CASALEGGIO, CHI

di Paolo Basurto

La morte di Gianroberto Casaleggio ha suscitato un interesse nei mezzi di informazione che mi ha francamente stupito. La morte di un grande personaggio. Qualcuno che la gente conosceva bene e che in qualche modo rispettava. Ma Casaleggio non era questo né quello e per quanto dispiace che sia morto prematuramente, non riesco a comprendere tanto interesse e deferenza. Dicono che fosse molto intelligente, colto e particolarmente dotato per intuire le grandi prospettive politiche che il mondo del web offre. Ho avuto occasione di partecipare a varie riunioni nelle quali non mi è mai apparso nulla di queste doti brillanti. Al contrario, i suoi interventi erano sempre pallidi, mai strettamente inerenti al tema e quando le domande di qualcuno sembravano costringerlo ad una conclusione coerente, il suo fastidio era evidente e il dibattito si chiudeva con un 'vaffanculo' di marca prettamente grillesca. Forse era solo questione di scarsa valutazione dell'interlocutore, ritenuto incapace di capire la sua visione. Ma erano altri tempi; le origini del Movimento 5 Stelle. Quando ancora si credeva che stesse nascendo un modo nuovo di fare politica e che l'obbiettivo finale fosse riuscire a far partecipare la gente ai percorsi decisionali di una democrazia non più solamente rappresentativa.

Il Referendum del 17 aprile sulle trivellazioni in mare, sta passando sotto silenzio. Visto il rispetto che ha ottenuto da parte del Governo e del Parlamento quello sull'acqua, c'è da domandarsi quanto sia urgente una riforma costituzionale che dia il giusto potere alle decisioni popolari. Ma fino a che punto merita rispetto una decisione popolare presa senza la diffusione di esaurienti informazioni? Su questo tema complesso vi invitiamo a riascoltare una delle tante perle che ci regala Radio3, la trasmissione di 'Tutta la Città ne parla' del 17 marzo. Questo il Link

<<<<<<<<<<<<<>>>>>>>>>>>>

NO ALLA GUERRA IN LIBIA - COMMENTI

Chiunque voglia esprimere la sua opinione su questo argomento può inviarlo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; oppure a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

[1] da P.B. "Come si può essere favorevoli alla guerra ? La guerra è uno strumento irrazionale per risolvere i conflitti. Eppure la legittima

APPELLO
I direttori di 16 riviste, laiche, religiose, missionarie, per la pace, hanno sottoscritto un editoriale comune che illustra le ragioni per un no all'intervento militare in Libia e presenta alcune proposte per un intervento umanitario a di pacificazione. E infine rivolgono un appello al Papa
 
Perché No alla guerra in Libia,
e alcune proposte costruttive
 
Noi rappresentanti di movimenti, associazioni e gruppi del mondo della pace e della nonviolenza siamo preoccupati delle pressioni esercitate sul nostro governo perché assuma un ruolo guida nell’intervento militare in Libia a fianco di altre potenze occidentali. Il Presidente del Consiglio ha detto che “non è in programma una missione militare italiana in Libia”. Ne prendiamo atto. Ma i problemi restano: - il contrasto all’espansione del terrorismo del sedicente Stato islamico; - una minaccia alla sicurezza del nostro paese; - la stabilizzazione della nazione nordafricana. La guerra non è il mezzo adeguato per sconfiggere il terrorismo né tantomeno per portare stabilità alla Libia. Basterebbe guardare alla storia di questi ultimi anni per capire che gli interventi militari non hanno risolto i problemi, li hanno invece aggravati.
DESIGN BY WEB-KOMP