L’ISOLA

di Andreina Russo

a M., tre anni dopo

              Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
              Scrivere, ad esempio : La notte è stellata,
              e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza.

             (Pablo Neruda)

Posso scrivere i versi più azzurri questa notte,
scrivere ad esempio: solo il buio ci salva
da questo splendore celeste
che ci assedia da ogni lato,
dal sole luce bianca,
implacabile,
dal corallo calcinato,
dagli stenti arbusti
che piegano la schiena
come generazioni d’uomini…
Oggi nelle acque della barriera 
ho incontrato i pesci
divertimento di Dio,
quelli del settimo giorno.
Mille forme e mille,
improbabili colori,
proboscidine, uncini
letali, beccucci
pinze creste falpalà.
Pesci sgranocchiatori
blu-arancio a riflessi
smeraldazzurri
in un anno
schizzano fuori, ciascuno,
due tonnellate di candida
sabbia corallina, dove  
le signore del ricco nord
adagiano i preziosi sederi
avvolti di veleggianti parei. 
Poi la pigra manta spicca il volo
dal fondo, e la testuggine curiosa
viene lenta a guardarci con lo stesso
sguardo con cui noi la guardiamo.
E vaghiamo per questa lingua breve
di sabbia distesa sul mare ,
il look giapponese, le scatole thai,
le  geometrie del bambù,
gli armonici  spazi vuoti
disegnati da sottili colonne,
pavimenti listati di mogano,
grandi misteriose anfore solitarie,
al centro di volumi lucidamente pensati
Pesanti ciotole smaltate
d’acqua dolce nuotata di fiori,
il mestolo di cocco per attingere,
la nostra risata di bambini
nell’immergerci, invece,  i piedi
e vedere la sabbia cadere sul fondo. 
E la stanza dall’aguzzo tetto di palma,
il fresco della penombra quando entriamo,
la voce di un violino che canta ,
i petali rossi nella vasca da bagno
che ci accoglierà insieme, al tramonto,
davanti alla vetrata e al nulla azzurro.
 
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