Indice articoli

LA PARTECIPAZIONE

La parola viene dal latino (partem capere), quindi presuppone l’assunzione di una parte nell’opera comune, qualunque essa sia. E qui viene il difficile. Il primo problema è l’impegno che ciò comporta, che si va ad aggiungere alla nostra fatica giornaliera, che ci spinge a rubare  il tempo ad altre occupazioni o alla famiglia, che già al giorno d’oggi soffre  di “mal d’assenze” per il prolungato lavoro quotidiano dei genitori, per le mille attività dei figli. Eppure bisogna farlo, bisogna prendere parte attiva al processo di miglioramento della nostra società, non solo delle istituzioni e della politica, ma di tutti noi, giovani e non. Come diceva Don Milani “ A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”[6]

“Partecipare significa anche saper prendere parte. Svolgere un ruolo con l’intelligenza di chi sa che questo ruolo deve integrarsi con quello degli altri, per avere un senso. Insomma, la partecipazione non è una virtù spontanea e innata. E’ una disponibilità comportamentale che va coltivata sin da adolescenti, in ogni occasione. La Scuola dovrebbe essere il luogo principale dopo quello della famiglia, dove la partecipazione e i suoi modi più efficaci per praticarla si apprendono e si assimilano al proprio comportamento. I giovani dovrebbero apprendere a dialogare, a decidere in gruppo, a organizzarsi in forma paritetica e non gerarchica; a saper reagire in forma produttiva e non solo in forma emotiva, quando ritengono che sia stato fatto loro un torto.”[7]

 

Alcuni di noi appartengono alle categorie fortunate (genitori, insegnanti, giornalisti, ecc.) che non hanno bisogno di cercare altrove, perché è nel  loro stesso lavoro quotidiano che possono e devono agire efficacemente e sistematicamente. E’ facile anche per uno studente, se ha orecchie per ascoltare, un cervello per ragionare e la volontà di mettere in pratica la sua visione del mondo. Per tutti gli altri, occupati in settori lavorativi (che in realtà sono pochissimi) nei quali non rientra automaticamente l’impegno civile, perché aggiungano questo arduo compito alle loro fatiche quotidiane devono  intervenire la coscienza civica, il senso del dovere, l’amore per i propri figli e i figli dei figli, la certezza, come dicevamo all’inizio, che ogni singola particella della galassia umanità è corresponsabile del suo splendore o della sua eclissi.

 

Roma,  domenica 19 Giugno 2011

 

 

 


[1] “L’uomo è lupo per l’altro uomo” ( Plauto, Asinaria, III-II sec. a.C.)

[2] G. Zagrebelsky – Imparare la democrazia, pp.15-16, la Biblioteca di repubblica, 2005

[3] “Chi controllerà i controllori?” (Giovenale, Satira IV, I_II sec. d. C.)

[4] “Chi educherà gli educatori?”

[5] Pietro Ingrao, Indignarsi non basta, Aliberti editore, 2011

[6] Don Lorenzo Milani, A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca, ed. Instant book, Chiare Lettere, 2011

[7] Paolo Basurto, Appunti per una tavola rotonda virtuale sull’educazione alla partecipazione. 2011

DESIGN BY WEB-KOMP