente. Scambiato come un Dio caduto dal cielo e lui massacrò tutti quelli che non volevano obbedire alle sue leggi di sfruttamento. A un certo punto cominciò a prendersela con gli stessi coloni spagnoli che

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