VIOLENZA IN CILE
CAMBIO COSTITUZIONALE O GUERRA SOCIALE
di Jorge Fernandez * (da Santiago del Cile) [link orig. spagnolo; trad. it. P.B.]
Febbraio in Cile è mese di vacanza estiva. La storia dice che non succede niente. I Ministeri sono lasciati alla responsabilità dei sostituti. Le contestazioni dei partiti politici nelle mani della terza linea. Le grandi città si svuotano. È un piacere guidare per le strade senza traffico, andare al cinema o semplicemente lasciarsi andare passeggiando per piazze e parchi. Sempre è stato così. Ma non quest'anno.
La crisi esplosa in ottobre ha messo sottosopra il paese. Le proteste continuano, la violenza ha preso il sopravvento nei centri nevralgici della città. Come all'inizio degli anni Settanta del secolo scorso, le riunioni di famiglia e di amici sono infiammate da modi opposti di interpretare gli avvenimenti. La Destra è ancora nel passato. La Sinistra, è divisa tra chi cerca una soluzione politica e chi, invece, vorrebbe che le contraddizioni si acuissero, finalmente. Eppoi il Centro, imprigionato nella sua prospettiva di dialogo senza fratture. Tra la gente, ci si interroga continuamente: quando si fermerà la violenza? A quale costo si potrà superare questa situazione?