Una telenovela semiseria sul reale stato della scuola italiana

BENTORNATI TUTTI … MA IN QUALE SCUOLA?

I

 

di  Laboccadellaverità

Chiedo cortesemente  a Partecipagire di ospitare quantosegue, che mi è stato ispirato dall’articolo di A. Russo  “Bentornati a scuola”. Chiedo ospitalità ma anche anonimità, perché quanto sto per scrivere deriva dall’esperienza diretta mia e di altri colleghi che lavorano oggi nella scuola, ed assistono ogni giorno, come me, al suo inarrestabile declino. Posso testimoniare quanto so ma non posso permettermi il lusso di farmi riconoscere.

Ho letto con interesse l’articolo “Bentornati a scuola”, che  illustra in modo efficace quelli che sono i difetti “congeniti”  dell’istituzione scolastica, ma lo fa sulla base  di considerazioni  teoretiche che riguardano la scienza dell’educazione.  Io vorrei parlare invece della cruda realtà, dei guasti sempre più profondi nel nostro sistema scolastico, della decadenza  di un’istituzione che in certi casi è ridotta a mera facciata di un edificio pieno di rovine.

Conoscere la realtà, l’uomo, avvicinarsi per la prima volta alla soglia degli infiniti campi del sapere è un compito faticosissimo, ma necessario per diventare uomini e donne consapevoli, responsabili, capaci di agire efficacemente nel mondo ed essere quindi utili a se stessi e alla comunità.

BENTORNATI A SCUOLA

di Andreina Russo

Cosimo scende in giardino col suo pigiama azzurro  e gli occhi ancora pieni di sonno. Sono le otto di una bella mattina di agosto, il cielo è limpido dopo il temporale notturno che ha buttato giù foglie  e rami ed ha lavato il porfido del cortile. Se ne va in giro come fa ogni giorno, a contare le mele ancora verdi cadute dall’albero, a cercare le lucide cetonie, aspettando che io gli porti il suo latte . “Nonna corri! Vieni a vedere!” Arrivo  con la tazza in mano, ma mi trascina sotto la siepe folta delle ortensie dove biancheggia qualcosa che all’inizio non individuo. “Nonna sono api. L’alveare è caduto e si è spaccato in due!” Lo allontano col braccio perche  una parte del favo nereggia invece di api morte o morenti, che si muovono a fatica cercando, forse, di riprendere il volo. Lì vicino c’è un altro pezzo dell’alveare, completamente vuoto, cera perfetta modellata in minuscoli esagoni. Lo raccolgo con cautela e ci mettiamo a guardarlo con stupita ammirazione. Come è possibile che una così precisa geometria sia costruita da essere così minuscoli?

Il M5S E' ANCORA UN'ALTERNATIVA?

conversazione di Silvano Bonfirraro

Non sono un fanatico di Grillo. E spero di non essere mai considerato fanatico né di Grillo né di nessun'altra persona o ideologia. Però penso che il Movimento 5 Stelle sia la cosa più nuova interessante e credibile che esista oggi nel panorama politico italiano.  Credo e continuo a credere nel M5S. Questo non significa che non sappia esercitare il mio senso critico e non ascolti con interesse le critiche altrui, in particolare quelle fatte da persone intelligenti e capaci (come i giornalisti del Fatto, per es., che pur essendo dei sostenitori di Grillo, quando lo ritengono necessario non gli risparmiano nulla). Le convinzioni fine a se stesse non mi piacciono perché sono sterili e capaci solo di creare incomprensione.

LE ELEZIONI -  A chi mi avesse chiesto che cosa mi aspettavo dalle elezioni avrei detto che mi sarei arrabbiato con gli italiani se il M5S non avesse preso almeno un 16%. Non tanto per il Movimento e la sua proposta ma per quello che in quel momento significava; cioè, l'unico modo democratico di dimostrare la propria rabbia e il proprio scontento.

LA GIUSTIZIA DISEGUALE

Esiste un diritto alla disfunzione della giustizia?

di Roberto Villani

La bagarre che ha suscitato la fissazione, in tempi particolarmente brevi, dell’udienza in Cassazione per Silvio Berlusconi solleva diversi quesiti, alcuni di carattere tecnico – giuridico e altri di carattere politico.

Esaminando i primi c’è da chiedersi se, nel caso in esame, venga in discussione il principio dell’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Dovendo fare riferimento alle critiche dei sostenitori del cavaliere dovremmo dedurre che la disparità di trattamento lamentata non è nella legge applicata, ma nel modo in cui la giustizia viene esercitata.

(*) Il punto è interessante perché indubbiamente il principio generale di uguaglianza riguarda le leggi (di definizione del reato, di applicazione della pena, di regolamento della procedura processuale); ma è possibile, e soprattutto può essere garantito, un diritto ad un identico modo di funzionamento dell’apparato giudiziario ? La risposta è scontata perché fin dall’inizio della commissione di un reato le componenti che determineranno la pena o la impunità sono infinite e diverse per ogni cittadino. A cominciare dall’acume e solerzia dell’inquirente (polizia giudiziaria, p.m.) che potrà scoprire o no il reato che potrà individuare o no il colpevole.

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