COME TI OSCURO IL SITO

di Paolo Basurto

Censura? Forse peggio. Un nuovo servizio viene offerto da qualche tempo dagli antivirus, sempre in lotta tra loro per garantire la sicurezza (così dicono) dei nostri computer. Si tratta dello scrutinio delle pagine web che ogni giorno consultiamo in numero sempre crescente, e che spesso sono luogo di manovre occulte e dannose tutte miranti a intrufolarsi nei nostri affari per carpirci codici bancari e altri segreti succulenti. Per impedirci di navigare in acque così pericolose il nostro angelo custode-antivirus, ci avverte appena incappiamo in qualcuna di queste pagine-trappola, con una bella scritta allarmante: "Attenzione! Questa pagina è pericolosa. Vuoi davvero continuare?". Naturalmente sono assai pochi quelli che hanno l'animo di continuare e la pagina viene abbandonata. Ebbene, qual'è stata la mia sorpresa quando l'altro giorno ho aperto come di consueto, la pagina di partecipagire.net, e mi è apparsa la scritta "Sito pericoloso. Vuoi continuare?". Naturalmente sono cascato dalle nuvole. Già avevo notato che siti assolutamente sicuri e addirittura siti istituzionali, come quelli della Polizia, nientemeno, venivano di tanto in tanto, dati per pericolosi. Pensando a quanti lettori saranno stati allontanati indebitamente e al danno che ne è derivato, mi sono domandato su che basi e con quale diritto un antivirus può dichiarare un qualunque sito come 'pericoloso' e scoraggiarne pertanto la visione.

Diritto d'autore tra sfruttamento delle idee e censura. Come limitare la circolazione del sapere

AGCOM E IL SUO NUOVO REGOLAMENTO

di Paolo Basurto

Il 31 marzo è entrato in vigore il Regolamento che permetterà alla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom), di avere mano abbastanza libera sui contenuti del web, consentendole di ottenere dai providers lo spegnimento di quei siti o l'oscuramento di quelle pagine nelle quali si presuma che si stia consumando l'efferato delitto di violazione del copyright.

Qualcuno ha protestato, persino qualcuno di pesante come Sky, il Fatto Quotidiano è tra i giornali quello che più se ne è occupato, naturalmente moltissimi bloggers e operatori dell'informazione on line. Ma l'AGCom è passata subito al contrattacco e, forte della facoltà di poter spendere quattrini per pubblicizzare il suo operato grazie anche allo stesso Regolamento, manda in onda via radio, molte volte al giorno, una suadente comunicazione informando con entusiasmo l'entrata in vigore del Regolamento e invitando tutti a farne lettura amena per convincersi quanto faccia bene all'anima e al corpo godere dei contenuti legali presenti sulla rete. Perché questa Autorità, come si legge nell'art.2 del Regolamento, opera autorevolmente, nel rispetto dei diritti e delle libertà di comunicazione, di manifestazione del pensiero, di cronaca, di commento, di critica e discussione, nonché delle eccezioni e delle limitazioni imposte dalla Legge sul diritto d'autore. Legge questa, formulata ed emanata nel 1941 (e ancora oggi rintracciabile sul sito dell'AGCom con le sconcertanti norme a favore del partito fascista, come fa notare con umorismo Fulvio Sarzana sul Fatto Quotidiano). Il lupo si traveste da nonnina, e i cappuccetti rossi smanettoni rimarranno con un palmo di naso quando le fauci si apriranno sotto le pressioni delle lobbies dell'editoria (ma anche delle forze politiche dominanti) e li trangugeranno beffardamente in nome dei diritti e delle libertà di comunicazione.

Capire l'Italia dal rapporto ISTAT

VOCE AI NUMERI

Lo scorso undici febbraio, l'ISTAT ha pubblicato la sesta edizione del rapporto: “Noi Italia”. Questo rapporto, come scritto nella nota per la stampa, presenta cento statistiche per capire il paese in cui viviamo, obiettivo di certo molto ambizioso, ma non per questo non raggiungibile quando nel farlo si lascia la parola ai numeri limitando i testi scritti a poche parole di commento per aiutare il lettore nel destreggiarsi tra numeri e tabelle. Il testo del rapporto si trova facilmente in rete http://www.istat.it/it/archivio/111872 dove suddivisi in diciannove settori sono raccolti centoventi indicatori che presentano diversi aspetti della realtà economica, sociale, culturale, ambientale, lavorativa, finanziaria del paese. Le tabelle permettono un raffronto dei dati sia a livello interno, con statistiche separate per le varie zone in cui é suddivisa la penisola, ma anche a livello europeo con le statistiche di tutti i ventotto membri dell'Unione. I dati si possono navigare, bella quest'espressione marinara applicata all'informatica, in maniera dinamica permettendo all'utente molte varianti di raffronto che permettono al lettore curioso di formarsi un'opinione propria ed informata su quanto accade. Per esempio, considerato che il raffronto con il resto d'Europa permette confrontarsi con realtà abbastanza omogenee con quella italiana, emerge subito se i dati relativi all'Italia sono in linea con la media dei ventotto, oppure sono superiori o inferiori e di quanto. L'Italia rimane pur sempre nel novero dei quindici paesi con il prodotto nazionale lordo maggiore nel mondo, quindi può risultare utile vedere i risultati in quei paesi europei vicini al nostro per dimensione delle loro economie e poi rapportarli con quanto sta succedendo da noi per capire se ci si stia muovendo nella giusta direzione.Le tabelle permettono anche di analizzare le ahimè grandi differenze regionali interne, varianti che continuano a presentare la realtà di un territorio nazionale dove il trovarsi in una regione del paese piuttosto che in un'altra può rappresentare una grande differenza per esempio nell'accesso ai servizi sanitari od ad un impiego. I raffronti sono molto interessanti e facili da fare anche perché le note e le brevi parole di presentazione dei vari indicatori sono utili per permettere a tutti di rendersi conto della realtà. Nel curare questa pubblicazione, l'ISTAT si conferma un servizio molto utile per i cittadini, un vero servizio pubblico. Stupisce come, con tale dovizia d'informazioni a disposizione, gli organi di stampa e gran parte delle organizzazioni politiche e sociali che operano nella penisola siano al minimo alquanto disinformate su quanto succede nella realtà o, temo, vogliano diffondere una visione distorta delle cose perché questa serve ai loro scopi ed agli interessi di chi li controlla. Per questo, il mio invito a tutti perché vogliano confrontare quanto leggono, ascoltano o vedono con questi numeri che certamente sono più difficili da manipolare. [M.Borsotti]

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Una telenovela semiseria sul reale stato della scuola italiana

IL RITO SOLENNE DEGLI ESAMI

II

di  Laboccadellaverità

Continuo a prendere spunto dall'articolo di Andreina Russo "Bentornati a scuola". Nel mio precedente intervento ho cercato di mettere in luce alcune deformazioni obbiettive delle finalità primarie della scuola che riguardano in particolare le relazioni tra docenti e famiglie degli alunni. Vorrei ora puntualizzare come questa involuzione coinvolga la coerenza stessa dell'istituzione scolastica costringendo gli stessi docenti a snaturare le loro funzioni. Dove questo è più evidente è nell'avvenimento culmine della vita scolastica: gli esami. Mi riferisco in particolare a quelli di licenza liceale, quelli popolarmente chiamati di maturità. Il rito è solenne: la mattina della prima prova i corridoi degli istituti , dove i banchi sono stati posizionati per evitare che i ragazzi copino tra di loro nelle anguste classi, si popolano di giovani fantasmi dai pallidi volti, spompati dallo sforzo immane di aver tentato di ingoiare in un mese scarso tutto il sapere allegramente ignorato nei nove mesi precedenti.

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