FEDE E FANATISMO

di Paolo Basurto

“Allora come va?” Un amico, prete da poco. Ci conosciamo da molto tempo, ma si è sempre preoccupato della salute della mia anima. Anche se qualche volta esagera, mi sta simpatico anche per questo. Però, a questa sua domanda, che mi fa sempre, non so rispondere in forma spontanea. “A che ti riferisci?” “Dentro. La tua vita interiore. Come va?” “Ho capito. Le solite virtù teologali” “Appunto” -dice lui, niente affatto scoraggiato dalla mia freddezza- Fede, Speranza e Carità…. mormoro nella mia memoria. E adesso che gli dico? Ma lui insiste: “Fede fede. Bisogna avere fede. Devi cominciare da là”. “Allora: fede, poca, anzi niente; speranza tantissima e carità…carità qualche volta; dipende. Boh! Non lo so.”

Fede fede fede. Bisogna cominciare da là. Ma ti rendi conto, i Talebani? Adesso c’è la moda di dire che quello sfacciato di Biden ha ragione. Nessun popolo ha il diritto di intervenire su un altro con la scusa di cambiargli i connotati religiosi politici e sociali. Non eravamo in Afghanistan per costruire una nazione, ha detto Biden. Vi siete stufati e ve ne siete andati, aggiungo io. Chi ha avuto ha avuto ha avuto e chi ha dato …. fesso è stato.

I Talebani sono il simbolo del fanatismo vincente. La Democrazia non si può esportare ? E allora facciamoci i fatti nostri. Lasciamo che mettano le radici e divengano nuovamente il faro del moralismo folle che usa  un certo Islam con il solito pretesto: “Me l’ha detto Lui. Dio”

Comunità internazionale, Diritti dell’Uomo…andate a farvi friggere!

In fondo, un po’ fanatici lo siamo anche noi.

Come sarebbe a dire?!

Sarebbe a dire che non siamo questo buon esempio di coerenza razionale che uno si dovrebbe aspettare da una Società basata su una Carta dei diritti Universali dell’Umanità. Anche la nostra è una fede. Fede in un’ideologia che si è trasformata in una religione i cui precetti vengono violati tutte le volte che conviene al più forte (e sulla definizione di ‘più forte’ ci si potrebbe scrivere a fiumi). Gli imperi più recenti e crudelmente bellicosi hanno avuto, ed hanno, il loro humus in questa poltiglia di credenze ed interessi dove fanatismo e convenienza si sono sempre mischiati in modo irriconoscibile ma sempre complice.

Ha ragione Mario Negri, quando dice che il fondamentalismo non è solamente islamico. “ Quello che, senza dubbio, unisce i fondamentalismi è la loro strenua opposizione alla modernità e alla modernizzazione.”(1)

Fede. Fedele. Fedeltà. Fedeltà ai sacri principi dell’89. Sacri. La Marseillaise dice a un certo punto ‘Amour sacré de la Patrie,/ Conduis, soutiens nos bras vengeurs/Liberté, Liberté chérie’.

Chissà come ci sentiremmo; che cosa scriveremmo e diremmo se i ribelli del Panjshir avessero salvato Kabul cantando questi versi. Se il Popolo afghano avesse combattuto al grido dei sacri valori della Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Ci saremmo commossi certamente. Invece no; se la sono squagliata anche loro.

Nei suoi ripetuti interventi e con un tono cinico che ci saremmo attesi da Trump ma non da lui, Biden ha fatto capire di ritenere che il popolo afghano è imbelle e corrotto. Una sorpresa amara. Nessuno si sarebbe aspettato che l’esercito regolare formato dagli USA con tanto dispendio di soldi ed energie e tanto bene armato dagli stessi americani si sarebbe sciolto in così breve tempo come neve al sole.

Ci vorrà molto tempo per arrivare, se ci si arriverà, a capire il perché di tutta questa ipocrisia.

Il Presidente della grande associazione buddista Soka Gakkai, Ikeda Daisaku, ha scritto: .”Gli ammalati che hanno una fede sincera – non importa in quale religione, anche in una che non contempli l’idea di una vita dopo la morte – tendono a morire più serenamente di chi non ha alcun credo religioso.(2)

Sant’Agostino andava giù duro senza complimenti. Secondo lui tutte queste obbiezioni sulla fede erano abbastanza sceme. Ogni giorno, ciascuno di noi crede in qualcosa che ci ha detto qualcun altro perché questo altro è ‘degno di fede’, per esempio i nostri genitori. Perché non dobbiamo credere in quelli che hanno visto Cristo?

L’esperienza mistica può apparire sconcertante. Alcuni mistici hanno lasciato testimonianze indiscutibilmente belle del loro incontro con Dio. Leggere Santa Teresa D’Avila, che discute animatamente con Dio, che è il suo immenso Amore che la brucia e la consuma e che, contro la sua volontà, se la porta in giro volando per la chiesa, lascia davvero sorpresi per l’autenticità e spontaneità della sua testimonianza. Ma di mistici cristiani affascinanti e sinceri ce ne sono parecchi, a cominciare da San Francesco per esempio. Del resto, i mistici non sono solo cristiani. I Dervisci islamici, i Vedanta induisti, la Kabbalah ebraica, per citare solo le scuole più importanti. L’esperienza estatica è scientificamente provata. Recentemente, molti neurologi si sono dedicati a studiarla(3). Grazie ai perfezionati scanner cerebrali che si è in grado di fare oggi, l’attività del cervello di chi è in grado di cadere in trance (quale che sia la sua religione) si riduce al minimo vitale. E’ come se si spegnesse un interruttore. E quando l’interruttore si riaccende la sensazione è sempre biologicamente e psicologicamente molto positiva. Molti sostengono che sia sufficiente utilizzare una tecnica adeguata per cadere in trance. Se di fede c’è bisogno è quella che ci consente di credere che la tecnica può funzionare.

La tecnica dell’ipnosi può indurre a una trance. Milton Erickson, Il formidabile medico americano che tanti successi ottenne introducendo l’ipnosi come dignitoso ed efficace strumento di cura di molti disturbi della personalità, non aveva bisogno dell’esplicito consenso di un soggetto, emozionalmente coinvolto anche contro l’esperienza ipnotica, per ipnotizzarlo attraverso stratagemmi semplici che però consentivano di schivare i meccanismi volontari di difesa.

Stiamo scivolando verso la manipolazione delle coscienze; verso la loro alterabilità con strumenti, tecniche o credenze, il cui risultato è sempre la definizione di un valore comportamentale senza bisogno di una personale revisione critica che ne garantisca l’accettabilità. Insomma, per dirla meglio e breve: un dogma.

Alla fine dello scivolo, c’è il dogma.

Possiamo chiamare il dogmatismo, fanatismo?

Dipende dal contenuto del dogma?

Se il dogma è: ama il prossimo tuo come te stesso, allora è buono e accettabile e diffondibile.

Se invece il dogma è: la donna è inferiore al maschio e a lui deve assoluta sottomissione, allora il dogma è cattivo. E’ un atteggiamento fanatico che si basa su interpretazioni coraniche arbitrarie e infondate.

Nessuno vuole cadere in esercizi sofistici fuori secolo, ma a me sembra chiaro che solo un’autorità assoluta e cioè sacra, insomma: divina, può stabilire qual è il dogma giusto. Ecco perché le religioni sono diventate politicamente così importanti e…pericolose, aggiungo.

Per uscire dal ginepraio bisogna farsi seriamente la domanda: ma l’uomo, per vivere meglio, ha davvero bisogno dei dogmi?

Si può vivere bene nell’incognito del mistero?

Si può vivere bene cercando anche senza trovare?

La felicità e il piacere muovono la nostra biologia. L’interesse dell’uomo potrebbe esclusivamente concretarsi nella ricerca di comportamenti che evitino il più possibile la sofferenza, il dolore, i conflitti. Mentre cercano il sollievo e il godimento delle risorse disponibili fuori e dentro di sé. La ragione al servizio delle buone emozioni e, soprattutto, viceversa.

Da questo punto di vista i Talebani sono dei dogmatici fondamentalisti, perché infliggono dolore e sofferenza. Ma non per questo la cultura imperialista materialista e speculativa e competitiva del nostro Occidente è stata capace di offrire molto di più.  

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(1) “Impero”  di Mario Negri e Michael Hardt, Rizzoli Libri, ed. digitale 2013, pos.2064.

(2) Una tesi analoga ben sostenuta si può leggere in : “Psychothèrapie de Dieu” di Boris Cyrulnik; ed. Odile Jacob, Paris, 2017.

(3) Vedi l’ottimo libro “Dio nel Cervello” di Andrew Newberg, Eugene D’Aquili e Vince Rause; ed. Mondadori, Milano, 2002.

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