CHI CONOSCE BOLSONARO
una lettera di Frei Betto
Il comportamento del Presidente del Brasile Bolsonaro, di fronte alla tragedia della pandemia lascia molti stupefatti e costernati nel mondo. Purtroppo non è l'unico, e, mentre, da un lato, ci si augura che il buon senso abbia il sopravvento e che le persone che hanno eletto dirigenti le cui decisioni hanno una tinta sempre più fosca di incompetenza se non di criminalità, dall'altro ci si domanda fino a che punto si tratta solo di preterintenzionalità e non di interessi cinicamente perseguiti. La lettera che segue ci è pervenuta attraverso amici. E' stata scritta da Frei Betto, al secolo, Antonio Carlos Vieira Christo. Per chi già non lo conoscesse, è un frate domenicano, scrittore di numerosi libri. Pluripremiato. Molto impegnato ideologicamente e teologicamente. Esplicito oppositore del tremendo regime militare che afflisse il Brasile negli anni '70. Torturato e imprigionato, non ha mai smesso il suo impegno sociale. Tutto questo per dire che, forse, la sua lettera merita una certa attenzione e ci pone la domanda di come sia possibile che, in regime democratico, le persone si lascino a tal punto manipolare da convincersi ad appoggiare dirigenti così poco affidabili. E questo, ovviamente non vale solo per il Brasile.
LETTERA AGLI AMICI E AMICHE ALL’ESTERO
"Care amiche e cari amici,
in Brasile si sta consumando un genocidio! Mentre vi scrivo, 16 luglio, il Covid-19, apparso da queste parti nel febbraio di quest’anno, ha già ucciso 76mila persone. Sono già 2 milioni le persone contagiate. Entro domenica prossima, 19 luglio, arriveremo a 80 mila vittime. È verosimile che in questo momento, mentre state leggendo questo mio drammatico appello, si raggiunga la soglia dei 100mila morti.