LA MORTE APPARENTE DEL GLOBALISMO, di A.Placido

La competitività senza esclusione di colpi raggiunge e supera facilmente le soglie della criminalità.

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AMERICA LATINA UN CONTINENTE MALATO

di Jorge Fernández Correa (*)     [Link orig. spagnolo] 

Negli anni Sessanta dello scorso secolo, gli studenti cileni cantavano l’Inno delle Americhe. Quello che parla di amicizia, collaborazione, unità e pace. La canzone enumera i diversi Paesi del Continente e, naturalmente, include anche gli Stati Uniti. La canzone termina così: “Sono fratelli sovrani della libertà”.  A quell’epoca, gli studenti cileni non avevano ancora sofferto delle conseguenze della dottrina Monroe, formulata dagli Stati Uniti, con il lemma “L’America per gli Americani”. E nemmeno avevano dovuto sopportare quanto avrebbe consentito il cosìddetto “Corollario Roosvelt”. Una regola propugnata al principio del secolo XX, che dava al Governo statunitense la potestà di intervenire in Latino-america e nel Caribe, se la situazione di uno dei Paesi dell’area dovesse deteriorarsi al punto da causare conflitti con potenze extra continentali, specialmente quelle europee. I cileni ancora non sentivano su di loro la mano dell’impero che, per anni, aveva fatto uso di questa potestà autoassegnatasi, al fine di intervenire nel cortile di casa loro, quando riteneva che ‘fossero in pericolo i diritti o le proprietà statunitensi. Per anni è stato usato l’intervento militare negli affari interni della nazione affetta da presunti disordini, con l’ipocrita obbiettivo di ristabilire l’ordine e la sicurezza.

IL MERAVIGLIOSO MONDO DEL 3D

A colloquio con Lorenzo Basurto

di A.P.

Poco tempo fa un mio piccolo amico di otto anni mi ha fatto scoprire Fortnite, un gioco digitale. Un gioco 3D, come lo ha subito chiamato, con un’aria indagatrice per scoprire se sapessi che voleva dire. Ho fatto finta di niente, ma mi aspettavo, con preoccupazione, che avremmo dovuto indossare dei fastidiosi occhiali con lenti rosse e blu, senza le quali il mondo si vede da strabici, e con le quali, invece, hai l’illusione della profondità e le cose escono dallo schermo per arrivarti sulle ginocchia. Non pretendo di capire gli aspetti tecnico-ingegneristici del fenomeno 3D. Però è chiaro che se è entrato nel mondo dei giochi infantili (anche se io il Fortnite l’ho subito scaricato sul mio computer) è entrato anche di più nel mondo degli adulti e non sarebbe male capirne qualcosa di più. Perciò ho posto alcune domande a Lorenzo Basurto. Uno specialista del 3D che della sua passione ha fatto la sua professione:

CHE COS’È IL 3D?

Ottima domanda, per cominciare. Dico subito, per essere sintetico, che stiamo parlando di una tecnica; di un modo cioè di rappresentare con un’immagine risultante, oggetti tridimensionali. Ci sono vari modi di rappresentare gli oggetti tridimensionali con le immagini: il disegno, la pittura, la fotografia…. Per rappresentare questi oggetti attraverso le immagini si utilizzano i seguenti elementi fondamentali: la forma, la luce e il punto di vista. E’ attraverso la manipolazione di questi elementi che si rappresentano degli oggetti che, secondo gli scopi del realizzatore, possono essere realistici o fantastici, ottenendo l’illusione della profondità oppure no -o non perfettamente. La tecnica del 3D, si chiama così perché si riferisce a tre dimensioni basiche per definire

 ROUSSEAU CHI ?

di Paolo Basurto

Tutte le volte che Grillo e gli esponenti del Movimento Cinque Stelle da lui accettati o voluti, non sanno che pesci pigliare, si rivolgono all’uso magico della piattaforma Rousseau. Mi domando quanti Grillini abbiano letto Rousseau, sappiano chi sia o perlomeno si siano dati la briga di andare a sbirciare su internet.

IVANA NOMADE DIGITALE

Fra il Dentro e il Fuori. E la scoperta del Cerchio.

Incursione di Gisella Evangelisti nella biografia di Ivana Pinna

Se il buon giorno si vede dal mattino, qualche flash recuperato dalle vaghezze della mia infanzia vi dará un’idea delle precoci lotte di una bimba contro i limiti e confini del suo mondo. Eccomi a un anno alzandomi dal lettino di notte, per andare in bagno, da sola al buio. Eccomi imprigionata con altri due fratelli piú piccoli dentro un box di 1 metro e mezzo quadrato, una specie di recinto utilizzato da mia madre nel tentativo di tenerci per un po’ zitti e buoni. Ma ecco un piede (il mio) che martella a calci il portoncino di casa, per inseguire lá fuori mia madre, e si ferma solo quando vi appare un grosso buco.

TOLLERARE LA DISUGUAGLIANZA

IL CASO CILENO

di Jorge Fernandez (*)                  [Link orig. spagnolo]

Era il 1986 e in Cile il dittatore Pinochet reprimeva tutte le manifestazioni pubbliche in favore della democrazia. Difendeva il suo potere con le armi e sfruttava il sostegno di una parte importante dell’élite economica e sociale. Fu allora che un giovane di un quartiere borghese di Santiago scrisse una canzone:

“Unitevi al ballo dei rifiutati / Nessuno sentirà la nostra mancanza / Nessuno ci ha voluto realmente aiutare”.

La cantava il gruppo “I Prigionieri”, provocando l’entusiasmo della gente e l’ira del dittatore. La canzone di Jorge Gonzalez cominciava così:

Quando eravamo bambini ci dicevano di giocare a studiare / Gli uomini son fratelli e assieme devon lavorare / Ascoltavi i consigli / Con gli occhi sul professore / Sulla testa tanto sole / Ma non era affatto vero / Perché alla fine questi giochi / Terminavano per gli altri con allori e futuri / Ma lasciarono i miei amici a scalciare con le pietre […]

Trentasei anni dopo, con il dittatore ormai morto e un secondo governo del destrorso Sebastiàn Piñera -paradosso della

 
 
 
MESSAGGI DAL FUTURO
 
Il video che segue lo abbiamo preso da THE INTERCEPT [link] . Ci è sembrato tremendamente opportuno e particolarmente bello. Naomi Klein ha così commentato, sullo stesso sito:   "NON ABBIAMO il diritto di essere fiduciosi? Con gli incendi politici ed ecologici che imperversano, è irresponsabile immaginare un mondo futuro radicalmente migliore del nostro? Un mondo senza prigioni? Di belle case popolari verdi? Di muri di confine sepolti? Di ecosistemi guariti? Un mondo in cui i governi temono la gente invece del contrario?"
 

IL CILE CAMBIA

di Jorge Fernandez (*)                    [link orig. spagnolo]           

Forse potrebbe anche essere un gran trionfo quello che oggi si sta vivendo in Cile. Forse si tratta solo di un primo passo. Forse è solo il solito schema: cambiare tutto per non cambiare niente. Fatto sta è che nel Cile governato dalla destra sta accadendo qualcosa di storico: la nuova Costituzione verrà scritta assieme alle popolazioni originarie e in condizioni di parità di genere. 

Concretamente, il Congresso ha approvato di riservare a rappresentanti delle popolazioni indigene 17 seggi della Convenzione Costituzionale; organo che sarà costituito anche da un numero uguale di uomini e di donne.

I Mapuche, l’etnia maggioritaria che abita principalmente l’Araucania -antica frontiera all’epoca della colonizzazione spagnola- avrà sette rappresentanti.

ATTENZIONE!

Storia di un elemento pericoloso per  la sicurezza degi italiani

di Gisella Evangelisti 

Salve! Sono una dei 5 milioni di persone venute in Italia da lontano,  radicate qua anni fa, che  hanno imparato a dire  “Mannaggia” e a mangiare spaghetti arrotolandoli educatamente, non  abbuffandomi come facevano Totó o Alberto Sordi nei simpatici film del dopoguerra.  Mi chiamo Pilar Cespedes, parlo italiano, quechua e spagnolo,  so cos'é la gioia e so cos'é il dolore, come molti di voi. Se mi chiedete di riassumere in una sola parola la mia vita, me ne viene a mente una: sgobbare. 

TEATRO S-CONFINATO

PROVOCAZIONE SURREALE O MESSAGGIO PROFETICO?

 

 

Conversazione da Buenos Aires con Fernanda Docampo (*) e Ariel Divone (**)  [Link orig. spagnolo]

 

     Condivideremo qui alcune riflessioni maturate nella nostra esperienza teatrale. Prenderemo come spunto le domande-sfida che la redazione di Partecipagire ci ha rivolto.

Quando parliamo di Teatro, ci riferiamo alla nostra esperienza teatrale. Un lavoro che abbiamo cominciato nel 2003, viaggiando tra l’Argentina e la Francia, come attori, pedagoghi e registi teatrali.

  • Può l’Arte essere uno strumento intenzionale di lotta politica? Come si pone il Teatro in questa prospettiva?

Crediamo che la nostra costruzione teatrale sia politica, principalmente perché crea uno spazio d’incontro con l’altro. Nasce, così, un sentimento comunitario tra attori e registi che, a sua volta, si trasmette agli spettatori. Tenendo in conto che il fatto teatrale

ORTI IN AMAZZONIA

 Per nutrire le famiglie e salvare il pianeta.

Conversazione in skype tra Gisella EvangelistiLili Avensur, psicologa sociale peruviana nata a Pucallpa, lungo il fiume Ucayali, un grande fiume che confluisce nel Rio delle Amazzoni.

G.E.: Ciao Lili, che piacere ritrovarti. Ho sentito che con Terra Nuova, una onlus italiana con cui collabori da anni a fianco delle popolazioni indigene amazzoniche in progetti educativi e produttivi, avete lanciato una campagna internazionale per raccogliere un modesto fondo di 8000 euro per rafforzare la produzione degli orti coltivati da madri capofamiglia nelle comunitá indigene dell'Ucayali. Ci vuoi spiegare di che si tratta?

L.A.: Salve!! Come sappiamo, in Amazzonia tradizionalmente sono le donne indigene a coltivare negli orti  i vegetali per la famiglia (soprattutto yuca, banane, arachidi, frutta locale), mentre gli uomini  provvedono a fornire le proteine, attraverso la caccia e la pesca.  Finché i popoli amazzonici vivevano isolati, tutti mangiavano a sufficienza,  perché sapevano come usare le risorse della foresta senza distruggerla. Ma le cose sono cambiate da quando sono stati invasi  dal cosiddetto “progresso”, rappresentato da imprese che abbattono la selva per impiantare coltivazioni di palma da olio o altri prodotti commerciali, piú i taglailegna illegali che si portano via le ultime piante di magnifico mogano o altri legni pregiati (che hanno impiegato decenni a crescere)...mentre le compagnie petrolifere e quelle dedicate all'estrazione dell'oro, legalmente o illegalmente,  inquinano irrimediabilmente i fiumi con mercurio e altri metalli pesanti. Per non parlare del progetto  interstatale di costruire in Amazzonia 350 dighe per rifornire di acqua le imprese minerarie, col risultato di distruggere  i preziosi e complessi ecosistemi che fanno della selva quello che é, fonte di vita di un'impressionante biodiversitá, habitat di migliaia di comunitá, e soprattutto,  un'indispensabile riserva di umiditá per il pianeta. Tutti siamo collegati, sia che tu viva a Bergamo, Canicattí o Iquitos.

LA MORTE APPARENTE DEL GLOBALISMO

IL 75mo DELL’ONU

di Americo Placido

Dicono che Friedman è stato l’economista più influente dell’epoca contemporanea, forse secondo solo a Keynes. Trent’anni fa la crisi ideologica provocata dalla caduta del muro di Berlino e l’evidenza che il comunismo era morto e defunto (se mai fosse stato comunismo quello vissuto nell’Unione Sovietica) ha creato il vuoto necessario al dilagare del globalismo. E’ stato un fenomeno impressionante non tanto nel pensiero di Destra, tradizionalmente liberista, che però ha saputo riempire con ingordigia gli spazi che si erano aperti, ma nel pensiero e nelle politiche della Sinistra, incapace di articolare analisi e proposte atte a riformulare la critica all’economia capitalista e a recuperare lo spirito di un socialismo realistico in grado di capire un mondo profondamente cambiato, rispetto a quello industriale del secolo 20.

LA CALUNNIA È UN VENTICELLO… ELETTRONICO

PEDOFILI E COMPLOTTI – TRUMP NON MOLLERÀ

di Paolo Basurto

Trump ha detto in un’intervista al Washington Post che, se perderà le elezioni, non si impegna al pacifico trasferimento dei poteri. Secondo lui le urne sono fuori controllo e i democratici ne approfitteranno per manipolare i voti. (Radio3 Mondo 24 sett. 2020). Aida Chavez, in un suo documentato articolo pubblicato su Intercept del 23 settembre, racconta la sua esperienza diretta della forza sorprendentemente persuasiva di una storia di terrore pedofilo, il cui scopo è convincere le persone che esiste uno Stato Profondo, clandestino e corrotto, che fa capo ad eminenti personaggi del mondo politico e dello spettacolo; tutti naturalmente, di fede democratica.

STORIE: ALESSANDRO

di Gisella Evangelisti

Succedono cose turche, in tempi di Covid, e non solo per la Basilica di Santa Sofia di Istambul passata ai muezzin o Silvia Romano passata dalla minigonna a vestirsi con tendone islamico, (cose che succedono nei sentieri tortuosi della storia), ma anche qui da noi, nel nostro Bel Paese che si riteneva solidamente ancorato al Primo Mondo e invece scivolando scivolando, un giorno dopo l'altro, si é ritrovato a suonare il campanello della Caritas. O dell'Unione Europea, o tutte e due. Abbiamo invitato  Alessandro Bressan, un italiano di lungo corso, a raccontarci qualcosa delle sue esplorazioni fra i paralleli di questo nostro mondo, bellissimo e sgangherato. Di quelle quattro cose che ha capito, e se dopo tanti chilometri  si ritrova piú felice, o piú disincantato.

Mia madre ne aveva, di gatte da pelare. Tre figli di cui uno mai totalmente addomesticato (io), oltre a un marito che non resisteva in un lavoro troppo a lungo perché sicuramente ce n'era uno migliore che lo aspettava. Anche se in garage teneva una Porsche, era difficile far quadrare i pranzi con le cene. Se mia madre reclamava, erano scene turche. Appunto. Finché fra un tafferuglio e l'altro, un giorno il progenitore decise di andare a comprare le sigarette un po' piú in lá, e si trasferí all' estero dove formó un'altra famiglia. Mi ci é voluto un bel po' a perdonarlo. Bisogna riconoscere che era stato un padre precoce, a 21 anni si ritrovava giá con due figli, forse  non ce l´ha fatta a star buono nella foto familiare con due marmocchi in braccio, ed é sclerato. Peró che maltrattasse mia madre non lo sopportavo.

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