CASALEGGIO, CHI
di Paolo Basurto
La morte di Gianroberto Casaleggio ha suscitato un interesse nei mezzi di informazione che mi ha francamente stupito. La morte di un grande personaggio. Qualcuno che la gente conosceva bene e che in qualche modo rispettava. Ma Casaleggio non era questo né quello e per quanto dispiace che sia morto prematuramente, non riesco a comprendere tanto interesse e deferenza. Dicono che fosse molto intelligente, colto e particolarmente dotato per intuire le grandi prospettive politiche che il mondo del web offre. Ho avuto occasione di partecipare a varie riunioni nelle quali non mi è mai apparso nulla di queste doti brillanti. Al contrario, i suoi interventi erano sempre pallidi, mai strettamente inerenti al tema e quando le domande di qualcuno sembravano costringerlo ad una conclusione coerente, il suo fastidio era evidente e il dibattito si chiudeva con un 'vaffanculo' di marca prettamente grillesca. Forse era solo questione di scarsa valutazione dell'interlocutore, ritenuto incapace di capire la sua visione. Ma erano altri tempi; le origini del Movimento 5 Stelle. Quando ancora si credeva che stesse nascendo un modo nuovo di fare politica e che l'obbiettivo finale fosse riuscire a far partecipare la gente ai percorsi decisionali di una democrazia non più solamente rappresentativa.