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Un esempio diretto: un progetto in Cambogia

Purtroppo, però, parlare di tutto ciò in termini astratti serve a ben poco. Si rischia di disquisire all’infinito di tematiche che appaiono solo teoriche. Per questo, ho pensato che potrebbe essere utile verificarne la portata concreta attraverso esperienze concrete, con un esempio diretto da me vissuto personalmente due anni fa in Cambogia.

Lavoravo come consulente della FAO alla prepazione di una strategia di quell’agenzia dell’ONU in quel paese. Per portare avanti il mio incarico, dovevo visitare alcuni programmi specifici, quelli che nella terminologia anglosassone sono definiti “progetti”. Un progetto in particolare mi è rimasto impresso, realizzato nel nord del paese nel settore della riabilitazione dei sistemi d’irrigazione di piccola scala.

Il progetto si era appena concluso. Aveva goduto di un finanziamento della cooperazione italiana. Condussi la mia visita insieme ad un mio giovane assistente, brillante economista di  Arezzo, pieno di entusiasmo e di curiosità sociali ed intellettuali (ora studente ad Harvard). Appena arrivati nel pomeriggio, incontrammo il direttore provinciale del ministero delle acque e dell’irrigazione (il settore agricolo è così specializzato che ci sono diversi ministeri che si occupano di agricoltura), il quale ci aiutò ad organizzare una visita al progetto per l’indomani , includendovi un’incontro di un paio di ore con l’associazione della comunità dei “water users”, i contadini che sono gli utilizzatori finali dei sistemi d’irrigazione. Quell’incontro era ciò cui tenevo di più.

Mi avvisarono che avrei avuto bisogno di un interprete, perché i contadini parlavano solo khmer (la lingua cambogiana):  contattai così l’ex segretaria del progetto, che si rese disponibile a farci da interprete per l’intera giornata.

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