UNA STELLA IN PIÚ NEL CIELO D’EUROPA?

Catalogna Inquieta

di Gisella Evangelisti

Son 32 gradi a Barcellona, l’11 settembre, preludio di un autumno che si prevede molto, molto caldo in tutta la penisola iberica. Il prossimo sabato 15 le organizzazioni sociali manifesteranno  a Madrid , e il 25 sará circondato il Parlamento, per protestare contro  la política economica del governo, che  mentre protegge i dirigenti  della banche senza chiarire la loro resposansabilità nella crisi, permette che ogni giorno si sfrattino le famiglie di chi ha perso il lavoro e non puó piú pagare il mutuo, e applica tagli draconiani al sistema sanitario ed educativo. I disoccupati sono  ormai 5 milioni e 300 mila  in una popolazione di 48 milioni di abitanti.

Ma é l’11 settembre che si vive un giorno storico a Barcellona. 1111 autobus  provenienti dalle province  hanno scaricato migliaia di manifestanti avvolti nelle bandiere a strisce rosse e gialle della Catalogna, e molti di loro   hanno sventolato anche le bandiere azzurre  dell’Unione Europea, a cui é stata aggiunta  una  stella in piú: quella del futuribile  stato catalano.

La Diada, la festa tradizionale della Catalogna, (fino a pochi anni fa la piú prospera regione spagnola),

Conversazione sul Movimento 5 Stelle

di Andreina Russo

 

Paolo segue il Movimento 5 Stelle da quando questo è nato. Ci conosciamo da una vita. E’ una persona seria. Ottima esperienza professionale. Ha la sua età e una storia personale impegnata. Come può una persona come lui tifare per uno come Grillo? Che cos’ha questo Movimento 5 Stelle per essere così attraente, non solo per giovani frustrati in cerca di qualche illusione, ma anche per gente matura e prudente in cerca di realistiche alternative? Questa chiacchierata nasce dalla mia convinzione che non è facile che qualcuno di sicura affidabilità e nello stesso tempo dal di dentro, esprima sinceramente la sua opinione.

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Andreina - Questa del M5S sembra una passione della seconda fase della tua vita. Che legame può esserci tra i tuoi interessi dominanti, costantemente  dedicati allo sviluppo sociale, e il tuo impegno sempre più intenso nel Movimento di Grillo?

Paolo - Ho lavorato per l’Unicef e mi sono occupato di bambini. Di bambini che soffrono. Se i bambini soffrono è

Suore all'Attacco

57.000 suore americane dicono no al Vaticano su sessualità, matrimonio gay, ministero sacerdotale.

di Gisella Evangelisti

Nel 2006, dopo 40 anni di insegnamento all'Università di Yale, la professoressa emerita di Teologia Margaret Farley, una suora appartenente alla Congregazione della Misericordia, ha deciso di scrivere un libro per rispondere ai dubbi  dei suoi studenti su un tema cruciale nella loro vita, l'amore, in un momento storico in cui le certezze e i precetti ereditati dai genitori si sfaldavano. Ma come avere una sana e felice vita amorosa, si chiedevano i giovani, senza cadere in un cinico 'all’arrembaggio'? Il libro, "Just Love, a Framework for Christian Sexual Ethics " ("Solo amore: qualche punto di riferimento per l'etica sessuale cristiana ") di Margaret Farley, ha dato a molti di loro una risposta soddisfacente, ed è stato uno dei best seller di Amazon.

Secondo la teologa, un rapporto è sano quando è basato sul libero consenso di due persone (sia di sesso diverso

Quando Tocca alle Donne Riassestare un Paese

di Gisella Evangelisti

La storia dell’Islanda é di quelle che potrebbero essere studiate nelle universitá e ampiamente discusse nelle tv, come un esempio di superamento della crisi finanziaria, eppure  la maggioranza dei mass media europei non le ha dato che scarso rilievo, non sia mai detto che a qualcuno salti in mente di imitarla. Per esempio a quegli sciuponi di paesi del sud Europa, e non solo,  che si dibattono nel rigore dell’aggiustamento del bilancio, improvvisamente diventato l’unico dogma, e base reale di crescita. Certo, ridimensionare gli sprechi e dare nuove prioritá alle spese é imprescindibile, ma che crescita possiamo aspettarci con meno possibilitá di spesa dei cittadini e con la diminuzione dei crediti per le aziende?

Ce lo dicono e ce lo ripetono premi Nobel dell’economia come Paul Krugman e lo stesso Obama, che tagli piú tagli non fa uguale crescita, ma l’Europa diretta dalla ragionería tedesca continua imperterrita per la sua strada. Per questo fa bene leggere notizie come quella che riguarda quest’isola di ghiacci e vulcani, che cerca vie nuove per uscire dalla crisi.

Ricordiamo che tre anni fa era al bordo dell’abisso,  in bancarotta per colpa di alcuni banchieri che, annoiati  del placido benessere proveniente da baccalá ed alluminio, si erano improvvisati maghi della finanza dedicandosi con impegno alla speculazione. Dopo una breve euforia, ecco il crac finanziario, con relativo scaricamento dei danni provocati da un gruppetto di ambiziosi, sulle spalle della cittadinanza: un debito di 3500 milioni di euro accumulato dalle banche con Gran Bretagna e Olanda, che avrebbe dovuto essere pagato dai  320 mila abitanti dell’isola in 15 anni, al tasso del 5,5%.

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