ROUSSEAU CHI ?

di Paolo Basurto

Tutte le volte che Grillo e gli esponenti del Movimento Cinque Stelle da lui accettati o voluti, non sanno che pesci pigliare, si rivolgono all’uso magico della piattaforma Rousseau. Mi domando quanti Grillini abbiano letto Rousseau, sappiano chi sia o perlomeno si siano dati la briga di andare a sbirciare su internet.

La piattaforma Rousseau è quello che rimane del bel sogno originario del Movimento 5 Stelle, di ampliare la partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche, utilizzando le nuove e meravigliose risorse del web. Oggi è uno strumento digitale di proprietà di un giovane imprenditore privato, Davide Casaleggio. Uno strumento trasmesso ereditariamente dal padre di Davide, Gianroberto. Visionario politico, convinto sostenitore del potenziale democraticamente rivoluzionario, offerto dal web.

Anche Rousseau, aveva le sue visioni. La sua fama mondiale si deve all’utilizzo azzeccato delle sue idee sui diritti dell’Uomo, in un periodo -la seconda metà del ‘700- in cui i fermenti di una rivoluzione sociale senza precedenti, cominciavano a prendere forza e sarebbero poi sfociati nell’indipendenza americana e, immediatamente dopo, nella rivoluzione francese.

Rousseau è diventato così un mito ideologico. Il suo nome è una garanzia del politicamente corretto. I Grillini lo hanno usato come una bandiera. Probabilmente lo hanno fatto più per passione che per conoscenza.

Voltaire, conosceva benissimo il suo contemporaneo Rousseau. Diceva e scriveva che, Rousseau, come filosofo, non valeva quasi nulla; che non sapeva ragionare in forma coerente; che le sue contraddizioni erano opportunistiche, che la sua stessa vita privata dimostrava quanto poco lui per primo, credesse in quello che predicava.

In effetti, a informarsi bene, dovrebbe sorgere spontanea la necessità di una certa cautela prima di utilizzare questo pensatore come emblema, o stella, di riferimento.

Sembra che Rousseau avesse un certo successo con le donne e non esitasse a farsi dare una mano dalle sue amanti più influenti. Tuttavia aveva una compagna, Thérèse, con la quale sostenne una relazione abbastanza stabile. Da lei ebbe cinque figli. Nelle sue Confessioni, lo stesso Rousseau ammette di aver preferito metterli tutti in un orfanatrofio (a quell’epoca luoghi notoriamente orribili) piuttosto che occuparsi della loro educazione. In quanto alla validità del suo pensiero, Voltaire, commentando lo scritto oggi più famoso di Rousseau, Il Contratto sociale, ci va giù duro:  “Questo Contratto sociale, o asociale, è notevole soltanto per alcune ingiurie che il cittadino del borgo di Ginevra dice grossolanamente contro i re, e per quattro pagine insipide contro la religione cristiana.”[Antonio Gurrado : ‘VOLTAIRE JUGE DE J.JACQUES’ Univ.Pavia 2012].

Ma quello che può interessare sapere è che il dichiarato paladino dell’uguaglianza e dei diritti umani in realtà non considerava che le sue idee potessero applicarsi alle donne. Le donne devono imparare ad essere docili perché la docilità è qualcosa di cui avranno bisogno per tutta la vita, poiché sempre saranno soggette a un uomo.

Certo siamo nel ‘700.  A quell’epoca, per essere radical chic bisognava essere almeno sadomasochisti, come infatti lo era Rousseau per sua stessa ammissione, non casualmente fatta circolare. Il femminismo non andava di moda. Sarà pure così. Ma rimango sempre più convinto che Rousseau era, in quanto alla sistematicità delle sue idee, una trasparente cristalliera di oscurità, come benevolmente ebbe a scrivere lo storico Luciano Cafagna su Repubblica [1 apr. 1989].

Sarebbe bello che non fosse inconsapevole ma intenzionale la scelta dei Grillini (chissà quali) di un emblema ideologico paragonabile a una cristalliera di oscurità. Uno stato di coscienza alterato? Una beffa per quello che fu il primo Grande Capo Politico del Movimento, Beppe Grillo? Una consapevolezza di immaturità e disperato bisogno di ricerca ?

Difficile saperlo. Come funzioni la psico-fisiologia dei militanti 5-stelle è assai difficile a dirsi.

Invocata con forti strilli, la piattaforma Rousseau ha offerto la sua ultima performance recentemente, per consentire a Grillo di dire che la Base è stata consultata e ha dato il suo consenso al sostegno del Governo Draghi. Ma la Piattaforma è… una cristalliera di oscurità. La base è costituita da alcune decine di migliaia di iscritti. I requisiti per l’iscrizione consentono un assoluto controllo da parte dei gestori del Rousseau , le votazioni avvengono su quesiti preparati non si sa bene come e da chi. I risultati delle consultazioni non sono certificati da nessuno.

Tuttavia, all’indomani delle votazioni, l’ottima giornalista, Sara Menafra, oggi Vicedirettore del quotidiano digitale Open, diceva a Prima Pagina di Radio3, Meglio che niente. Almeno i Grillini hanno consultato la base. Lo facessero anche gli altri…

Il fatto è che i votanti Rousseau, non sono affatto una base ma un gruppo di militanti chiamati così per non chiamarli soldati-cittadini, come a un certo punto della vita del M5S voleva fare il suo fondatore. I voti in favore del sostegno a Draghi sono stati press’a poco trentamila. Se questa è la base del Partito con il più alto numero di rappresentanti in Parlamento, ebbene, l’edificio del M5S è piuttosto fragile e senza fondamenta sufficienti. Del resto, non è a caso che Grillo sia l’indiscusso Garante con poteri illimitati e che, quando c’è aria di baruffa e di dibattito interno, viene fuori lui per rimettere la disciplina in sesto.

Questa storia che per sapere cosa voglia la ‘base’ sia sufficiente utilizzare un meccanismo come l’oscura cristalliera Rousseau, è pericolosa.

Alle sue fortunate origini, il M5S si proponeva, non la conquista del potere (che, anzi, era intenzionato a rifiutare), ma una sperimentazione intelligente e non teorica, fatta a livello soprattutto di Comuni, di formule organizzative atte a superare i grossi limiti dei sistemi di democrazia rappresentativa per aprire spazi ampi alla partecipazione politica diretta.

Oggi il tema è completamente dimenticato. Il M5S è rimasto con un’unica identità, quella di Grillo. La cui proposta, se c’è, è sconosciuta nelle sue articolazioni logiche e politiche.

Peccato! Una grande occasione perduta.

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