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I limiti della delega elettorale nelle democrazie rappresentative

Eppure sappiamo che il voto non basta. È importante: senza di esso sappiamo che saremmo destinati a una dittatura inevitabile. Ma il voto non è perfetto.  RIchiede verifiche periodiche frequenti.  Richiede un modo partecipato della gestione della cosa pubblica che riempia il vuoto tra un momento elettorale e l’altro.

Questo non significa relegarsi dietro a concetti utopici di democrazia diretta.  La delega che avviene nel momento elettorale nei confronti del rappresentante eletto è una condizione inevitabile di qualsiasi democrazia moderna.  Ma questa delega non è illimitata: ha tanti vincoli.  Quando il rappresentante eletto ignora questi vincoli, e crede di aver mano libera di fare quel che crede, grazie al potere ricevuto con la delega, nega il valore stesso del significato democratico del mandato che ha ricevuto.  C’è in quel caso il rischio che non sia sufficiente lo scrutinio alle prossime elezioni, quando il rappresentante dovrà render conto all’elettorato: i tempi potrebbero essere troppo lunghi, o la capacità della base di incidere sulle decisioni degli organismi legislativi o esecutivi potrebbe essere troppo facilmente vanificata.

Ma se questo vale all’interno dei governi nazionali, ancor più ciò è valido quando parliamo di rappresentanti nelle organizzazioni delle Nazioni Unite, che esprimono la volontà dei singoli governi, ed in quanto tali, neanche dei popoli che li hanno determinati.  D’altronde, non c’è via di uscita.  Non sarebbe immaginabile avere un’Assemblea Generale dell’ONU ove, invece dei rappresentanti dei governi ci siano i rappresentanti dei singoli popoli, come nel Parlamento Europeo.  Se l’Assemblea Generale, nella sua attuale condizione, è difficile da gestire, visto il numero elevato di paesi membri dell’ONU, immaginiamoci cosa avverrebbe se fosse una specie di Parlamento Mondiale, a elezione diretta dei popoli dei suoi paesi membri.  Naturalmente non escludo visioni futuristiche che richiamino visioni fanstascientifiche di governi mondiali, ma  nel futuro più immediato, questi meccanismi sono inimmaginabili, visto che non siamo ancora sicuri dei diritti democratici all’interno dei paesi membri  delle Nazioni Unite.  Inoltre, non dimentichiamoci che nei documenti fondamentali che accompagnarono la creazione delle Nazioni Unite, l’espressione “democrazia” non fu mai usata, e ciò non dovrebbe meravigliare visto che uno dei paesi fondatori dell’ONU era l’Unione Sovietica del periodo di Stalin.

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