Pentimento e Perdono ricetta per l’Impunità ?

di Roberto Villani

Alla cronaca, televisiva o scritta,  di ogni più efferato crimine si aggiunge immancabilmente l’intervista di un solerte cronista che chiede all’autore del delitto (in genere il suo avvocato perché l’autore è in galera) se prova pentimento per quanto ha commesso.

Quasi in sincronia viene chiesto alla vittima (in genere ai parenti perché la vittima è morta) se accordano il loro perdono per il dolore subito.

A parte ogni considerazione sulla sconcezza delle domande, sarebbe interessante capire quale è il processo mentale e l’intenzione che ispira il cronista di turno.

Prendo ad esempio l’ultimo episodio di cronaca dove si è riproposto il meccanismo pentimento – perdono:

{jcomments on}RIO MENO VENTI

Al di lá dei governi

di Gisella Evangelisti

Non si aspettavano molto, i 5000 partecipanti alla Conferenza dei Popoli, parallela a quella delle Nazioni Unite svoltasi a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno, e dedicata allo Sviluppo Sostenibile, (la Rio + Venti), dal documento finale che ne sarebbe uscito. Giá nelle faticose trattative preparatorie della Conferenza, durate mesi, fra i paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli che lo sviluppo lo vedono solo in fotografia, si era capito che trovare un accordo globale per cambiare il modello di sviluppo che ha portato il pianeta al disastro ambientale sarebbe stato facile come per un cammello entrare nella cruna di un ago.

Eppure venti anni fa, la prima Conferenza delle Nazioni Unite sulla Terra a Rio  aveva riconosciuto la responsabilitá

Cittadini non si nasce. Cittadini si diventa.

Viaggio nella scuola dove si apprende a diventare cittadini (2)

Seconda Tappa: Istituti Superiori

 

Cosa sarà mai questa “ identità ”

A cura di: Luciano Carpo

Tranquilli, stiamo parlando di buone pratiche di cittadinanza tra italiani e immigrati, anche se in questa occasione presentiamo “ parole”. Le parole in questione sono “ identità” e “radici”.

La sala è piena di genitori italiani e di genitori immigrati. Entrambi rivendicano la rispettiva “ identità?”.

E allora chiedo: “ E cos’è questa “ identità? ”.

Entrambi mi rispondono: “ Le nostre radici”, che tradotto significa:  una nebulosa di componenti e di frammenti culturali originari, che ci vengono da tempi e luoghi lontani ( lingua materna, immaginario collettivo, ricordi, volti, emozioni primigenie, storie comuni, riti ed espressioni cultuali; modi di pensare e di organizzare gli spazi, i ruoli, la produzione e la convivenza familiare e sociale; concezioni di vita e manifestazioni artistiche; costumi, feste, ricorrenze,  personaggi, i colori della bandiera nazionale, ecc.).

I più impegnati nel descrivere la propria identità come una pluralità di “radici”, sono i genitori  più avanti negli anni.

{jcomments on}Elezioni in Grecia

La Campagna della Paura

di Marina Voudouri

Perché non ho votato per Siriza? (*) Perché la sua proposta non era convincente, non aveva niente di concreto e niente di rivoluzionario e di trasparente. Tuttavia votare per Siriza significava sostenere l'unico partito che dicesse no ai memorandum e ai patti di austerità ai danni del popolo. La sostanza era dunque condivisibile ma non si capiva concretamente in che modo si sarebbe realizzata; cioè come, nei fatti, si sarebbe sfuggiti alle condizioni della BCE, della Merkel, della Troika, del FMI. Se tutti costoro avessero davvero applicato le minacce e chiuso il rubinetto dei prestiti, come si sarebbero pagati gli stipendi dei lavoratori pubblici e dei servizi essenziali dello Stato? Sotto quest'aspetto non c'era nulla di concreto. Almeno si fosse detto chiaramente: preferiamo fallire. Invece no, nessuno di Siriza ha mai pronunciato la parola "default", "dobbiamo dichiarare il default". Se erano invece queste le intenzioni allora sì, ci sarebbe stata una prospettiva concreta e onesta. Forse sarebbe stata la soluzione più difficile, ma anche la più onesta visto che la grecia è già tecnicamente in default (se non ci sono i soldi per pagare gli stipendi o per ripagare le rate dei prestiti, vuol dire che già questo è default). Siriza diceva cosa non avrebbe accettato ma non diceva cosa avrebbe fatto dopo. Insomma era una posizione ambigua, talmente poco

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