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Il vero correttivo democratico:  i valori fondamentali delle Nazioni Unite

Di fronte a questi meccanismi così imperfetti di partecipazione inter-governativa, ci si può  chiedere come si possa ricondurre il funzionamento di questi organismi a strumenti di partecipazione democratica dei loro popoli.  Nonostante uno scetticismo rispetto a questo quesito possa apparire dapprima giustificato, c’è una dimensione che spesso sfugge all’osservatore superficiale, che rende questi organismi diversi da quanto una visione scettica del mondo voglia proiettare: tutti questi organismi si fanno portatori di valori fondamentali di giustizia, di equità, di difesa dei più deboli, e di tutela dei diritti umani e di quelli delle minoranze, di protezione dell’ambiente e di crescita di tutti i popoli del mondo senza distinzione, che – volenti o nolenti— determinano i loro criteri di funzionamento.

Parlando con molti colleghi delle Nazioni Unite, spesso frustrati da anni di inadeguatezza dei propri interventi, ho spesso riscontrato un comun denominatore nelle motivazioni di fondo che li portavano a lavorare in questo ambito: piu ché ambizioni economiche, che pur esistono (anche se il valore reale delle remunerazioni dei dipendenti di queste organizzazioni è fortemente diminuito nel lungo periodo rispetto al settore privato internazionale), la motivazione di fondo rimane la soddisfazione di lavorare per istituzioni che hanno radici in valori fondamentali dello sviluppo umano.

In altre parole, non è attraverso gli aspetti democratici” dei meccanismi inter-governativi che gli interessi dei “popoli” della terra entrano nel funzionamento dell’ONU e delle sue agenzie ma attraverso l’attenzione costante a certi valori di fondo, che sono contenuti nel testo della Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione Universale per I Diritti Umani, e nelle centinaia di dichiarazioni adottate nel corso di questi ultimi sessanta e passa anni dalla fondazione delle Nazioni Unite, più  di recente con la Dichiarazione del Millennio e l’identificazione dei rispettivi “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” (gli MDGs, secondo la formula inglese).

Si potrebbe dire: questi valori sono ben poca cosa. Possono essere disattesi in qualsiasi momento nella pratica applicazione dei programmi di cooperazione internazionale.  Eppure, se mi si lascia passare il confronto, è come per l’Italia fare riferimento ai principî della Costituzione.  Che ci sia una disoccupazione giovanile spaventosa non significa rinunciare al principio fondamentlale che l’Italia sia una repubblica fondata sul lavoro.  Analogamente, che ci sia una grande diversità tra i livelli di sviluppo economico e sociale nel mondo non significa che le Nazioni Unite non continuino a perseguire obiettivi di progresso sociale, di miglioramento delle condizioni di vita e di giustizia in tutte le parti del mondo.

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